
Edito da LETTERE ANIMATE nel 2016 • Pagine: 230 • Compra su Amazon
In un tranquillo villaggio nel sud ovest dell’Irlanda, Aaron ha delle strane visioni. Guerrieri di luce ed entità sinistre combattono una guerra che va avanti dai tempi delle leggende. Coinvolto suo malgrado in questa lotta, e gravato da profonde responsabilità, Aaron è costretto a rifugiarsi nel mondo parallelo, dove apprende che sarà lui a guidare l’esercito nello scontro con le forze oscure, dal cui esito dipenderà il futuro dell’umanità. In un mondo che piega le leggi della fisica fra divinità e potenti druidi, Aaron comincerà il suo viaggio al fianco di un antico guerriero, verso risposte taciute e verso un destino che non è ancora certo di poter realizzare.
"Aaron e gli dei combattenti" è il primo volume dell'omonima trilogia di Claudio Massimo, che prosegue con il secondo volume, intitolato "La spilla di luce", e terminerà con il terzo, intitolato "Il druido nero".

Aaron rimase folgorato da quella scena. Mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato oggetto di un tributo del genere, ma soprattutto, che a farglielo fossero i discendenti del magico popolo delle Thuatha De Dannan, un popolo che aveva immaginato mille volte nei suoi sogni a occhi aperti, grazie ai racconti di suo nonno.
Un gong fece vibrare nell’aria le sue potenti note. Era il segnale che annunciava l’arrivo del re e della regina.
La grande folla si allargò per far passare il carro trainato da un cavallo bianco a sei zampe. Passando in mezzo alle due ali di folla, il carro regale arrivò a poche decine di metri da Aaron.
Sottovoce, Bor suggerì al ragazzo di fare un inchino in segno di rispetto. Il re e la regina scesero dal carro per andare incontro ad Aaron. Quando furono vicini, il re disse:
“Puoi sollevare il capo, Prescelto” disse Finvarra.
Quando Aaron lo sollevò, si accorse di essere al cospetto di un uomo di una bellezza mai vista, e sua moglie, Donagh, la cui leggendaria beltà non aveva pari tra il mondo del Sidhe e quello umano, reggeva parimenti il confronto con il marito.
Finvarra anche lui alto come Bor, aveva lunghi capelli dal candido colore della neve con leggere striature corvine. I capelli contornavano il suo viso scendendo giù fino al torace. Anche la sua carnagione era rosa perlacea e sul suo volto affinato spiccavano verdissimi occhi che ricordavano certi laghi smeraldini d’Irlanda.
Sua moglie, la regina Donaugh, aveva ondulati capelli neri, che cadevano lungo le spalle, con boccoli che contornavano il suo bellissimo viso dal colore leggermente olivastro. Sul suo giovane volto spiccavano carnose labbra rosa, e gli occhi curiosi che osservavano Aaron erano di un verde muschio con delle dorate striature che contornavano la sua pupilla. Sulla fronte dei regnanti del Sidhe, Aaron aveva notato lo stesso simbolo di Bor, che doveva essere un segno d’appartenenza, comune anche al resto del popolo.
Mentre tutti gli elfi erano vestiti con blusa e pantaloni di pelle che svariavano dal cuoio, al rosso rubino, al verde muschio, al giallo e all’arancione nelle sfumature del rododendro, i reali del Sidhe vestivano con lunghe tuniche e mantelli, dai tenui colori dell’ambra e del tortora che distinguevano, pur non essendo sfarzosi, il loro lignaggio.
Dopo un primo attimo di smarrimento dovuto alla beltà dei divini esseri che si trovava di fronte, Aaron parlò:
“Sono molto onorato di fare la vostra conoscenza sire.”
“Sono io che sono onorato di fare la conoscenza del Prescelto” disse re Finvarra.
“Spero che gradirai la festa che abbiamo organizzato in tuo onore” e così dicendo il re si girò verso il popolo magico e bat-tendo due volte le mani disse:
“Che la festa abbia inizio.” Poi, rivolgendosi nuovamente ad Aaron: “Sali sul mio carro Prescelto, mentre il popolo organizza la tua festa, ti mostrerò il nostro regno.”
Aaron volse lo sguardo indietro verso Bor, il quale sorridendo, gli fece cenno con il capo di salire.
“Va’ Aaron, ci rivedremo dopo” disse Bor.
Il ragazzo salì sul carro, che si avvio immediatamente senza che alcuno avesse impartito ordine. Il mastodontico cavallo prese a galoppare a forte velocità, mentre dell’enorme folla che lo aveva accolto s’erano perse le tracce; erano tutti magicamente spariti. A un certo punto, quella che somigliava a una reale biga, incominciò ad alzarsi da terra, e il poderoso cavallo dispiegò delle ali. Aaron, che era in mezzo al re e la regina, si aggrappò ai bordi della biga con un malcelato timore di cadere. Il re si girò verso di lui e gli disse:
“Presto cavalcherai sulla groppa di uno di questi cavalli e quando succederà, ti sembrerà di non aver fatto altro nella vita.”
Il ragazzo stava sorvolando un paesaggio spettacolare, fatto di immensi prati che si spingevano fino alle rive del fiume che divideva la parte pianeggiante da quella delle colline. Sorvolarono una folta boscaglia, al di là della quale si estendeva un azzurrissimo lago, dove si stavano abbeverando ogni sorta di animale: cervi, caprioli, lepri ma anche volpi, lupi e addirittura qualche orso. Aaron guardò il re e gli chiese:
“Come è possibile che predatori si dissetino dove si abbeverano anche le loro prede?”
“Perché sono diamon, spiriti che si sono rigenerati nel tempo, e che nell’ultimo loro stadio di rinascita hanno deciso di prendere una forma animale. Essi non hanno bisogno di cibarsi, ma solo di abbeverarsi, perché l’acqua rappresenta l’elemento della purificazione. E la purificazione dell’anima al suo stadio finale, può avvenire solo nel sidhe, nel mondo parallelo, dove non arriva la corruzione dell’oscuro angelo. Una volta raggiunto lo stadio di purificazione finale, le anime dei diamon, lasciano il loro corpo e fanno il loro ingresso all’Isola Eterna” spiegò il re. “Essa rappresenta il luogo finale sia per gli umani che per gli abitanti del mondo parallelo. Noi siamo gli eredi dei Guerrieri della luce, ma non siamo immortali agli attacchi della Razza Nemica. Il nostro compito è quello di combattere essenze deviate ed elfi che hanno deciso di seguire il Supremo Antagonista. Molti guerrieri hanno sacrificato la loro vita per salvaguardare la razza umana.”
Mentre sorvolavano quella terra, l’astro che illuminava quel mondo, e che ad Aaron pareva il sole, stava per scendere oltre l’orizzonte; e gli ultimi raggi di quella stella tributarono al Prescelto un spettacolo di rara bellezza che incantò il ragazzo. Il cielo sembrava una immensa tavolozza di colori, mischiati fra loro da una mano sapiente, che si era divertita a ricreare delle sfumature tra l’azzurro del cielo che stava imbrunendo e l’arancione infuocato dei raggi del sole, su un tappeto di nuvole rese striate dal soffio leggero di una dea.
Un senso di vuoto ridestò Aaron da quella visione, e il ragazzo s’accorse che stavano scendendo. La biga atterrò sulla radura, non senza qualche scossone, che fece temere al Prescelto di essere sbalzato fuori.
“Siamo arrivati” disse la regina.
Il carro del re si fermò a pochi passi da una roccia bislunga conficcata nel terreno, dove c’erano delle iscrizioni che Aaron riconobbe come runiche.
Il Prescelto guardò interrogativamente Finvarra il quale disse:
“Questa è una stele funeraria; l’incisione ci ricorda il sacrificio fatto in passato dalla tribù di Danann, la quale pagò un prezzo elevato per salvaguardare l’equilibrio della terra di mezzo. Noi siamo i superstiti di quell’antico popolo rifugiatosi nel sidhe; il mondo parallelo. Dopo millenni vissuti nel mondo di sotto, l’antico popolo magico si è mutato in quello che tu hai visto oggi: un popolo elfico, ma non farti ingannare dal nostro aspetto e dalla nostra indole amichevole, siamo tutti pronti e addestrati per combattere contro le forze oscure. Per lungo tempo abbiamo aspettato la venuta del Prescelto; sapevamo che un giorno sarebbe arrivato colui che ci avrebbe guidato contro l’esercito della Razza Nemica, per salvare il nostro mondo e quello degli umani.
Il Risplendente Ribelle sta reclutando demoni e forze oscure che vivono in mondi lontani, per attaccare e sconfiggere una volta per tutte, l’esercito degli elfi, che sono cacciatori di demoni. Una volta sconfitte tali forze, la sua avanzata per la conquista del mondo in superficie sarà inarrestabile. Ma la terra di mezzo non è l’obiettivo finale dell’Oscuro Risplendente, la sua ossessione è quella di conquistare il regno dell’Artefice del Tutto per dominare l’intero universo. Per fare questo è disposto a qualsiasi cosa, usando tutte le armi in suo possesso. In passato riuscì a corrompere guide spirituali e anche guerrieri divini, e il loro tradimento portò a numerose sconfitte, essi conoscevano molti dei nostri segreti che vennero svelati alle forze oscure. La tua prematura venuta nel sidhe, unita al precipitare degli eventi a cui hai assistito, sono il frutto del tradimento, la tua identità è stata svelata da qualcuno che era vicino a noi e che ci ha tradito; e io so chi è.” concluse Re Finvarra.
Aaron restò in silenzio, non sapendo se chiedere di più. Il re dovette leggere qualcosa nei suoi occhi, poiché riprese a parlare.
“Varanta” disse. “Mio fratello, un potente druido istruito dal più grande fra tutti coloro che si sono susseguiti dalla notte dei tempi” Finvarra abbassò lo sguardo.
Aaron percepì in quel gesto tutto il dolore e la vergogna che il Re provava, per quanto fatto dal fratello.
“È stato lui a svelare l’antica profezia all’oscuro angelo, che indicava in un umano di discendenze druidiche, colui che avrebbe guidato l’antica tribù di magici guerrieri allo scontro contro la Razza Nemica. Il Druido Nero è riuscito ad arrivare a te, seguendo la scia di tuo nonno È stato Varanta a indicare quale essere ultraterreno seguire, ma non è tutto, mio fratello ha rapito con l’inganno il nostro miglior guerriero: Araton, mio figlio.”
Il Re s’interruppe e guardò negli occhi la regina, s’avvicinò ad ella e la cinse con le sue possenti braccia attirandola a sé. Traspariva in quel gesto tutta la sofferenza e la pena che i due regnanti provavano per quella scomparsa.
“Dove si trova ora vostro figlio, sire?” chiese Aaron con mal-celato senso di colpa.
“Varanta lo ha portato nel punto più profondo e oscuro dell’universo, nel regno del Druido Nero ed è lì che lo tengono prigioniero. L’oscuro essere usa Araton per ricattarmi, si aspetta che ti consegni a lui. Una vita per una vita. Ma sia io e che mio figlio siamo pronti a qualsiasi sacrificio affinché la profezia si compia.”
Un fruscio di vento attirò la loro attenzione; alla base di una quercia, un turbinio di foglie prese a girare vorticosamente alzandosi da terra. Appena le foglie smisero di girare, queste caddero al suolo rivelando la figura di un essere magico. Davanti al Prescelto, a pochi metri da lui, si stagliava alta e snella, la figura di una giovane elfa. Aaron rimase colpito ancora una volta dalla bellezza che contraddistingueva il popolo magico.

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea nasceva dall’esigenza di lanciare un messaggio: quello di agire con più istinto e sentimento; i primi due sensi di sette, di cui i druidi davano insegnamento. Sensi ancestrali in grado di farci sentire un tutt’uno con nostra madre terra.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Molto. Non era facile scrivere un fantasy legato a un antico mito irlandese, con personaggi già delineati e inserire il mio protagonista ( Il Prescelto) facendolo interagire con potenti dei. Ho dovuto far si che il Prescelto fosse un umano privo di poteri, scelto da un’antica profezia per guidare l’esercito dei guerrieri luminosi, per non alterare il mito stesso. Doveva muoversi con umiltà e rispetto e questo ha comportato diverse riscritture.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono appassionato del genere storico e il mio autore di riferimento è Valerio Massimo Manfredi. In realtà amo molto anche il Defonso Falcones e Ken Follet.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo A Settimo torinese con mia moglie e mia figlia, ma sono nato A Rivoli torinese e cresciuto nei boschi vicino casa. Questo ha creato in me un viscerale amore per la natura che si nota anche tra le pagine dei miei due libri. (“La Spilla di Luce” è il sequel uscito a luglio scorso).
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dopo la stesura del terzo e ultimo libro della trilogia, (“Il Druido Nero”) credo che abbandonerò il fantasy per il noir, il thriller o il genere distopico. ( Mi affascina molto anche l’ucronia) Ma questo lo deciderò al momento opportuno. Per adesso continuo il viaggio con Aaron.