Ajarn Farang - Maestro Straniero
Edito da Stampa Alternativa nel 2019 • Pagine: 144 • Compra su Amazon
In fondo, se dico a te o a chiunque altro che quello che ognuno cerca davvero nell’esistenza si trova dentro di sé, questa affermazione non ti suonerà del tutto nuova, anche se forse non l’hai mai udita o letta prima d’ora in questi precisi termini. Forse perché è il messaggio più antico che ci sia, che ha attraversato implacabilmente il corso della storia rimanendo annidato nell’animo degli esseri umani.
HARIDWARD, 14 NOVEMBRE 1943
Dopo avergli toccato i piedi in segno di reverenza, mi congedo dal mio amato Maestro pieno di emozioni e col cuore sereno mi dirigo verso casa costeggiando il Gange a mezzacosta. Ripenso a qualche giorno fa, quando mi ha fatto chiamare per sottoporre un ginocchio dolorante alle mie cure. Ricordo ogni istante di quell’ora spesa in sua presenza, in gratificante contatto con lui. L’articolazione, alla fine del massaggio, non presentava più alcun sintomo e il Maestro sembrava soddisfatto. Quest’arte terapeutica che si è incollata alle mie mani grazie a un impegno ultraventennale è riuscita a ripagare la mia fedeltà permettendomi di eseguire con successo il trattamento più importante della mia vita. Quando gli ho confidato la mia decisione di tornare in Italia per ragioni filiali non ha espresso opinioni al riguardo. Mi ha chiesto di prendermi cura di me, si è augurato di rivedermi presto e mi ha regalato uno dei suoi radiosi sorrisi. Le sue benedizioni mi infondono coraggio e in questo momento ne ho davvero bisogno. Partire per l’Italia è ormai una necessità impellente. Col favore delle circostanze i nazisti hanno occupato il Belpaese facendosi coprire legalmente da una cosiddetta Repubblica sociale, di fatto un regime sanguinario che ha preso di mira il gruppo etnico dal quale proviene la mia famiglia. Già alcune crudeltà sono state compiute verso gli ebrei in alcune regioni e tra queste il Piemonte che confina con la Liguria. Tutte le persone a me vicine hanno provato inutilmente a dissuadermi dal partire conoscendo i rischi che corro, ma io devo assolutamente tornare, costi quel che costi, devo raggiungere i miei genitori per aiutarli. Quando Hans ha capito che non c’era modo di farmi cambiare idea, ha architettato un piano ingegnoso. È partito immediatamente per Goa, dove conta di riuscire a farsi rilasciare, tramite persone compiacenti, un documento d’identità portoghese intestato a lui ma con la mia fotografia. Tra qualche giorno abbiamo appuntamento a Delhi, dove mi consegnerà il documento fasullo col quale proverò a spostarmi in Italia. Secondo quanto predisposto dallo zio, prenderò una nave mercantile battente bandiera irlandese, uno dei pochi paesi rimasti neutrali, che mi porterà a Malta. Di lì persone fidate mi trasporteranno via mare a Porto Empedocle, dove doganieri non propriamente integri dovrebbero timbrare i miei documenti senza fare troppe domande. Quindi proseguirò fino a casa in treno.
SESTRI LEVANTE, 29 APRILE 1944
È una splendida giornata di sole alla Baia del Silenzio, quelle in cui la primavera inizia a mostrare i suoi frutti invoglia a uscire. Purtroppo la prudenza mi sconsiglia farlo, perché potrei essere riconosciuto da qualcuno. Durante i cinque giorni di viaggio in treno dalla Sicilia, logisticamente assai impegnativi, le mie credenziali portoghesi sono state controllate tre volte senza destare sospetti. Evidentemente, il mio finto italiano stentato è stato abbastanza convincente. Sono sgattaiolato in casa pochi giorni fa nottetempo, attento a non farmi notare. Da allora, me ne sto chiuso in casa tutto il giorno e non smetto di guardare, abbracciare e consolare mia madre, rimasta vedova dieci giorni fa. Di notte, invece, esco per preparare la fuga in un luogo sicuro. Tra due giorni, se tutto va bene, un pescatore di Lavagna ci condurrà col suo vecchio gozzo a Noli, nei pressi di Savona. Lo spostamento dovrà avvenire di notte ed è per questo che occorre aspettare qualche giorno. Secondo il marinaio, fino ad allora non ci saranno le condizioni metereologiche favorevoli a navigare in mare aperto in diagonale, in modo da ridurre i tempi e tenersi a distanza dalla costa. A Noli potremo trovare rifugio in un grande appartamento di proprietà di una vecchia amica milanese di mia madre che si trova nella zona dei caruggi. Questa signora non è ebrea, ma vive sola e ha accolto la nostra richiesta di protezione. Il piano è quello di nasconderci lì in attesa di tempi migliori, mia madre conosce il posto e crede che lì il rischio di essere scoperti sia abbastanza remoto. Il rastrellamento degli ebrei da parte di tedeschi e repubblichini è andato avanti per diversi mesi e non sembra voler rallentare. Qui potrebbero venire a cercare mia madre in qualsiasi momento e non siamo riusciti a individuare una residenza alternativa. La mamma, in realtà, aveva da tempo contemplato l’idea di nascondersi da qualche parte, in casa di questa amica o presso altre conoscenze, ma ne era stata sempre dissuasa da mio padre che, gravemente infermo e non autosufficiente, non voleva essere di peso a nessuno. Subito dopo la sua dipartita, si era sentita smarrita e incapace di pensare a mettersi in salvo. Miracolosamente, sono riuscito a raggiungerla proprio nel momento in cui aveva più bisogno di aiuto e di affetto. Il ricongiungimento col figliol prodigo dopo un tempo esagerato sta infondendo nuova linfa vitale e le iniziative che ho messo in atto per la fuga le trasmettono una rinnovata fiducia. Non smette quasi mai di guardarmi, come se volesse recuperare il tempo perduto e non perdersi niente quanto le è stato concesso. Quando ci siamo separati ero poco più di un ragazzo e adesso ha di fronte a sé un uomo che ha vissuto vent’anni nell’Asia profonda. Le forti emozioni alle quali sono esposto e le preoccupazioni per l’incombente pericolo danno ancora più slancio alla mia voglia di focalizzarmi interiormente per trovare pace ed equilibrio. La pratica della “conoscenza” che mi è stata insegnata non è efficace solo lungo le remote sponde del Gange. Anche qui dove la guerra, l’odio e la follia circondano e minacciano la mia esistenza, il mondo interiore mi mostra tutto il suo splendore ogni volta che gli rivolgo la mia attenzione.
Come è nata l’idea di questo libro?
Il mio percorso di ricerca interiore è iniziato quarantacinque anni fa, mentre quello di approfondimento della Medicina olistica è stato intrapreso da oltre venticinque anni. L’idea di scrivere questo libro è nata dall’esigenza di descrivere questi percorsi saccheggiando a piene mani dal mio personale vissuto e miscelandolo con spunti partoriti dalla libera immaginazione.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Scrivere non è mai troppo impegnativo quando si è chiari su ciò che si vuole comunicare. Per questo libro ho cercato di ritagliarmi uno “spazio temporale dedicato” breve ed intenso.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Platone, Khalil Gibran, Primo Levi.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho vissuto per più di cinquanta anni a Milano e per cinque a Genova
Dal punto di vista letterario, quali sono i vostri progetti per il futuro?
Ho già iniziato a scrivere il mio secondo testo di narrativa.
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