
Edito da Amazon KDP nel 2020 • Pagine: 355 • Compra su Amazon
Philadelphia, estate 2010
Dopo tre lunghi anni passati a studiare all’Accademia di Quantico, Anne diventa un agente operativo dell'FBI, assegnata alla squadra investigativa del Capitano Collins.
Il suo scopo è quello di ritrovare sua sorella Luise misteriosamente scomparsa, all'uscita da scuola, otto anni prima.
Per farlo, Anne si avvarrà di un dono che la rende speciale, una facoltà unica e del tutto irrazionale.
Nel XV secolo, quelle come lei, venivano chiamate streghe e finivano al rogo nelle piazze.
Lei è Anne Clark, ma tutti la chiamano "la strega".

«Vaffanculo Jones!» esordì la donna entrando in ufficio.
«Melissa, buongiorno. Che ti è successo? Sembri sconvolta.»
La dottoressa Melissa Show era visibilmente provata. Il viso tirato in una smorfia d’incredulità e le guance rosse d’eccitazione. Alcune ciocche corvine di capelli le si erano appiccicate alla fronte sudata e degli aloni scuri trasparivano dalla camicetta sotto le ascelle.
«Cos’è successo? Me lo chiedi anche? Tu lo sapevi, non è vero?»
Jones comprese subito la gravità della situazione e a cosa la dottoressa si stesse riferendo in quel momento. Il singolare colloquio che lui le aveva espressamente richiesto di fare, doveva essersi appena concluso.
Si alzò in piedi, girò rapidamente intorno alla scrivania e si apprestò a chiudere velocemente la porta assicurandosi prima che nel corridoio nessuno stesse origliando la loro conversazione incuriosito dal tono alto di voce della dottoressa Show. Jones la prese per un braccio e tirandola piano a sé l’ammonì «Parla piano, ti prego. Siediti e calmati, per favore.»
«Calmarmi? Non riesco a calmarmi!» gli sentenziò ad una spanna dal suo volto «In tutta la mia carriera di psicologa, e in tutti i miei anni di studi scientifici sul comportamento del genere umano, non ho mai visto nulla del genere e tu mi dici di calmarmi?»
Jones prese dalla boccia d’acqua vicino alla finestra un bicchiere in plastica, lo riempì e glielo offrì «Bevi per favore, aiuterà a calmarti»
La dottoressa svuotò il bicchiere d’un fiato.
«Dimmi solo una cosa, Jones. Tu lo sapevi o no?»
Jones la guardò serio in volto «No, Melissa. O meglio, non ne ero certo.»
«Perché mi hai fatto parlare con lei? Perché hai voluto che io avessi un colloquio riservato con quella ragazza?»
«Dovevo sincerarmene. Ho sospettato qualcosa. Le mie erano solo supposizioni, per questo motivo ho voluto che tu la incontrassi. Dovevo avere un quadro medico preciso da una professionista del tuo calibro, e da un’amica.»
«Avresti dovuto avvertirmi. Non è stato affatto divertente.»
«Se ti avessi avvertita, saresti stata prevenuta e con ogni probabilità non sarebbe emerso nulla.»
Melissa chiese a Jones dell’altra acqua allungando il braccio con il bicchiere vuoto nella mano.
«Ci vorrebbe del whisky, dannazione. Non acqua.»
«Ho anche quello, ma prima ti devi calmare e raccontarmi tutto. Cosa hai scoperto?»
Jones si mise seduto sulla poltrona dietro la sua scrivania, prese il taccuino per gli appunti da una tasca interna della giacca e lo appoggiò sul tavolo insieme ad una penna.
«Avevo già sentito parlare di lei. Quando è entrata in accademia?»
«Tre anni fa.»
«Cazzo, è davvero tanto tempo. Possibile che nessuno se ne sia mai accorto prima?»
«No. Nessuno. Penso di essere l’unico a sospettarlo, qui dentro.»
«Pensavo di averle viste tutte, Jones, davvero. Questa però le supera tutte e di gran lunga. È stata un’esperienza positiva a livello professionale ma non posso dire altrettanto a livello personale. Quella è in
grado di friggerti il cervello quando e come vuole. È
pericolosa per gli altri e per sé stessa.»
Jones prese la penna e cominciò a scrivere qualcosa sul primo foglio bianco del taccuino appoggiato sul tavolo «Per favore, Melissa, ho bisogno di sapere. Cosa ti ha detto esattamente?»
«La domanda l’hai formulata in maniera corretta. Perché non sono stata io a parlare di lei, o a farla parlare, ma è stata lei a parlare di me.»
«Non capisco, cosa vuoi dire?»
«Voglio dire che quella ragazza è perfettamente in grado di leggere nella mente delle persone. Ha un dono, se possiamo chiamarlo così. È in grado di leggere il tuo passato.»
«Cosa?» Jones incredulo, si sistemò meglio sulla sedia.
«Sì. È quello che sono riuscita a capire dal colloquio e ne sono certa. È furba, dannatamente furba, ma ho scoperto a mie spese, come fa, come ci riesce.»
«I suoi occhi, vero? Cambiano colore.»
«Allora lo sai, razza di bastardo che non sei altro. Perché non me l’hai detto? Perché non mi hai avvisata con che razza di mostro avrei avuto a che fare?»
«Melissa, calmati, per favore. Non potevo dirti nulla e non voglio che tu scriva nulla a riguardo. Hai il rapporto o la registrazione del colloquio, per caso?»
«No. Non ho scritto alcun rapporto e non è stata fatta nessuna registrazione. Soprattutto non voglio che un’esperienza del genere si ripeta.»
«Bene. Allora la cosa finisce qui. Siamo d’accordo?»
«Per me non è mai iniziata. Dimmi, come sai degli occhi?»
«Come pensi che sia riuscita a rompermi il naso? Stavamo esercitandoci al combattimento corpo a corpo. Mi stava colpendo duro, nonostante fossimo solo all’inizio, ma non riusciva a passare la mia guardia. Io le davo qualche colpo ai fianchi, per farla stancare, per spezzarle il fiato ma sembrava particolarmente esagitata quel giorno. Così la guardai negli occhi con l’intento d’invitarla a calmarsi, non volevo farle del male, eravamo a mani nude. I suoi occhi virarono al giallo improvvisamente e questa cosa mi lasciò basito. Cambiarono improvvisamente colore. Non era un riflesso della luce delle lampade, i suoi occhi erano davvero cambiati e questa cosa mi distrasse il tempo necessario perché un suo gancio mi arrivasse al naso. Ricordo che l’attimo prima, avevo avuto uno sbandamento, come una mancanza di pressione. Ho accusato il colpo e sono caduto a terra e se Martin, il mio assistente, non me l’avesse tolta da sopra, con ogni probabilità, mi avrebbe gonfiato come una zampogna.»
«L’ha fatto anche con me, senza colpirmi ovviamente.» disse la dottoressa dopo aver ascoltato attentamente il racconto di Jones «Mi ha prosciugata. Mi ha sondato il cervello poco alla volta. I suoi occhi virano al giallo, e le sue pupille si stringono, quando ha questa interfaccia con il soggetto che ha di fronte. Non è ipnotismo, di questo ne sono certa, anche se lei deve poter catturare il tuo sguardo per agire.»

Come è nata l’idea di questo libro?
In realtà sono nati prima i personaggi protagonisti, la coppia Anne Clark e Andrew Collins. Hanno occupato i fogli di un racconto breve che pensavo di inserire in una raccolta ma questo progetto è rimasto, per il momento in sospeso. Chi ha letto questo racconto, mia ha suggerito di costruirci sopra una storia vera e propria, un romanzo a tutti gli effetti, considerata l’innovativa figura della protagonista principale.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Difficile? In realtà l’avventura mi ha così coinvolto che la sua prima stesura l’ho scritta in pochi mesi. Successivamente l’ho arricchita e ampliata aggiungendo nuovi personaggi che si sono rivelati carismatici e affascinanti, come ad esempio la bellissima Evette.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sicuramente Wilbur Smith, Clive Cussler, Tom Clancy sono quelli che seguo maggiormente.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato e cresciuto a Milano. Ora, vivo nell’hinterland milanese.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel cassetto ho ovviamente il seguito della Collana Anne Clark Vol.1, L’albero della vita. Una nuova avventura che vede ancora in azione gli agenti FBI Anne Clark e Andrew Collins. Inoltre, sto lavorando ad una raccolta di racconti brevi di diverso genere e ad un romanzo avventuroso con personaggi, totalmente nuovi.
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