
Edito da Diego Degrà nel 2018 • Pagine: 221 • Compra su Amazon
Erica finì di bere il suo caffè guardando dalla finestra la città che piano piano si svegliava e non sapeva cosa aspettarsi dal nuovo giorno.
Era ancora sconvolta da quanto accaduto la sera prima…
Un cambiamento così grande da affrontare da sola con i suoi due piccoli bambini.
Che ne sarebbe stato della tranquillità della sua famiglia? Avrebbe mai ritrovato l'amore?
Nel silenzio di quel mattino mille domande senza risposta le ronzavano in testa.
Se solo avesse saputo quali sorprese le riservava il futuro:
Il risveglio delle sue passioni…
Nuovi incontri…
La rinascita di un amore…
...Una nuova vita!?

Capitolo 1
“Sola!” pensò Erica.
Quella notte sarebbe stata la prima da sei anni che avrebbe dormito nel grande letto senza suo marito. I suoi figli dormivano sereni nella stanza accanto ma l’assenza di suo marito le pesava nel cuore come un macigno.
I sentimenti confusi di quella giornata così stressante e assurda si accalcavano nella sua mente e l’accompagnarono lentamente verso un sonno agitato.
Il mattino seguente si alzò, come suo solito, prima del suono della sveglia. Andò in cucina e inizio a preparare la colazione… una tazza di caffè per lei e un cappuccino a regola d’arte per suo marito. Solo quando posò la tazza sul tavolo si rese conto dell’inutilità di quel gesto, che per lei era una consuetudine, pensare sempre prima a lui.
“Stupida” si disse “lui non c’è!”
Erica finì di bere il suo caffè guardando dalla finestra la città che piano piano si svegliava, poi andò a prepararsi come faceva ogni mattina. Mentre spazzolava i lunghi capelli castani ripensò a come le sembravano diversi gli stessi gesti la mattina precedente, quando, ad ogni colpo di spazzola, i suoi pensieri erano rivolti solo alle sue solite commissioni giornaliere e pensò che da oggi sarebbe stato tutto diverso.
Erica si vestì in fretta indossando il primo abito che trovò nell’armadio e andò a svegliare i bambini. Come suo solito iniziò dalla più grande, Lucia di 5 anni.
“Dai Lucy sveglia! È ora di alzarsi.”
La bimba ancora assonnata aprì gli occhi “Buongiorno mamma!” disse abbracciando Erica. Al calore dell’abbraccio della figlia il cuore della giovane donna si sciolse, la tentazione di scoppiare in lacrime era fortissima ma doveva resistere, non voleva fare preoccupare i bambini.
“Dai andiamo a svegliare tuo fratello.”
Si alzarono dal letto e andarono nell’altra stanza dove dormiva Nicholas.
“Sveglia Niky!”
Il bimbo di 3 anni si girò dall’altra parte “Ancora nanna per favore mamma” allora Lucy cominciò a fare il solletico al fratellino. “Alzati pigrone dobbiamo andare da zia Anna” disse Erica.
Già, Anna, l’amica di sempre di Erica, si conoscevano fin da quando aveva memoria, ne avevano passate tante insieme e la considerava come una sorella; le era stata sempre vicino ed era stata anche la sua testimone di nozze. Era l’unica che poteva darle appoggio in quel momento.
Arrivarono davanti a casa di Anna e non fecero neanche in tempo a suonare il campanello che la porta si aprì. Sulla soglia c’era Anna una ragazza alta, con i capelli corti sempre curati, abbigliamento sportivo ma pur sempre ricercato e il solito velo di trucco, invisibile ad una prima occhiata, ma che le dava un aspetto quasi etereo.
“Zia Anna” urlò Lucy correndo incontro all’amica della madre. “Zia Anna” fece eco il piccolo.
Entrarono in casa e ad Anna bastò uno sguardo a Erica per capire che era successo qualcosa di grave.
Le venne un’idea!
“Bambini” disse “che ne pensate se andiamo al parco visto che è una splendida giornata?” I bambini felici iniziarono a saltare e a tirare Erica e Anna fuori da casa. Solo in quel momento Erica si rese conto che era una splendida giornata di inizio estate. Giunti al parco i bambini si misero subito a giocare con i loro amichetti e le due donne si sedettero su una panchina lì vicino da dove potevano guardare i bambini.
“Chicca dimmi cos’è successo!” disse Anna chiamandola con il nome che usavano da ragazze.
“Lui mi ha lasciato!” sbottò Erica con un tono misto fra un urlo e un pianto, subito abbracciò Anna affondando la faccia sulla sua spalla e scoppiò a piangere. Nonostante le mille domande che avrebbe voluto fare, Anna la lasciò sfogare per quei pochi minuti che sembrarono un’eternità, poi piano piano Erica si riprese, si asciugò gli occhi e guardò l’amica grata di averle offerto quella spalla per piangere di cui aveva tanto bisogno.
“Adesso con calma raccontami tutto quello che è successo.”
Erica iniziò a raccontare partendo dalla mattina precedente.
Come in una giornata normale, mi sono svegliata prima di Matteo per preparargli la colazione. Quando è suonata la sua sveglia, si è vestito ed è venuto a fare colazione con me.
Sembrava tutto normale, mentre sorseggiava il suo cappuccio abbiamo parlato di alcune cose e oltretutto stavamo anche organizzando le ferie! Nulla avrebbe lasciato presagire quello che sarebbe successo la sera. Prima che uscisse per andare a lavorare, ci siamo salutati col solito bacio augurandoci una buona giornata.
Per il resto la mia giornata è proseguita come tutti i giorni, sono andata a fare la spesa con i bimbi dal solito panettiere e avevo sistemato casa come sempre.
A pranzo ho sentito Matteo. Sì, forse col senno di poi, c’era qualcosa di strano nel tono della sua voce al telefono ma la conversazione era stata come quella di tutti i giorni. Nel pomeriggio, dopo il riposino, ho portato i bimbi al parco poi ho cominciato a preparare la cena.
Quando Matteo è tornato a casa i bambini, che stavano giocando nell’altra stanza, gli andarono incontro nell’atrio e, come sempre, mi avvicinai per dargli il bacio di bentornato. In quel momento mi resi conto che qualcosa non andava, non si avvicinò a me come al solito e c’era qualcosa di strano nel suo sguardo.
“Cosa succede?” gli chiesi.
Con la sua voce profonda mi rispose “Ti devo parlare!”
D’istinto dissi ai bambini di ritornare a giocare nell’altra stanza. Nella mia testa cominciarono ad affollarsi migliaia di pensieri e la preoccupazione per qualsiasi cosa potesse essere successo; avevo immaginato qualche parente che era stato male, qualche amico che aveva avuto un incidente, qualche problema grave sul lavoro, avevo immaginato le peggior cose, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare quello che sarebbe successo.
“Erica non trovo un modo delicato per dirtelo… forse è meglio che sia diretto… Io ti lascio!”
Non so descrivere cosa ho provato in quel momento, era un misto fra incredulità, stupore, disperazione e la speranza di aver frainteso quello che aveva detto, forse avevo capito male io… Non poteva essere vero, non poteva veramente aver detto che mi lasciava.
Con un filo di voce risposi “Cosa stai dicendo…non capisco, è assurdo…” mentre stavo balbettando queste risposte mi prese le spalle con le sue grandi mani e disse: “Mi spiace veramente, ma non posso più mentirti… ho tenuto tutto nascosto per il bene tuo e dei bambini, ora però devo dirti la verità…è da un po’ di tempo che frequento un’altra donna. Non ti ho detto nulla finora perché pensavo di tenere le due cose separate ma purtroppo non ce la faccio più, mi spiace ma ho deciso di andare a vivere con lei. Ci sarò sempre per i bambini e comunque ti voglio bene e ci sarò anche per te.”
Rimasi ammutolita non avevo il coraggio di rispondere; era tutto talmente assurdo, sconvolgente quasi incredibile e mi sembrava di vedere la scena dall’esterno come se non fossi io a sentire quelle parole, come se non fosse mio marito a pronunciarle.
“No, non è possibile, non sta succedendo a me” pensai mentre ascoltavo il discorso di Matteo. Lui approfittò del mio silenzio per proseguire con il suo discorso.
“Per il bene dei bambini ti prego di non fare scenate adesso. Avremo tempo per parlare e di discutere la cosa fra di noi, ora fammi solo prendere due cose da portar via e salutare Lucy e Niky. A loro, per adesso, diremo che sono in viaggio per affari.”
Non appena sentii i nomi dei miei figli mi ripresi un poco, quanto bastava per rispondergli “Sono sconvolta, non trovo le parole per risponderti, ma su una cosa hai ragione, i bambini per ora è meglio che non sappiano niente. Prendi velocemente le tue cose, salutali come si deve e sparisci dalla mia vista!”
“Ti chiamerò domani a pranzo per accordarci su quando vederci per discutere fra noi della situazione.”
Lui buttò in fretta alcune cose in una piccola valigia, salutò Lucy e Niky, borbottò a mezza voce un “Ciao, ci sentiamo domani…” e sparì dietro la porta, lasciandomi così, sconvolta, impietrita, arrabbiata e confusa.
Fortunatamente i bambini non sembravano aver capito nulla di quello che era successo. Per loro il papà era partito per un viaggio di lavoro, anche se un paio di volte durante la cena e prima di addormentarsi mi chiesero “Quand’è che torna a casa papà?”. Ogni volta che sentivo quella domanda era come ricevere una pugnalata al cuore, ma mi sono sempre fatta forza per rispondere “Presto, bambini, tornerà a casa presto”.
Oltre a tutta questa situazione assurda ho dovuto anche mentire ai miei figli!
Erica finì il suo racconto senza quasi prendere fiato, come se avesse paura che se si fosse interrotta non avrebbe più avuto il coraggio di riprendere a parlare.
Anna l’ascoltò in silenzio visibilmente sconvolta anche lei dall’accaduto.
“Mi spiace veramente Erica, non posso neanche immaginare tutto quello che stai provando in questo momento. Io sono qui per te, questo lo sai, qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno, che sia solo per sfogarti o per aiutarti a riorganizzarti, non aver paura di chiedere!”
Questo era il bello di Anna, pensò Erica, riusciva da essere sia dolce che pratica allo stesso tempo.
Aveva ragione, non si trattava solo di riprendersi a livello psicologico, ma c’erano anche altre cose a cui pensare, più pratiche, e forse più immediate. Doveva pensare prima di tutto a Lucia e Nicholas, loro avrebbero sicuramente sofferto per questa situazione, forse anche più di lei, doveva trovare il modo di prepararli. Poi doveva assolutamente parlare con Matteo per questioni economiche…le sembrava comunque assurdo pensare ai soldi in un momento come quello, ma ne andava della sopravvivenza della sua famiglia.
“Mamma ho fame” disse Niky, “Facciamo merenda” seguì Lucy.
Le due amiche interruppero il loro discorso.
“Forza venite qui a sedervi” disse Erica ai bambini tirando fuori dalla borsa la merenda che, come d’abitudine, aveva preparato la mattina.
Mentre i bambini mangiavano, le due donne non poterono parlare della situazione, così Anna pensò di approfittare della sua giornata libera per invitare la sua amica a pranzo.
“Ok” rispose Erica “prima però devo andare a fare un po’ di spesa. Ci vediamo a casa tua per mezzogiorno.”
Quando i bimbi finirono di far merenda accompagnarono Anna a casa e si recarono al solito alimentare dove Erica si serviva da anni.
“Buongiorno Erica… buongiorno ragazzi” disse Marco, il giovane commesso del negozio.
“Buongiorno a te Marco”, “giorno” risposero in coro i bambini.
“Il solito pane?” chiese il ragazzo.
“Sì grazie, anzi già che ho in mente da domani potresti mettermi due panini in meno?”
“Che succede, non ti sarai mica messa a dieta?” chiese sorridendo il negoziante.
“No, no, niente del genere, semplicemente mio marito è… fuori città qualche giorno per lavoro.” rispose Erica con un finto sorriso, cercando di trattenere le lacrime. Prese la spesa e tornarono a casa per sistemarla. Dopodiché si diedero una rinfrescata e andarono tutti insieme a casa di Anna.
Il pranzo con la sua amica fu, per Erica, un piacevole diversivo dai suoi tristi pensieri. Avevano quasi finito mangiare quando Matteo chiamò sul cellulare di Erica e Lucy insistette per rispondere come faceva ogni giorno.
“Ciao papà come va al lavoro e quand’è che torni a casa? ” chiese la piccola al padre. “Ciao ti voglio bene, ora ti passo Niky”.
“Ciao papà, sai che oggi siamo andati al parco con la zia Anna!!” esclamò tutto eccitato il bambino. “Papà mi manchi tanto, adesso ti passo la mamma così saluti anche lei”, Erica prese il telefono e, intanto che salutava il marito, si spostò nella stanza accanto per poter parlare senza che i bambini sentissero troppo.
“Dobbiamo incontrarci per parlare e per organizzare alcune cose che sono essenziali” disse la donna con risolutezza.
“Sì hai ragione” rispose Matteo “stavo pensando… siccome dovrei prendere alcune cose da casa, non è che Anna può tenere i bambini un’oretta e ci incontriamo direttamente lì finito il lavoro?”
“Penso che Anna non abbia problemi, i bambini con lei si divertono… sì possiamo fare così allora… ci vediamo a casa stasera.”
Erica chiuse la chiamata e tornò a finire il pranzo con i bimbi e l’amica. Dopo aver giocato ancora un po’ con i figli, li mise a fare il riposino nel lettone di Anna.
Le due amiche così poterono riprendere il discorso interrotto.
“Chicca dimmi cosa vi siete detti, con Matteo, al telefono.”
“Ci vediamo stasera a casa nostra perché deve prendere alcune cose… così se tu potessi tenermi i bambini per almeno un’oretta, noi potremmo parlare tranquilli e organizzarci un attimino.”
Erica però aveva bisogno di schiarirsi le idee per affrontare il marito.
“Anna ho bisogno di un consiglio da te… Non so cosa fare, da una parte vorrei sapere cosa è successo, com’è andata e come è stato possibile che per mesi mi ha tradito ed io non mi sono accorta di nulla! Mi sento una stupida, però nel contempo ho paura di scoprire come sia accaduto e non so sinceramente se posso ancora fidarmi di quello che dice.”
L’amica le fece coraggio.
“Tranquilla ai bambini ci penso io e non devi assolutamente sentirti stupida… tu avevi i bambini, la casa a cui badare e lui si è approfittato di questa cosa. Ti ha tradito!” disse con troppa enfasi, proseguendo poi in tono più calmo
“Anche se ti farà male è giusto che tu sappia com’è andata, è vero non potrai fidarti ciecamente di quello che dice…e comunque poi vedremo insieme di verificare se quello che ti ha raccontato è la verità.”
Erica rimase pensierosa per un momento, poi chiese all’amica “Come posso parlare dei soldi? So che è essenziale per poter non far mancare niente ai bambini, ma per me è tutto nuovo! A parte la spesa normale, per il resto se ne è sempre occupato tutto lui e non so se chiedergli di continuare a occuparsi anche di quello oppure se è il caso che mi gestisca io da sola.”
Anna rispose, guardando con dolcezza Erica
“Senti cosa ti propone lui, cerca di mettere in chiaro più cose possibili e comunque non credo che sparirà anche perché penso che non voglia separarsi dai figli completamente.”
“I bambini” disse Erica all’improvviso “non ci avevo ancora pensato! Come faranno… dovremmo dividerci il tempo che passiamo con loro e Niky non ha mai passato un giorno senza di me. Sicuramente lui vorrà almeno averli durante il fine settimana quando non lavora e… io non ci potrò essere!”
Erica continuò a parlare, mentre le lacrime le rigavano le guance
“E come faremo a spiegargli che papà non vuole più tornare a casa con noi e che vive con quest’altra donna, come farò a spiegare chi è questa donna! No… no è troppo! Troppe cose e tutte insieme.”
Anna cercò di calmare l’amica.
“Non ti agitare, vedrai che affrontando una cosa per volta si risolverà tutto, se però ti fai prendere dal panico ti sembra tutto nero e senza soluzione.”
“Scusami, hai ragione devo pensare a una cosa per volta e non voglio che i bambini vedano quanto sono agitata.”
“Non hai niente da scusarti Chicca, so che sei una donna forte e per l’amore che hai per i tuoi figli riusciresti a superare difficoltà che io neanche immagino… anzi sono io che invidio la tua prontezza di spirito e il coraggio con cui affronti la vita!”
Erica rispose “Non so cosa farei se non ci fossi tu in questa situazione, in cui io sono persa. Tu sei come sempre la mia guida, riesci sempre a farmi vedere le cose dal lato positivo, grazie Anna!”
Le due amiche continuarono a parlare finché non si svegliarono i bambini e decisero di dire a Lucy e a Niky che Erica doveva andare a fare una commissione in un posto dove i bambini non potevano entrare, loro sarebbero rimasti con la zia Anna e che la mamma sarebbe tornata a prenderli. Avevano inoltre pensato che sarebbe stato meglio per i bambini cenare a casa loro e, visto che era libera quella sera, sarebbe stata Anna ad andare da loro.
I bambini si svegliarono e mentre stavano facendo merenda Erica disse loro che sarebbero rimasti un po’ da soli con zia Anna. Sulle prime non furono contenti, non amavano separarsi dalla mamma, ma a loro piaceva molto passare del tempo con Anna anche perché, come tutte le zie anche se acquisite, era meno severa della mamma.
Mentre si avvicinava l’ora dell’incontro l’aria si faceva sempre più tesa e quando fu il momento, Erica salutò a malincuore i bambini e col cuore che batteva all’impazzata si diresse verso casa sua.

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea del libro è nata come una sfida personale, amo molto leggere e ho voluto provare a scriverne uno io.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non è stato difficile portarlo a termine, anzi è stato molto piacevole pensare e descrivere ogni personaggio e o ogni azione fatta da esso.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Amo molti generi letterali e quindi non ho autori preferiti.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato a Vigevano, in provincia di Pavia, il 13 giugno 1974 e da sempre abito a Parona sempre in provincia di Pavia.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Progetti per il futuro? Ovviamente scrivere altri libri di generi diversi e piccola anteprima… il prossimo sarà in stile fantasy!