Edito da Helios Edizioni nel 2021 • Pagine: 448 • Compra su Amazon
La città di Corintho è in pericolo. Gli Olimpi sono adirati e manderanno il Kraken a distruggerla.
Il re invia giovani sacerdoti e soldati alla ricerca di qualcosa o qualcuno per fermare il temuto mostro, in una gara contro il tempo. Arrestare un titano però è un’impresa da eroi.
La giovane Melania, sacerdotessa di Athena, inesperta del mondo al di fuori del tempio, parte con molte speranze ma poche idee. Il giovane e scaltro Laios l’aiuterà. Un vecchio eroe di Marathona li attende, ma non è proprio come se lo aspettano. In compagnia sua e di una giovanissima satira, partiranno alla ricerca di un oracolo per fermare la bestia.
Profezie, maledizioni, adepti, tempeste, soldati, mostri, Dei si pareranno loro davanti durante la ricerca di un oggetto talmente potente da fermare un titano. In un viaggio che si snoda lungo le coste del Mediterraneo, sfideranno il mare e le genti, i mostri ed essi stessi, lottando per la salvezza di una città.
Quando vedranno l’oggetto nelle mani del re, giunti finalmente a Corintho, una sorpresa sconvolgente li travolgerà, mettendo in discussione tutto e costringendoli ad arrivare alla fine del mondo e oltre per fermare una nuova guerra tra Dei.
Camminava lenta per le strade della bassa Corintho, piene di chiasso, rumori e movimento di vita vera.
Era finalmente uscita dall’acropoli, dove tutto è ovattato. Sull’alto monte anche i suoni risultano meno vividi, nelle grandi mura di pietra delle case nobili o del tempio, la vita scorre lenta e con ritmi completamente diversi da quella dei comuni mortali.
Tra le vie ampie della città bassa, il mercato si svolgeva con la solita foga. Mercanti provenienti da paesi diversi e contadini locali vendevano le loro preziose merci. Nel caos più totale delle persone che cercavano di comprare l’ultima terrina di terracotta con i disegni proveniente da Creta, o i fichi dell’isola di Tera. Bambini festanti correvano per i vicoli, sfrecciando tra nugoli di compratori.
Odori di agrumi, pesce fresco, carne essiccata, pane appena sfornato, si mescolavano con l’olezzo poco piacevole degli animali vivi, pronti per essere portati a casa e macellati. Le grida erano tali che in alcuni momenti Melania credeva di non riuscire a udire altro. Invece ogni tanto, nelle strade meno affollate, udiva le chiacchiere delle signore alle porte di casa, mentre stendevano i panni ad asciugare o prendevano l’acqua al pozzo.
Era piacevole sentire anche i pettegolezzi certe volte, erano meno invadenti delle mezze parole dei nobili, delle allusioni e delle proclamazioni dei sacerdoti. Melania si chiedeva come mai avesse scelto una certa vita, ma poi si chiariva: non aveva avuto scelta, era stata destinata a quella esistenza. Nobile di nascita e sacerdotessa di Athena per volere della sua famiglia.
Lei, snella, alta, carnagione d’alabastro, bionda e con profondi occhi azzurri, era il simbolo della perfezione secondo gli antichi. Non poteva che essere destinata al sacerdozio per il padre, fervente credente. Non era però una bellezza straordinaria, ma aveva un’intelligenza fuori dal comune, per questo la famiglia aveva scelto la dea della saggezza e non Afrodite. Il padre, per la sua quarta figlia, aveva scelto il sacerdozio come pagamento per i favori ricevuti dagli dei in quegli anni. Così la giovane Melania era cresciuta nell’alto tempio della dea fin da quando aveva cinque anni.
Ogni tanto però sentiva che da quel mondo fatto di tuniche bianche e corpi perfettamente curati, doveva allontanarsi, per scendere nel mondo reale, quello della gente comune, sporca e puzzolente.
Mentre rifletteva, un grido la destò: «Attenzione sotto!», e poi un getto di piscio lanciato da una finestra le cadde a pochi metri, schizzando la parte inferiore del vestito.
«No, la sacerdotessa si arrabbierà! Devo lavarla!» disse ad alta voce la giovane ragazza.
«Sacra vergine!» esordì un’anziana seduta nelle vicinanze, «Se volete posso aiutarvi io!».
«Grazie buona signora» rispose educatamente la ragazza, avvicinandosi ed entrando nella casa, seguendo la donna.
Preso un bacile con dell’acqua e del sapone iniziò strofinare la veste in alcuni punti, mentre continuava a cantare una canzoncina.
«Buona signora, la dea vi sarà grata per questo servizio!» concluse la ragazza quando fu terminata l’attività.
«Buona sacerdotessa chiedete alla divinità la grazia di far tornare mio figlio dal servizio militare sano e salvo!».
«Certo buona donna, serve come milizia il re, in quale divisione?».
«È nella fanteria leggera, un fromboliere! Una mira eccellente!» disse con orgoglio la donna, «Adesso è in missione per il re, ma non so dove».
«Non preoccupatevi buona donna, non siamo in guerra. Saranno a protezione del territorio dai banditi!» concluse la ragazza, rassicurando l’anziana.
Il viaggio per le strade di Corintho riprese per portarla alla baia, mentre un’ombra seguiva i suoi passi e degli occhi osservavano da un vicolo il suo incedere lento e sicuro.
Arrivata al porto poté sentire l’odore di salsedine, mista al puzzo del pesce marcio. Le barche erano state poste sulla sabbia, mentre i marinai districavano e riparavano le reti. Il sole risplendeva sulla loro pelle abbronzata. Caratteristica questa che rendeva evidente la diversità tra gente comune e nobiltà. La sua pelle era così in contrasto con quella grinzosa e scusa di quegli uomini rozzi. Così come la sua condizione sociale era diversa e superiore alla loro. Dei bambini le passarono accanto correndo, urtandola.
Quasi cadde a terra e per un caso sentì delle braccia che la riprendevano, sollevandola e appoggiandola ad un muro.
«Monelli! I vostri genitori dovrebbero punirvi!» gridò loro.
«State bene, sacerdotessa?» chiese l’uomo con voce calma.
«Vi ringrazio, buon uomo!» rispose Melania, senza prima aver alzato lo sguardo, ma rassettandosi le vesti.
«È sempre un piacere servire gli dei, in modi così semplici».
La ragazza alzò lo sguardo e poté notare il volto sereno e tranquillo di un giovane uomo, dall’abbigliamento modesto, con alcune daghe appese e un arco dietro la schiena, che la stava fissando.
«Voi non siete un popolano?».
«No, mia buona signora. Sono un cacciatore e un mercante. Sono di passaggio in città!» rispose con cortesia l’uomo.
«Non mi sembrate un normale cacciatore, voglio dire non avete il genere di abbigliamento che si confà a chi vive all’esterno».
«Buona signora, diciamo che non caccio animali» rispose sereno l’uomo.
«Ah capisco» mentì la ragazza.
«Ma voi pensate davvero che i cacciatori di bestie siano sempre sporchi e puzzino di sangue?» chiese sorridendo il mercante.
«Beh, no, ma me li hanno descritti così, cioè non volevo offendervi, non vorrei, ma credevo…» balbettò la donna.
«Non preoccupatevi sacerdotessa! Non mi offendo così facilmente» le rispose con cortesia, per proseguire mentre l’accompagnava sino alla battigia, «Posso offrirvi qualcosa?».
«No, vi ringrazio, al tempio non mi è permesso bere, tantomeno in compagnia di un uomo, poi al porto!» disse le ultime parole la donna con una paura strana nella voce.
«Ah, capisco, siete una delle sacre vergini! Poseidone o Athena? Se posso».
«Athena!» rispose con sicurezza la donna.
«Ah, capisco! Io sono Laios Demurkatos, è stato un piacere!».
«Piacere Laios, io sono Melania».
«Se aveste ancora bisogno vi prego, mi troverete per alcuni giorni in quella locanda» indicò l’uomo una piccola bettola del porto, dove i marinai passavano il tempo dopo il lavoro.
«Curioso, ma non credo che avrò queste necessità! Ora se volete scusarmi proseguirò con la mia passeggiata, tra poco dovrò rientrare» concluse la ragazza allontanandosi da quell’uomo dallo sguardo affascinante.
Da dietro un angolo, uno dei soldati della regina si voltò, appoggiando la schiena al muro, e cercando di fare mente locale.
Qualcosa non gli tornava, ma non sapeva proprio cosa fosse.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata una sera, mentre guardavo un vecchio film, stile peplum degli anni ’60, sulle avventure degli Argonauti. Mi sono sempre chiesto se avessi mai potuto raccontare la storia di personaggi speciali ma non famosi, calandoli nella mitologia greca. Posto che non avevo mai considerato l’ipotesi di ambientare un romanzo nell’antica Grecia. Ovviamente ci sono state delle modifiche, hanno tutti delle particolarità, ma non sono i classici eroi greci, forse sono più vicini all’ideale di eroe rappresentato da un Ettore di Troia, più che da un Achille.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
L’ambientazione è stata “relativamente” semplice, anche perché la mitologia greca è tra le più conosciute, anche se non in tutti i suoi risvolti. Ho anche mischiato i generi, per aggiungere un tocco di originalità. Sicuramente la parte più dura è stata la creazione e la caratterizzazione dei personaggi, le cui debolezze accentuano il loro lato più umano, con tutte le relative implicazioni. Non volevo che un personaggio spiccasse sugli altri delineandosi come protagonista e quindi cercare di svilupparli tutti, mostrando i loro aspetti più intimi e la loro crescita psicologica non è stato sicuramente facile.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Qui potremmo stilare una lista lunghissima, ma cercherò di essere breve: J. R. R. Tolkien, Robert Howard, Michael Moorcock, Poul Anderson, Robert Jordan, David Gemmell, Frank Herbert, Harry Turtledove, Terry Goodkind.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ora vivo a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche. Ho vissuto ad Ancona per il periodo dell’università. Sono cresciuto sin dai quattro anni a Pescara, che considero la mia città natale, anche se sono nato a Bologna. Un po’ un girovago.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Qui si apre l’infinito: sinceramente non mi aspettavo nemmeno di riuscire ad essere pubblicato, cosa di cui ringrazio la Helios Edizioni. Voglio godermi la prima pubblicazione e fare tutti i passi necessari per vederla evolvere, spero in un successo. Poi ovviamente vorrei vedere pubblicati in futuro anche altri romanzi che ho pronti, e nel frattempo sto scrivendo alcune opere, sia di breve che di più ampio respiro. Diciamo che non metto mai freno alla libertà dell’immaginazione: ho una ventina d’anni di appunti arretrati da sviluppare e almeno una ventina di storie da raccontare.
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