Edito da Meligrana nel 8 Dicembre 2017 • Pagine: 78 • Compra su Amazon
Che posto occupa il calcio nella nostra vita? È un momento di relax e divertimento o è la manifestazione di un disagio sociale? Quale influenza esercita sull’individuo e sulle nuove generazioni?
Questo volume offre delle riflessioni sullo sport più seguito, mettendo in evidenza come il mondo del pallone sia diventato la manifestazione di una sindrome dell’uomo moderno, il quale desidera rifugiarsi nella finzione per sfuggire da una realtà pervasiva e complessa.
Attraverso un’analisi attenta ed un linguaggio semplice, ma con solido impianto scientifico, si vuole dare al lettore l’opportunità di pensare a questo sport da una prospettiva reale: lo status quo.
Non si tratta di screditare il calcio o condannarlo per direttissima; infatti, esso ha accompagnato la nostra civiltà durante il Novecento e si è conquistato uno spazio importante nelle abitudini sociali, regalandoci straordinarie emozioni.
La questione, invece, è di capire come le trasformazioni socio-economiche abbiano fatto del pallone uno strumento al servizio del mercato, della tecnica e della globalizzazione invadendo i diversi campi dell’attività umana, primo tra tutti la formazione della persona.
Allora bisogna comprendere per intervenire. Fare in modo che il calcio da “tranquillante” si trasformi in “stimolante”, rilanciando quel «contropiede» necessario all’azione umana per realizzare il goal più importante: il bene comune.
Una lettura “tattica” diversa per provare ad affrontare la passività e la rassegnazione del nostro tempo.
Come è nata l’idea di questo libro?
Sono stato sempre appassionato di calcio e dello sport, solo che negli ultimi decenni, uno dei giochi più belli e coinvolgenti si è trasformato in una cinica macchina al servizio del capitalismo, accentuando i suoi aspetti di potente “distrattore” di massa. Tutto ciò ha determinato importanti ripercussioni sociali, soprattutto in ambito educativo per le nuove generazioni e per la società umana. Il mio saggio Antropallonismo cerca di mettere in evidenza la metamorfosi negativa subita dal calcio e, nel contempo, lancia un possibile messaggio di speranza e fiducia per una “ripartenza” della società civile.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Il libro è frutto di vari studi e letture che mi hanno portato a costruire alcune riflessioni. Il tutto è confluito in una disamina del calcio attuale con toni molto critici, ma anche ciò che il calcio potrebbe dare di positivo alla società in termini di corretti esempi di partecipazione, condivisione e decisione. Basterebbe canalizzarne le risorse in altre direzioni orientate al bene comune.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono molte le letture e gli autori a cui mi sono ispirato: Bauman, Galimberti, Eco, Chomsky e tanti altri che hanno descritto o descrivono tuttora i cambiamenti del nostro tempo.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in Calabria, dividendomi tra Cosenza e Tropea, ma in passato ho avuto modo di viaggiare all’estero e lavorare e vivere in altre regioni italiane:Liguria, Lombardia e Piemonte.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Tra gli altri progetti letterari per il futuro vi è certamente l’idea di pubblicare un altro saggio a cui sto già lavorando. Un contributo che possa aiutare giovani e adulti a “consapevolizzare” meglio l’incertezza del futuro e, magari, provare a costruire assieme qualche punto di riferimento in più, di cui la modernità avrebbe bisogno.
Angelo Stumpo (Cosenza, 1976) è docente di Filosofia e Storia nei licei, attualmente titolare di cattedra nell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea. Ha avuto esperienze anche come insegnante di sostegno e formatore nei corsi serali per gli adulti. È appassionato di calcio e si interessa di varie tematiche vicine al mondo giovanile che sono espressione della nostra epoca.
Un invito a leggerlo, per la sua attualità, per la profondità di analisi, per gli spunti di riflessione che certamente aiutano a capire il nostro mondo!!
Pensavo fosse uno dei soliti libri sul calcio e, invece, mi sono imbattuto in saggio che condensa riflessioni di sociologia, filosofia, letteratura, politica e pedagogia attorno al mondo del pallone. Il titolo è la chiara fotografia di un malessere sociale che mostra le sue tinte fosche anche nello sport. Consigliato per le teste pensanti, forse poco comprensibile dai “pallonari”.