nel 2019 • Pagine: 269 • Compra su Amazon
In questo testo l’autore esamina con accuratezza l’abbondante documentazione scritta di Darwin, fondamentale punto di partenza per comprendere al meglio la genesi della teoria più importante delle scienze della vita: l’evoluzione per selezione naturale. Per farlo Borzini ha tradotto di sua mano manoscritti, lettere, note e osservazioni originali dello scienziato inglese, adottando una visione umanistica e non solo scientifica, dal momento che si sofferma sull’uomo Darwin e le sue emozioni. Ma il libro rivela altro, infatti offre anche uno spaccato dell’Inghilterra vittoriana, degli scienziati che, insieme a Darwin, hanno contribuito a fondare le moderne scienze naturali, quali: Charles Lyell, Joseph D. Hooker, Thomas H. Huxley e altri ancora. Questo perché il grande lavoro di Darwin non è nato da ricerche solitarie, ma da un continuo relazionarsi e confrontarsi con altri naturalisti per trovare l’interpretazione corretta delle sue idee e convinzioni, costantemente messe in dubbio anche da lui stesso. L’arduo cammino di Darwin è, pertanto, un inedito viaggio, che offre uno spaccato sincero di una mente illustre, delle sue grandi idee e della società a lui contemporanea.
… Siamo arrivati all’estate del 1858. Darwin lavora faticosamente alla sua opera. Il 18 giugno, con la posta del giorno Darwin riceve una lettera di Wallace accompagnata da un breve manoscritto. La bomba che era stata innescata tempo prima è giunta, alla fine, proprio nelle sue mani. Affranto e in grande agitazione, non può far altro che affrettarsi a scrivere a Lyell, ricordando che l’anno precedente l’amico l’aveva saggiamente invitato a “scrivere qualcosa”:
Mio caro Lyell,
Approssimativamente un anno fa tu mi consigliasti di leggere un articolo che Wallace aveva pubblicato sugli Annali e che ti aveva molto interessato. Io scrissi a Wallace e oggi mi è arrivato il suo nuovo articolo qui allegato che egli mi ha mandato chiedendomi di trasmetterlo anche a te. È un lavoro che vale davvero la pena di leggere. Le tue parole di allora si sono avverate e sembra proprio che io sia stato preceduto. Tu me lo dicesti quando ti spiegai brevemente la mia idea sulla “selezione naturale” dovuta alla “lotta per l’esistenza”. Non mi è mai capitato di vedere coincidenza più incredibile: se Wallace fosse entrato in possesso del mio abbozzo del 1842, non avrebbe potuto farne un estratto migliore di quello che ha fatto col suo articolo. I termini che usa sono nientemeno che i titoli dei miei paragrafi. […] Ora mi devo affrettare a scrivere e a mandare i miei articoli a qualche giornale altrimenti l’originalità del mio lavoro, qualsiasi cosa questa possa contare, se ne andrà in frantumi.
Spero che tu approvi la bozza di Wallace perché gli devo riferire il tuo giudizio.
Le cose precipitano.
Il 18 giugno Darwin si ritrova tra le mani un breve manoscritto altrui che dice, in poche e semplici parole, l’essenza di quel che egli ha costruito in circa vent’anni di appassionato lavoro. Non è difficile capire come dovette sentirsi: a dir poco, impietrito. I timori di Lyell si erano avverati: qualcuno l’aveva preceduto. Hooker, i suoi cari e influenti amici, ben conoscendo Darwin e la qualità del suo lungo lavoro, di fronte all’imminente catastrofe architettano qualcosa, nell’estremo tentativo di salvare l’amico da una situazione che lo vede sorpassato sul filo di lana. Mentre essi si danno da fare, egli scrive una sconsolata lettera a Lyell: l’idea di lottare per la paternità della sua intuizione non gli sembra giusta. Egli sa che Wallace è giunto alle medesime conclusioni in modo del tutto onesto e indipendente. Sa anche, e se ne fa una colpa, di aver troppo tergiversato, accumulando prove su prove invece di affrettarsi a pubblicare almeno un estratto di quella che egli chiamava “la mia dottrina”.
Mio caro Lyell
Wallace potrebbe dire: “Tu non intendevi pubblicare un riassunto delle tue idee fintanto che non hai ricevuto la mia relazione. È giusto avvantaggiarsi del fatto che io ti abbia comunicato, liberamente e non richiesto, le mie idee, impedendomi quindi di pubblicare per primo?”.
È difficile per me pensare di dover perdere la priorità, frutto di così tanti anni di lavoro, ma non sono proprio così sicuro che ciò sia giusto. Le prime impressioni di solito sono quelle giuste e la mia prima impressione è stata che sarebbe per me disonorevole pubblicare in questo momento.
In che cosa consisteva l’articolo di Wallace e perché Darwin ne fu tanto turbato? […]
Come è nata l’idea di questo libro?
L’evoluzione, quella biologica e quella culturale, è un argomento che mi ha sempre interessato. Su questo argomento ho pubblicato un paio di saggi. Darwin è un personaggio che, volenti o nolenti, è stato determinante nel costruire uno dei paradigmi fondanti del Novecento e non solo. Questo saggio su Darwin, però, non riguarda tanto l’evoluzionismo come teoria biologica, ma si serve delle asserzioni autografe del naturalista inglese per esplorare il suo metodo e l’immane determinazione e fatica che ha portato alla costruzione della sua teoria. Inoltre, mi sono reso conto che molti di coloro che parlano di Darwin e dell’evoluzionismo non hanno mai letto una riga delle sue opere. Ma questo non è un vizio che riguarda solo Darwin. Molti di quelli che parlano di Islam, per esempio, non hanno mai letto il Corano. Ben pochi di quelli che parlano di Kant o di Platone, ne hanno letto almeno in parte le opere. Ben pochi di quelli parlano male della musica di Wagner ne hanno ascoltato sistematicamente le opere. Questo vizio di parlare senza cognizione di causa è un vizio universale. Per questo ho voluto affrontare la creazione della teoria darwiniana seguendone passo passo “l’evoluzione” attraverso le parole stesse di Darwin: le innumerevoli osservazioni, le diverse ipotesi, i momenti di entusiasmo, quelli di scoramento quasi fino alla disperazione. L’idea di questo libro è stata quella di affrontare con rigore il tema della fatica scientifica e quello della determinazione umana: metodo e fatica, dunque. Due cose che ognuno di noi, quando si applica a qualcosa (qualunque cosa) dovrebbe metter in atto per ottenere risultati buoni e duraturi.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Quattro anni buoni di lavoro. Mi sono sentito in dovere di leggere l’intera opera di Darwin riguardante la costruzione della sua teoria, dai primi appunti presi durante il suo famoso viaggio attorno al mondo, ai primi taccuini, alle sei successive edizioni de l’Origine delle Specie, alla corposissima corrispondenza con naturalisti di tutto il mondo sull’argomento. Una fatica notevole, per me, che alla fine mi ha fatto entrare in sintonia empatica con la fatica del naturalista inglese. Dalla attenta lettura ho estratto passi delle opere e della corrispondenza per costruire una narrazione della vicenda umana e scientifica che ha portato alla costruzione della sua rivoluzionaria teoria. Il tutto, tenendo ben presente il segmento storico e culturale in cui Darwin ha operato (l’era vittoriana).
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
L’autore principe ovviamente è Darwin. Un altro autore da cui ho attinto è il figlio di Darwin, Francis, che è stato il primo curatore critico dell’opera del naturalista inglese. Un altro autore fondamentale da me consultato a fondo è Alfred Wallace, il naturalista che, più giovane di Darwin, ha costruito una teoria dell’evoluzione simile a quella esposta ne l’Origine delle Specie e che ha avuto un ruolo fondamentale nell’indurre l’autore a completare e a implementare la propria teoria. Oltre a questi, ho tenuto conto di altri revisori critici dell’opera di Darwin. Tra questi, Dov Osvopat, John van Wyhe, James Moore e Adrian Desmond, James Costa e altri.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Milano, dove sono nato. Ho sempre vissuto in questa città anche se per lavoro (sono stato un medico ospedaliero), ho trascorso periodo a Genova, Monza, Casale Monferrato, Alessandria.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Da un paio di anni sto lavorando a un progetto sulle viaggiatrici che, dal Seicento al Novecento, hanno girato per il mondo, spesso ma non tutte in solitaria, e del mondo (e del viaggiare per il mondo) hanno dato proprie personali letture e interpretazioni. Ho selezionato una trentina di autrici i cui diari di viaggio rappresentano la materia prima della narrazione. Si tratta, in fondo, di una meta-narrazione, dove la mia narrazione serve da trait d’union delle rispettive narrazioni di viaggio. Il tutto fornisce un mosaico o una visione caleidoscopica di quello che il mondo esotico (spesso l’Oriente, ma non solo) rappresentava per le singole viaggiatrici e per l’epoca e la cultura di cui erano potatrici, spesso anche in modo critico.
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