
Edito da Giancarlo Oldani nel 2020 • Pagine: 336 • Compra su Amazon
Cos'è realmente l'anima? L'umanità ha davvero avuto origine su questo pianeta?
Quando Liam si ritrova coinvolto in trame internazionali non può certo immaginare che quello che scoprirà sarà il più grande segreto che i potenti nascondono al resto dell'umanità, la chiave per la vita eterna: un oggetto sferico in grado di far reincarnare le persone, o almeno questo è quello che sembra. Alla luce di questa scoperta tutta la storia umana apparirà sotto un aspetto diverso e presto sarà chiaro che i più importanti eventi storici sono in realtà solo la facciata dietro la quale si nasconde la lotta per il possesso della Sfera.
Un romanzo fantascientifico che si snoda attraverso un secolo e diversi protagonisti, e che fornisce una chiave di lettura alternativa dei fatti storici più importanti.
Le antiche civiltà, due guerre mondiali, la corsa allo spazio, le armi nucleari e le società segrete sono solo alcuni aspetti che dopo la lettura di questo libro avranno tutto un altro senso.

CAPITOLO I
Dicembre 1899
LONDRA
Nel silenzio della penombra il respiro irregolare del sonno della ragazza faceva da sottofondo alla fiammella della candela che sembrava ballare al ritmo di quel respiro innaturale. Le lenzuola ricoprivano parzialmente le figure abbracciate. Quando la fiammella nella sua danza diventava più fioca quasi non era possibile capire dove finisse un corpo e cominciasse l’altro. I suoi capelli rossi dai boccoli fluenti ricoprivano in parte il suo seno nudo. L’uomo poteva sentire il calore umido del fiato di lei riscaldare la sua pelle mentre la stringeva.
Aveva lo sguardo su un punto indefinito del soffitto e di tanto in tanto le accarezzava i fianchi caldi e lisci, non aveva mai sentito un corpo con un calore così intenso e un respiro tanto corto durante il sonno.
“Quante differenze tra me e questa ragazza”, disse tra sé e sé, e per un momento pensò quasi di essere morto qualche minuto prima. Forse era diventato un cadavere freddo, riscaldato solo dal corpo di una giovane ragazza dormiente. Si guardò la mano e la chiuse a pugno, poi la riaprì lentamente e si convinse di essere ancora vivo.
«Povera creatura, avrà la febbre», disse sottovoce mentre la ragazza si risvegliava e stirava le gambe per poi ritrarle di nuovo. Tolto il capo dal suo petto gli sorrise e le labbra contrastarono con il colore pallido della sua pelle.
«Hai la febbre», le disse accarezzandole le gote con il dorso dell’indice, lei rispose con una smorfia seguita da un colpo di tosse, poi ancora un altro e una raffica di rantoli.
«Dovresti farti visitare Mary, hai una brutta tosse.»
«Cathy, mi chiamo Cathy, non Mary.» rispose lei.
«Be’, Mary, Cathy, poco importa con quella tosse. Hai bisogno di cure. Prendi questi, dovrebbero bastare.» disse Liam alzandosi e sfilando un rotolo di banconote dai calzoni gettati sul pavimento.
«Sei forse impazzito?» esclamò contando incredula i soldi. «Paghi sempre così tanto le puttane con cui vai?»
Lui rispose con un sorriso mentre lei lentamente si metteva seduta e cercava con lo sguardo i suoi vestiti sul pavimento.
Liam la fissò per un attimo distogliendo lo sguardo dalla camicia che stava accuratamente abbottonando.
«Te lo meriti.» Rispose secco.
«Ho capito, sei un tipo di poche parole tu, uno di quelli che si esprimono più con i gesti che con i discorsi.»
La ragazza finì di vestirsi in un silenzio interrotto solo da qualche colpo di tosse, si avvicinò alla porta senza più parlare, la aprì e una volta superato l’uscio diede un ultimo sguardo a Liam, accennando un sorriso come ringraziamento, poi chiuse senza fare rumore.
Liam rimase solo nella camera della bettola che occupava da mesi, il freddo era pungente e il camino era spento. La stanza aveva le pareti annerite dal fumo del carbone e oltre al letto c’era un tavolo con tre sedie e un angolo in cui cucinare qualcosa, cosa che Liam faceva raramente. Il gabinetto era all’esterno, comune a tutti gli affittuari, e anche la pompa dell’acqua era fuori nel cortile.
Il giorno era alle porte, l’oscurità lasciava posto alla plumbea atmosfera dell’inverno inglese. La città si risvegliava lentamente e la torre dell\’orologio svettava imponente col suo grande occhio. Il nuovo secolo era alle porte e i rintocchi della grande campana ne scandivano l’avanzata aumentando quella tensione dovuta all’incertezza che accompagna tutti i cambiamenti. L’arrivo di ogni nuovo secolo è sempre percepito con un misto di aspettativa e timore, in particolare quello che stava per arrivare prometteva enormi cambiamenti, mille aspettative e tanto timore.
1900: solo sentire quel numero metteva paura.
Liam però non ne aveva, o meglio non aveva paura di un secolo o di un millennio, sapeva perfettamente che il tempo era una pura convenzione e il 1900 era una menzogna come lo erano stati tutti gli altri anni per 1899 volte.
Secondo lui ogni uomo avrebbe dovuto sapere che l’inganno del potere partiva dalla data che era attribuita al millennio, al secolo e all’anno stesso in cui stava vivendo. Contare gli anni partendo dalla nascita di un uomo, che idiozia, ma del resto non c’era troppo da stupirsi considerando che la maggior parte degli uomini del suo tempo era ancora convinta che il genere umano discendesse da Adamo ed Eva.
Liam aveva letto anni prima un libro che esponeva la teoria di Charles Darwin, “L’origine delle specie”, e ne era rimasto affascinato, in un attimo quello che rimaneva delle convinzioni religiose che gli erano state inculcate fin da bambino sparì definitivamente.
Inizialmente scoprire che i progenitori degli uomini erano degli scimmioni fu un boccone duro da mandare giù, una bestemmia, ma col tempo era diventato tutto più chiaro, più logico.
Nell\’immaginario collettivo dei suoi concittadini una divinità era pulita, bella e pura, ma lui che aveva frequentato ambienti nobili sapeva bene quanto nella realtà potenti ed aristocratici fossero bestie sporche e assai peggiori degli scimmioni di Darwin.
Fu per paradossi come questo che Liam si allontanò dagli ambienti del potere e abbandonò la chiesa e la fede. Prima di conoscere Darwin e la sua Teoria anche lui aveva creduto in Dio, o meglio, aveva creduto nella possibilità che esistesse, cercandolo attivamente, vagando alla ricerca di una prova concreta, ma più Liam cercava Dio più questi sembrava allontanarsi. Ad ogni passo fatto in avanti lo vedeva sparire in un’aura di mistica falsità, dietro l’ombra di uomini senza scrupoli, scimmie non degne neanche delle bestie da cui discendevano, corrotti dal potere e mascherati da santi. Erano loro stessi quello che il loro Dio condannava; sepolcri imbiancati, bianchi e puri fuori ma dentro pieni di putridume e cadaveri.
Ciò che rattristava di più Liam non era il semplice fatto che avesse frequentato quegli ambienti, ma che ne fosse stato parte integrante non per scelta ma per sangue.
Figlio di Arthur Fox, uno dei più famosi medici di Londra, Liam aveva sin da piccolo conosciuto la realtà nascosta dietro le ovattate apparenze degli uomini di potere inglesi. Tutti quelli che contavano erano pazienti fidati e soprattutto amici del vecchio Arthur. Non sarebbe potuto essere altrimenti: nessuno avrebbe messo la propria vita in mano a uno sconosciuto, soprattutto quando c\’erano in ballo interessi enormi. Fu così che Arthur, rampollo di una nobile famiglia ridotta quasi alla miseria, risollevò le sorti del suo destino laureandosi in medicina ed entrando nelle grazie di lord Maxwell, suo primo importante paziente.
Lord Alfred Maxwell oltre ad essere uno dei più cupi e misteriosi personaggi della Londra vittoriana era anche Gran Maestro della Gran Loggia Unita d\’Inghilterra e fu lui stesso molti anni addietro ad introdurre il padre di Liam, un allora giovane e sconosciuto dottor Arthur Fox, alla massoneria dopo che quest’ultimo lo guarì dalle lesioni provocate da una brutta caduta da cavallo. Da quel momento Arthur iniziò a curare tutte le personalità più influenti dell\’Impero Britannico: magistrati, nobili, esponenti della politica e della religione.
Il 5 maggio del 1873 sposò Lady Elizabeth Carter, non più giovanissima figlia di Lord Gavin Carter, personalità politica di spicco e discendente di un’antichissima famiglia nobile. Il 28 giugno dell’anno successivo, in una fresca notte di luna nuova nacque il loro primogenito: Liam. Fu un parto difficile e doloroso, la partoriente aveva da poco passato i quarant’anni, fatto straordinario per quel tempo, e il feto si presentò in posizione podalica e con il cordone ombelicale avvolto attorno al collo. Fu dato per spacciato ma venne alla luce. Nacque pieno di lividi, cianotico e privo della vivacità di un neonato in salute; per qualche minuto sembrò addirittura morto.

Come è nata l’idea di questo libro?
Una sera d’estate molto calda, in cui cercavo il refrigerio dell’aria condizionata sdraiato sul letto a fissare il soffitto, ho iniziato a pensare quasi senza motivo alla reincarnazione, in un attimo mi è arrivato un pensiero: e se fosse davvero la realtà? E se i potenti del mondo lo sapessero e lo sfruttassero per mantenere il potere? Da lì ho immaginato la storia umana sotto questa nuova chiave di lettura.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
È stato molto difficile giungere al termine perché non ho mai avuto esperienza di scrittura così complessa. La ricerca storica mi ha occupato molto tempo ma il risultato mi ha soddisfatto proprio per la precisione nei dettagli.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Nell’ambiente fantascientifico adoro Frank Schätzing autore di “Il quinto giorno” che ritengo un capolavoro. Mi piacciono molto anche Ken Follet e soprattutto Agatha Christie.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono di Vittuone, un piccolo paese ad Ovest di Milano, dove ho sempre vissuto tranne una breve parentesi in un paese della zona.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho alcuni progetti in mente, oltre ad un altro romanzo fantascientifico/horror sto lavorando anche ad una collana di libri per bambini in collaborazione con un’illustratrice.
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