
Edito da LETTERE ANIMATE nel 2016 • Pagine: 501 • Compra su Amazon
Due colleghi psicologi e amici di lunga data ideano un progetto che vede protagonisti due loro pazienti, diversi in tutto ma uniti dalla profonda sofferenza che li ha segnati e, inaspettatamente, dalla musica classica. Il desiderio della giovane Irina, martire di violenze e abusi, di vivere la realtà di una comune adolescente si fonderà con la speranza di Philippe di superare il rimorso di aver permesso che la moglie e il figlio, vittime della sua effimera esistenza, morissero. Faranno da cornice ai loro desideri e speranze l’energia della dottoressa Jean La Mot, che considera il suo operato una missione, la determinazione e il coraggio di Etienne, deciso a percorrere la lunga strada che dista dal proprio cuore a quello della ragazza che ama e l’ossessione di Pierre Danton, un efferato criminale, disposto a tutto pur di riavere accanto a sé la sua donna. Ogni parte del progetto è studiata nei minimi dettagli, niente andrà storto o forse niente andrà per il verso giusto…

“Non ho paura Jean, non temere. Più niente può farmi paura. La nascita, la crescita, la vita, l’amore, il dolore, la morte sono cose che fanno paura a chi è vivo, a chi teme che le cose belle possano finire, che le cose belle possano morire. Ma a chi è oramai morto dentro, a chi non ha più sogni, a chi non ha più speranze… niente fa paura…”
(cap. XLVII, pag. 432)

Come è nata l’idea di questo libro?
Donne violate, bambini abbandonati, uomini persi nei propri errori sono conseguenze della violenza, dell’opportunismo, dell’egoismo, dell’indifferenza degli esseri umani. Chi necessita di un riscatto, chi brama una chance, chi desidera un miracolo. Nessuno, tuttavia, è solo. Ognuno è unito al prossimo nella speranza di un migliore destino. Il dramma di vivere è quanto affligge i protagonisti di Beethoven’s silence. Il peso del peccato. Il peso della sofferenza. Il peso degli sbagli. Il peso della vita. Personaggi che sembrano incontrarsi per puro caso, per uno scherzo della sorte, ma che insieme, spinti da un comune desiderio, riescono a ricostruire un futuro. Il loro futuro.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non è stato difficile portare a termine Beethoven’s silence. Anzi. Era tutto nella mia testa prima ancora di essere scritto. Ho, invece, impiegato molto tempo per correggerlo. Il testo è lungo.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Due autori, di cui apprezzo decisamente idee e stile, sono l’americano Joseph Kanon e l’italiano Roberto Costantini.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nata e vivo in provincia di Roma. Ho vissuto anche in Francia e in Sudan.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dopo Beethoven’s silence ho pubblicato altri lavori. A Natale 2018 ho auto-pubblicato una raccolta di racconti a tema natalizio, Storie brevi per riflettere. In questi giorni ho iniziato ad auto-pubblicare un nuovo romanzo, She can, vincitore #wattys2017, categoria Cantastorie.