Edito da Baldi francesco nel 2019 • Pagine: 88 • Compra su Amazon
Un breve viaggio che affronta le origini del Chicago Blues, l'avvento del passaggio dalle sonorità del Delta del Mississippi al Blues elettrificato nella Città del Vento, passando dalla storia delle sue case discografiche quali la Chess Records dei fratelli Leonard e Philip alla Cobra Records di Eli Toscano. L'importanza della figura del padre del Chicago Blues Muddy Waters e la sua enorme influenza nella musica Blues, ma anche sulla scena musicale inglese che portò alla nascita del movimento del British Blues, fino ad arrivare passaggio dal Blues ai primi Rock 'n' Roll di Chuck Berry e Bo Diddley. Un libro scritto da un bassista amatoriale appassionato di Blues, che ha voluto omaggiare tutti quei bassisti che con il loro strumento hanno accompagnato durante il loro percorso artistico i più grandi nomi del Blues quali Muddy Waters, Howlin' Wolf, Otis Rush, Buddy Guy, Magic Sam e moltissimi altri.
Sarebbe quasi troppo semplice affermare che la Chess Records è stata una delle più importanti e influenti case discografiche di tutti i tempi, quello che ha fatto per il Blues del dopoguerra non solo spazia dall’aver fatto conoscere grandi nomi della Musica Nera ma anche dall’essere stata parte delle basi che porteranno alla nascita del Rock and Roll, i creatori di questa storica label sono i due fratelli Leonard e Phil Chess, Lejzor Czyz nasce il 12 marzo del 1917, suo fratello minore Fiszel Czyż il 27 marzo del 1921, appartenevano ad una famiglia di origine ebrea di Motal a quei tempi cittadina della Polonia, oggi appartenente alla Bielorussia.
Nel 1928 i due fratelli insieme anche alla sorella Malka raggiungono il padre Joseph a Chicago, qui cambiano i loro nomi in Leonard e Phil e il loro cognome in Chess, da subito iniziano a interessarsi alla Musica Nera.
Dal 1938 iniziano a gestire vari Jazz club nel Southside di Chicago arrivando nel 1946 a dirigere il loro nightclub chiamato Macomba, in quel periodo Phil era ritornato dalla fine del suo servizio nella seconda Guerra Mondiale.
I due fratelli si rendono conto che i vari artisti di musica Blues non erano propriamente registrati a livello sonoro ma neanche promossi correttamente dal lato commerciale, la loro scelta perciò sarà quella di creare una propria etichetta indipendente per la produzione dei suoi futuri musicisti. Leonard diviene socio nel 1947 della allora attuale Aristrocat of Records fondata e gestita da Evelyn and Charles Aron, insieme agli altri soci Fred and Mildred Bount, a quei tempi la label era specializzata nella produzione di artisti popolari di musica bianca quali Sherman Hayes e la sua orchestra.
Leonard negli anni acquista sempre più quote della società e nel 1949 insieme al fratello Phil rilevano le quote degli Aron, sulle ceneri della Aristrocat nasce la Chess Records.
All’inizio della vita questa riprodurrà sotto il suo nome tutte le precedenti canzoni uscite presenti nel catalogo Aristocrat.
Tra gli artisti della Aristrocrat of Records vi era presente un certo Sunnyland Slim, pianista originario del Missouri, fu proprio lui a suggerire ai due fratelli di spostarsi dal Jazz che passavano nei loro nightclub verso le sonorità grezze del suono della strada cioè il Blues.
Il fato volse che tra i partner musicali di Sunnyland Slim vi fosse un giovane chitarrista chiamato McKinley Morganfield conosciuto con il nome d’arte di Muddy Waters.
Muddy Waters arriva a Chicago nel 1943, fiducioso che il futuro del Blues risiedeva nell’utilizzo della chitarra elettrica, pensava che in questo modo fosse più semplice per la gente far entrare nella loro vita queste nuove sonorità che più si integravano con lo stile di vita frenetico e moderno di Chicago rispetto alle piantagioni del Mississippi.
Waters lavorava come molti immigrati ma la sera apriva i concerti per Big Bill Bronzy e per Sunnyland Slim, fu infatti lui che l’introdusse poi a Leonard Chess dopo che la Columbia si rifiutò di produrlo.
La vita di questo artista cambierà radicalmente quando arriverà a registrare proprio per la Aristrocat Records nel 1948, alcuni pezzi come il singolo di “Gypsy Woman” e il successivo “I Can’t be Satisfied” contente anche “I Feel I’m Going Home”. Questo piccolo passo sarà il futuro suono del Blues Elettrico di Chicago e l’inizio di un’era musicale, Waters potete registrare in sala prove con la chitarra elettrica permettendo al suo stile di essere ancora più incisivo e definito.
Questo suo sogno si avvera grazie alle profonde conoscenze nell’ambiente dei Chess e ai loro Club, ma anche ai loro accordi con le varie stazioni radio, ben presto Muddy diventa il leader incontrastato del Chicago Blues.
La collaborazione tra la Chess Records e Waters Water rappresenta l’avvento del Blues elettrico di Chicago, anche se il passaggio stilistico dalle vecchie sonorità del Delta a quello del Blues elettrico non fu così immediato come si pensa.
Molte etichette tra cui anche la Chess Records stessa prima di intraprendere questa strada, volevano rimanere ancorate al suono acustico del Delta, che era consolidato e che dal lato economico produceva introiti garantiti alle case discografiche.
Svariati artisti di Blues si rifiutavano di accettare la nascita di queste nuove sonorità, un esempio palese fu il chitarrista Jimmy Reed, che arrivato quasi in contemporanea a Waters nella Windy City, rimase sempre legato ad uno stile acustico più fedele alle sue origine del Sud.
Il successo però di questo nuovo Blues e della Chess consisteva anche nel fatto che i suoi studi di registrazione funzionavano come una macchina sforna successi che grazie ad una scuderia di artisti eccezionali riusciva a creare hit di successo commisurate a misura.
A contribuire al successo dell’etichetta ci pensa anche l’arrivo in città di Chester Burnett in arte Howlin’ Wolf nel 1947, personaggio anche lui altamente dotato ma caratterialmente opposto a Waters, la sua conflittualità artistica con lo stesso Waters diverrà parte della storia dell’etichetta e del Blues. Chester Burnett prima di incontrare i fratelli Chess veniva prodotto a Memphis da un giovane produttore chiamato Sam Phillips, il quale purtroppo non essendo titolare di una sua etichetta cedette i master delle registrazioni di Wolf alla Chess, nel 1951 grazie ad hit quali “How Many More Years”, “Moanin’ at Midnight”, anche Howlin’ Wolf riscuoterà i primi successi commerciali.
Una piccola parentesi su Sam Phillips, questo piccolo produttore di Memphis troverà i mezzi successivamente per aprire la propria casa discografica chiamata Sun Records, vi dice nulla questo nome? magari quelli di Elvis Presley, Carl Perkins, Jerry Lee Lewis e Johnny Cash non vi sono indifferenti, tutti questi straordinari artisti sono stati scoperti da Sam Philips e dalla Sun Records che è stata per il Rockabilly quello che la Chess Records è stata per il Blues.
Leonard e Phil si dividevano i compiti all’interno della loro creatura, mentre Phil dirigeva e organizzava la casa discografica e i vari locali, Leonard divenne il talent scout e uomo immagine dell’etichetta, e tra i nuovi artisti messi sotto contratto da Leonard troviamo Robert Nighthawk il quale introdusse una figura di rilievo importantissima per il futuro della compagnia, Willie Dixon.
Willie Dixon è stato una figura chiave nella composizione di tanti successi dell’etichetta, era Dixon l’uomo con cui ogni artista voleva collaborare, la persona da cui ognuno voleva farsi scrivere i propri successi, sia Muddy Waters e che Howlin’ Wolf utilizzavano Dixon che si altalenava regolarmente tra loro due e gli altri artisti della Chess Records.
La Chess Records ha reclutato moltissimi artisti i cui nomi entreranno nella storia del Blues, tra i miei preferiti l’armonicista Little Walter che arriverà a Chicago sulla scia del successo ottenuto da Waters ed entrerà a far parte della sua band.
L’impero discografico della Chess Records sembrava non avere limiti e anche grazie alla loro sussidiaria la Checker Records, la quale non solo produsse i dischi di Little Walter ma svariati altri artisti di spicco nel Blues tra cui Little Richards, Sonny Boy Williamson II, ma anche del soul e della musica R&B come l’immensa Aretha Franklin, Montella Marie Bass, Bobby Moore & the Rhythm Aces, il quartetto gospel dei Five Blind Boys of Mississippi, ma anche un altro pioniere del rockabilly come Dale Hawkins e la sua famosissima hit “Suzie Q”.
A tutto questo si deve aggiungere anche il catalogo Jazz della loro label Argo con il quale la Chess fece uscire sul mercato nel 1960 l’album di debutto di un’altra futura regina del Blues e del Soul “At Last” di Etta James, e non dobbiamo escludere la Middle Earth Records con sede in Inghilterra gestita dal figlio di Leonard, Marshall la quale si specializzò nel rock psichedelico.
Molti artisti di talento spiccheranno negli albi della casa discografica, grandi nomi di Bluesman del dopoguerra tra cui si può tranquillamente ricordare Sonny Boy Williamson, Lowell Fulson, Memphis Slim, John Lee Hooker, Willie Mabondel, il pianista Otis Span, per non scordare Hubert Sumlin e Jimmy Rogers.
Gli appassionati del Blues sicuramente avranno visto come il sottoscritto il film “Cadillac Records”, ispirato sulla vita di Muddy Waters e la Chess, un film gradevole che riporta a grandi linee la nascita di una nuova forma di Blues, incentrata principalmente sulla figura di Leonard Chess e su quell’artistica e musicale di Muddy Waters.
Come è nata l’idea di questo libro?
Questo libro nasce dall’idea di voler omaggiare tutti quei bassisti che hanno suonato con i grandi artisti del Blues, una libro scritto da un bassista amatoriale dedicato a tutti coloro che al basso elettrico hanno accompagnato i grandi nomi del Blues sia in studio che sui palchi.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Molto. La difficoltà maggiore è stata quella di ricercare la vita dei bassisti che ho ascoltato nei dischi di Blues attraverso svariate ricerche nella bibliografia di riferimento sia italiana che inglese nei vari blog amatoriali spesso stranieri, ma anche cercare di sintetizzare in maniera rapida e veloce la Storia della Chess Records e della creazione del Chicago Blues.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Massimo Cotto, Roberto Caselli, Edoardo Fassio, Guido di Michelone, Luigi Monge, Alan Lomax, Robert Palmer, Roger Stolle, Giles Oakley.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo da sempre a Prato in Toscana ma lavoro da quindici anni a Pistoia, una delle città che organizza da anni uno tra i festival Blues più importanti in Italia.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Scrivere ancora di Blues e Musica Nera con particolare riferimento ai bassisti, promuovere la diffusione del Blues perché è la vera Musica dell’Anima. ed il suo messaggio è ancora oggi attuale come ieri
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