Bridget O’Malley e i misteri di Rocksource: presentazione e intervista a Sabrina Lagoteta

«Mark? Perché?» «Non l’hai notato? Gli sta sbavando dietro.» «Ah sì? A me sembra che stia sbavando dietro a Jeff.» Bridget non osò dirle che era il contrario anche perché Rose le sembrò alquanto sollevata dalla notizia. «Puoi dire a Mark che deve invitarla a una festa molto esclusiva per stasera, una festa che richiede abito lungo ecc., vedrai che accetterà al volo e si fionderà a Cork o dovunque ci sia una boutique, per cercare qualcosa di assurdo da indossare e poi contatterà almeno una decina di estetisti.» «Dici? Eppure non sembra averne bisogno.» Rispose Rose ingenuamente, non senza una certa invidia. «No, infatti, ma lei vuole sempre essere la migliore. Vedrai che non resisterà all’idea.» «Okay, vado subito a parlare con Mark. Ma, come facciamo con la festa?» «Non c’è problema, diremo che è stata annullata all’ultimo momento. Sai che faccia?» «Bridget, sei proprio perfida!» «Sì, lo ammetto, sono malefica» ed entrambe scoppiarono a ridere. Morgan la gratificò di una marea di sorrisi e gorgheggi e Bridget lo lasciò a malincuore. Per un attimo rimpianse la sua vita a Wicklow Town così tranquilla e noiosa. Suo padre Philip l’avvolse fra le braccia nodose e Bridget si ritrovò con il naso spiaccicato su un insolito papillon verde tempestato di scarafaggi giallognoli. «Cara, ci sei mancata molto. Anche Morgan ti chiamava sempre.» «Oh anche voi mi siete mancati» e dicendolo Bridget si rese conto di quanto fosse vero. La passeggiata con i ragazzi fu uno strazio. Meggy si pavoneggiava fra Mark e Jeff, mentre Bridget, Rose e Ofelia camminavano dietro come delle damine di compagnia. «E così anche tu studi a Galway?» Mark recitava molto bene o era davvero alquanto affascinato dalla ragazza, a giudicare dai sorrisi che profondeva in quantità. «Sì, magari possiamo vederci se vuoi, quando ricomincia la scuola.» «Magnifico. Al ritorno ti lascio il mio indirizzo.» Jeff guardò il fratello con aria sbalordita, non l’aveva mai visto così intraprendente «Ehi fratello, il NOSTRO indirizzo. Ricordi? Io e te fra-te-lli!» disse scandendo le parole come a un bambino. «Jeff, smettila, io e Meggy stiamo parlando seriamente». Prese la ragazza sotto braccio e la portò più in là rispetto al gruppo. «Ehi, ma avete visto? Mi ha soffiato la ragazza dalle braccia! E poi dicono i fratelli. Caino, ecco cos’è.» Rose non rispose ma lo guardò indispettita e proseguì, Bridget, che si era già pentita della propria brillante idea, lo sorpassò irritata. Soltanto Ofelia si degnò di rispondergli con il suo solito tono pacato. «Caro piccolo Jeff, non te l’hanno detto?» «Detto cosa?» «Chi troppo vuole…» «Non ci posso credere, anche tu? Allora è una congiura contro di me. Ma cosa vi ho fatto?» Intanto Bridget osservava Meggy sfoderare tutte le sue grazie con Mark, facendo dei risolini svenevoli a ogni sua parola, mentre il ragazzo non disdegnava affatto la situazione, tant’è che, a un certo punto, lei notò con disappunto che si stavano tenendo per mano. «Basta, non ce la faccio.» «Bridget, dove vai?» Rose vide che all’improvviso faceva dietro-front «Me ne torno a casa. Ho mal di testa» poi con voce più alta proseguì «voi andate pure, forse la mamma aveva ragione, sto covando un’influenza. Vado a mettermi a letto.» Mark a quel punto tornò indietro e si avvicinò a Bridget posandole premurosamente la mano sulla fronte. «Bri fai sentire. Sì, sei calda.» Bridget, consapevole del proprio rossore e presa da sensazioni contrastanti, allontanò la mano e voltandosi di scatto si diresse verso casa. «Aspetta, ti accompagno.» Mark le era di nuovo accanto seguito dallo sguardo infuriato di Meggy. Lei coltivò per un momento l’idea di accettare, ma poi si ricordò del piano e cercò di rispondere nel modo più convincente possibile «No, ti ringrazio, ma preferisco mi accompagni Jeff, sai devo dirgli delle cose. Cose private.» Mark si immobilizzò all’istante, mentre un baldanzoso Jeff le porgeva il braccio tutto tronfio «Ciao Fratello, scusaci, ma sai le cose private sono private.» Bridget notò con soddisfazione che Mark aveva accusato il colpo, anche se Meggy aveva provveduto subito a trascinarlo con sé. «Allora piccola, di cosa volevi parlarmi?» le disse Jeff accostandosi al suo viso con sguardo languido «Del tempo naturalmente. Non è questo l’argomento preferito dalla gente?» rispose Bridget brusca «Allora ho ragione. È un complotto contro di me. Vi divertite a prendermi in giro» Lei lo fulminò con lo sguardo e il ragazzo comprese che non era il caso di continuare «Okay, ho capito. Sai, non sono così tonto. Ce l’avete tutte con quella povera ragazza. Ma poi perché? Non è mica una colpa essere carine.» Jeff si fermò un istante «no, no, mi correggo, non carina, bella… Bellissima!» «E va bene, tenetevela pure. Vuol dire che ci penseremo noi ragazze, a salvare la nonna da Glisenda, visto che voi avete altro da fare.» Bridget era furiosa e si rese conto di aver quasi urlato vedendo la faccia intimorita dell’amico. «Scusa Bridget, non sapevo fosse successo qualcosa a tua nonna. Ma Mark lo sa? E le ragazze? Corro subito indietro a chiamarle.» «No, no, aspetta. Anzi scusa per prima, ma sono un po’ nervosa» «L’avevo notato.» Così Bridget gli spiegò quello che avevano convenuto con Rose, pregandolo di non farne parola con nessuno al di fuori dei ragazzi. Giunti al Maniero si salutarono con l’accordo che, non appena Meggy avesse manifestato la volontà di andare in città, l’avrebbero accompagnata a casa aspettando poi, nascosti da qualche parte, un suo segnale per entrare.