
Edito da Akkuaria nel 2015 • Pagine: 132 • Compra su Amazon
C’è bisogno del senso del vento che ci passa tra i capelli e ci sconvolge senza farci male. Sì, può essere la nostra bussola naturale che ci guidi verso nuovi lidi più puliti che ancora non siamo riusciti a sporcare. La nostra bussola è solo “impazzita”, come quella di Montale che non sa più indicarci quale sia la via da seguire, e seppur ci affidiamo al calcolo dei dadi, questo “più non torna”. E mi sento perduto quando guardo il mare e ad esso accosto questa inconsistenza dell’uomo, incapace di regolare almeno un poco i ritmi sociali del tempo. L’umanità si sta imprigionando in un mondo ambiguo, insolvente in ogni contesto, con l’evidente segno d’un atroce fallimento, lasciando solo aleatorie opzioni di sopravvivenza. Sì, ascolto questo canto simile a lamento del mare quando s’infrange onda dopo onda in un alternarsi di emozioni. Le emozioni, quelle vere, non è semplice trasmetterle se non con la poesia, la cui voce è l’anima intricata e misteriosa, il suo luogo d’ascolto è il silenzio dove, profondo, s’avverte la presenza di elementi spirituali e culturali lasciati sospesi in un percorso umano che si chiama tempo.

CLOCHARD
“Lascio tutto
troppo stanche
le mie spalle
brutti concetti
teoremi folli
affanno pesante.
Lascio la mia dimora amara
né tetto e né calore
né donne…”.
Così pensò il clochard
quando la vita gli morì nel cuore
e intera la ingoiò per non strozzarsi.
Il clochard
che ora il giorno annaspa
nei bidoni della spazzatura
e dorme la notte sul suo letto
di cartone alla stazione termini.
Folla che va e corre senza fermarsi
la prende larga a non sentir la puzza
padroni su di lui di bassa stirpe.
Giammai un pellegrino a casa sua
la solitudine la scelse e ora l’ama
per sentirsi finalmente libero
di non essere libero.
L’UMANITÀ DI PIETRA
Un giorno tutto sarà gelo,
sarà gelo il mondo
e il firmamento intero.
Poi il gelo si scioglierà
e tutto resterà pietrificato
sarà pietra il mondo,
anche il mare sarà pietra,
le navi in esse incagliate
pietre anch’esse.
Da fontane pietrose
sgorgherà immobile
acqua pietrosa,
daranno gli alberi
frutti di pietra.
Sarà l’uomo pietra
e saranno pietra dura le sue parole.
ABBIAMO ANCORA COSE DA DIRCI
Abbiamo ancora cose da dirci
non sei scappata via
sotto l’improvviso
temporale senza ombrello
tu sei rimasta mia.
Se un portone vicino ci attendeva
protetti dall’inverno e dalla sera
tu sei rimasta mia
a prenderci tutta la pioggia
sui nostri corpi stanchi
per fondere quell’acqua
a quella invisibile dei miei pianti.
Tutti i miei pianti
senza versare lacrime,
sono silenzi che non sempre trovo
anche se in essi spesso mi riparo.
(Mi stanca il mondo
e il suo sleale andare
verità tradite e rinnegate)
Tu sei rimasta mia
lungo la nostra via.
Alla luce pur fioca d’un lampione
amica compagnia
sofferta mia poesia
spesso dura come pietra
dove risplende pioggia nella sera.

Come è nata l’idea di questo libro?
È nata dal confronto della vita con il gelo che proprio in questi giorni ci circonda. Gelo nel gelo, di bianche lastre di ghiaccio appare il nostro corpo, sembra che non tremiamo alla sferza ghiacciata se di ghiaccio è la vita. Più che la vita in se stessa è il gelo che la tormenta incombente ha fatto di noi tutti foglie riarse, inaridite sotto il peso della cinica indifferenza che domina i nostri passi. Forse anche i nostri sogni, poiché ci è stato sottratto finanche il futuro.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Le poesie nascono da sé, dallo smarrimento e dalla sofferenza che ne consegue, dal sentire la propria vita chiusa come un labirinto di cui non si riesce a trovare una via d’uscita. Il mondo ha smarrito il senso della sua umanità e si vive come in esilio da se stessi. Non è sempre facile assemblare un insieme di poesie e prose che trasmettano una unica testimonianza. Come tutti i poeti, spero di esserci riuscito.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Forse prima di tutti c’è Ungaretti, anche se inizialmente, leggendo sui libro scolastici, mi appassionavo alla poesia crepuscolare come Corazzini e Gozzano. Mi sento molto vicino ad Alfonso Gatto anche se poi penso di aver ritrovato una mia strada.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in una cittadina nei pressi di Roma, ma sono originario di Vietri sul mare, sulla Costiera Amalfitana.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto mettendo insieme tutti i miei scritti sparsi qua e là. Cercherò di metterli insieme e di farne un libro. Penso anche ad una raccolta di pubblicare tutti i miei libri in un’unica edizione.
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