
Edito da Il seme bianco nel 2019 • Pagine: 177 • Compra su Amazon
L'umanità è al collasso e Dio, in un ultimo gesto disperato, chiede ai suoi profeti di tornare sulla Terra per porvi rimedio. L'unico che accetta è Gesù, poco convinto. Questa volta però, suo figlio pone delle condizioni: sarà lui a scegliere la sua vita senza interferenze da parte del Padre. Tornato sulla Terra, figlio unico di una donna hippy, utopista e sognatrice, e di un matematico poco propenso ai rapporti sociali, Gesù riceverà un'educazione sui generis.

Una sera, alla fine di un incontro, mi si avvicinò un bambino. Aveva un cappello in testa, la carnagione scura e uno sguardo da adulto.
«Sei Gesù?», mi disse squadrandomi poco convinto.
«No. Mi chiamo Christo, ma non sono quel Gesù che intendi tu. Come ti chiami?».
«Mi chiamo Leonardo».
«Ciao Leonardo, in cosa posso aiutarti?».
Leonardo continuava a fissarmi, soppesando l’idea se fidarsi oppure no. Alla fine pensò che tanto valeva tentare perché, finalmente, mi rispose: «Allora…mi serve un miracolo!».
Questa volta fui io a fissarlo. Bambini! Se gli adulti avessero la stessa schiettezza e franchezza, nel mondo i conflitti si risolverebbero con due spintarelle e una pace fulminea. Visto che non rispondevo e chi tace acconsente, doveva aver pensato, proseguì come se nulla fosse.
«Mia mamma e mio papà sono fuggiti dal loro paese. Fanno lavori modesti ma sono felici perché la mamma voleva che noi ‘crescessimo liberi’, così dice sempre. Ma negli ultimi mesi mia sorella Nadia non sta bene. Non so che cosa ha, ma la mamma piange e il papà ha perso il sorriso. Ora…lo so che nel mondo ci sono tanti bimbi malati che hanno bisogno di aiuto e di guarire, ma ho pensato che tu non fai miracoli, quindi potresti cominciare con me!».
«Leonardo…».
«No aspetta! Non puoi dirmi di no. Perché Gesù ama i bambini, e la mamma dice sempre che tu ci hai protetti tante volte mentre eravamo in cammino. Quindi ci conosci. E se non sei tu Gesù allora sei suo fratello, perciò chiediglielo. La mamma ha una grande Fede in Gesù. E la conosco la storia che chi ha una grande Fede deve superare tanti ostacoli, anche se non mi sembra per niente giusto, allora facciamo così: tu salvi mia sorella, e io ti prometto che da grande farò del bene e mi potrai mandare tutti gli ostacoli che vorrai. Affare fatto?».
Leonardo mi porse la mano con lo sguardo professionale di chi sa che può chiudere un affare importante. Che avrei dovuto fare? Aveva ragione, io amavo i bambini. E sua madre la conoscevo bene. Mi aveva pregato tanto quando fuggì. Non mi chiese mai nulla per sé, pregava solo per tutti i bambini che erano rimasti lì, senza genitori, senza nessuno a proteggerli. Pregava quando non ce la faceva più a camminare, pregava quando veniva battuta, pregava e pregava e pregava. Non smise mai di credere. Gli strinsi forte la mano e annuii.
«Affare fatto. Corri a casa e abbraccia tua sorella, starà bene. Ma non devi dirlo a nessuno».
Leonardo mi guardò con gli occhi colmi di gioia e lacrime, fece un cenno con la testa, mi strinse in un abbraccio e corse via. Abitava al piano superiore, esattamente sopra la sala dove si era tenuto l’incontro, era sgattaiolato fuori di casa per venire a parlare con questo uomo che assomigliava tanto al Figlio di Dio. Un giorno sarebbe diventato un gran medico, avrebbe aiutato molti bambini in zona di guerra, avrebbe mantenuto la promessa.

Come è nata l’idea di questo libro?
In realtà stavo scrivendo un altro libro quando è nato Christo 2.0. Non c’era un’idea, è semplicemente venuto fuori, come se avesse aspettato il momento giusto. Quando ho cominciato a scrivere non sapevo neanche come sarebbe andato a finire, ho vissuto il libro esattamente come qualsiasi altro lettore, scoprendolo giorno dopo giorno.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La prima stesura è nata in due settimane. Io ho sempre avuto difficoltà a concludere un romanzo, ne ho ancora molti incompiuti ma Christo 2.0 è stato quasi un «miracolo», se mi lasciate passare scherzosamente il termine, perché non mi sono neanche accorta di averlo scritto! Non riuscivo a staccarmi dal computer, le parole venivano da sole e così mi sono ritrovata a scrivere la parola fine.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Amo leggere e ne sono una dipendente. Leggo di tutto ma, ovviamente, ci sono degli scrittori che mi hanno aperto il cuore e lasciato senza fiato: Murakami Haruki e Alessandro Baricco sono tra i miei autori preferiti. Mi piace definirli pittori della scrittura perché loro non descrivono una scena… la dipingono.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono romana, ma ho vissuto un po’ in tutta Italia perché non riesco a stare ferma. Attualmente vivo in Toscana.
Dal punto di vista letterario quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Non lo so. Non ho mai pensato di diventare scrittrice e non penso di esserlo. Amo scrivere e continuerò a farlo e vedremo cosa ne uscirà fuori!