Edito da 0111 edizioni nel 2020 • Pagine: 170 • Compra su Amazon
Una potentissima lobby politico-finanziaria europea, di nome “Paradise”, progetta di distruggere l’economia italiana per depredarne le aziende e le vaste risorse. Qualcuno, però, riesce a creare un dossier che smaschera il criminale progetto. Dopo alcune rocambolesche vicende, il dossier finisce nelle mani dei nostri due amici detective: Richard Green, ex funzionario di Scotland Yard, diventato ricchissimo grazie a una eredità, e Peppino Politi, un ex maresciallo dei carabinieri. I due si assumono il compito di consegnare il dossier a un cardinale del Vaticano che sta organizzando una grande conferenza internazionale sulle prospettive della finanza mondiale. La potentissima lobby cercherà di fermare i due detective servendosi di tutti i suoi tentacoli. Inizia così una massiccia caccia all’uomo che si protrae dai Castelli Romani fino a Roma. Nonostante l’abilità dei due detective, la lotta appare impari, ma quando sembrerà che la partita sia persa, avverrà un colpo di scena del tutto inatteso che ribalterà la situazione.
L’indomani mi svegliò il trillo del cellulare sul comodino. Aprii prima un occhio, mi accertai che fosse già giorno, quindi aprii anche l’altro. Era il mio amico e mi disse una sola sillaba – C’è!–
Ero ancora più addormentato che sveglio, quindi non capii subito e reagii stizzito – Chi c’è? L’anima de li mortacci…
– Non ti arrabbiare – mi interruppe lui appena in tempo. – La notizia della morte del ricco rampollo…c’è!
Scostai il lenzuolo e mi misi a sedere sul letto, ancora scombussolato – Sei sicuro? – Chiesi, senza riuscire ancora a pensare.
– Ti avrei svegliato alle sette di mattina se non l’avessi letta sulle agenzie ufficiali? – Osservò lui.
– Sono le sette? – Guardai automaticamente l’orologio – Ti rendi conto che non ho dormito per due notti?
– Non per consolarti – mi fece lui – ma io ho dormito pochissimo anche questa notte!
Assunsi un ghigno crudele – Pensavi al tonno che ti sei fatto scappare?
Richard rise – Anche a quello… ma soprattutto alla telefonata di Pacinelli. Sai… non credo si sia trattato di uno scherzo.
Avrei voluto ribattere ma, conoscendo Richard, sapevo che c’era una sola cosa da fare in quel momento – Ok, mi vesto e vengo! – Dissi rassegnato.
Quando si metteva in testa una cosa era peggio di un mulo e, del resto, a quanto pareva, la notizia che confermava le parole del presunto Pacinelli era venuta dalle agenzie ufficiali di informazione… già! La cosa cominciava a farsi intrigante. Curiosità ed eccitazione mi svegliarono del tutto. Dopo neppure mezz’ora ero dal mio socio.
Trovai Richard che faceva colazione sotto il portico della villa. Sorseggiava il caffellatte e guardava lo schermo del notebook davanti a sé. Quasi non mi guardò, era troppo intendo a leggere le notizie.
– Hai fatto colazione? – Chiese distrattamente.
– Secondo te, in mezzora riesco a farmi la barba, la doccia, a vestirmi, rifare il letto e pure a fare colazione?
A quel punto, lui mi degnò di uno sguardo e annuì. Con il pollice mi indicò il cucinotto dietro di lui – Sbrigati, poi ti faccio leggere una cosa interessante.
Stavo per dirgli di farmela leggere subito, ma avevo troppa fame. Entrai nel piccolo locale e mi preparai la colazione. Misi cappuccino e brioche dentro un vassoio e andai a sedermi accanto a lui.
– Che c’è di interessante? – Chiesi.
Lui mi indicò alcune righe sullo schermo – Leggi qua! – Mi rispose tutto eccitato.
Osservai per un attimo quelle righe, poi mi voltai con sufficienza verso di lui – Ti ho mai detto che so leggere il tedesco?
Lui fece un’espressione mortificata – Oh, scusami! – Disse, battendosi la mano sulla fronte. – Te lo leggo io. – Si concentrò sul testo – “Ieri sera è venuto a mancare il figlio di Aaron Konter, noto finanziere di Niederanven, considerato uno degli uomini più ricchi d’Europa… L’incidente automobilistico è avvenuto intorno alle ventuno”. – Si girò verso di me, piuttosto eccitato. – Le ventuno, capisci? –
Cercai di pensare per qualche attimo al perché quell’ora dovesse generare stupore in me, poi, rassegnato, chiesi aiuto – Senti, penso di non essermi ancora svegliato del tutto… illuminami!
– Peppino! – Esclamò lui, quasi con rimprovero. – Ieri sera a che ora abbiamo ricevuto la telefonata di Pacinelli?
Ci pensai su un attimo – Anita stava preparando la cena per le otto… diciamo che il tizio telefonò verso le 19,30
– Bravo socio!… e come poteva sapere, alle 19,30, che il figlio di un noto finanziere lussemburghese sarebbe morto di incidente automobilistico un’ora e mezza dopo?
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di questo libro è nata dalla costatazione che in molti pensano, a torto o a ragione, che ci sia una scarsa solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Italia. Ho pensato di immaginare che dietro questa sensazione ci sia una reale volontà di danneggiare il nostro Paese e, da qui, è nato il romanzo (che, certamente, non vuole affrontare temi politici).
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
L’idea di un complotto internazionale doveva entrare nella sfera di interesse di due investigatori privati, Richard e Peppino, che sono i due protagonisti di tutti i miei romanzi gialli: questa è stata l’unica difficoltà, peraltro risolta abbastanza presto. Dopo un’ accattivante e divertente costruzione della trama, portare a termine il lavoro è stato facile.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Il mio autore di riferimento è Arthur Conan Doyle. Peppino ha assunto la parte del dottor Watson (è il narratore interno) e i due amici, come il grande Sherlock Holmes, sono attratti dal mistero, dall’indagine, dalla curiosità conoscitiva. Ho aggiunto un’adeguata dose di umorismo perché per me lo scrivere (e il leggere) è anche, e soprattutto, divertimento.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sempre a Latina, una città “nuova”, razionale ed efficiente.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a scrivere una serie di gialli con gli stessi protagonisti. E’ divertente e rilassante, spero che lo sia anche per i lettori.
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