
Edito da Rissini Editore nel 2021 • Pagine: 236 • Compra su Amazon
Geremia, 30 anni, vive da quasi due anni lavorando come bracciante in un’azienda agricola a conduzione familiare nelle campagne toscane in un futuro distopico, post-apocalittico dopo che i cambiamenti climatici hanno decimato l’umanità e disgregato la società di un tempo. Geremia ha, di tanto in tanto, alcune visioni a cui non riesce a dare una spiegazione, a causa di qualche evento traumatico che ha subito in passato in una precedente avventura dimenticata. A chilometri di distanza, i membri di una setta segreta, la Confraternita del tempo, compie sacrifici umani, secondo un rituale antico di millenni, per ingraziarsi la sua divinità.
Le ricerche sul suo passato conducono Geremia, dopo alcune peripezie, in una superba città di mare (Genova nella realtà) dove ritroverà il suo amico Tarcisio che scoprirà essere un alieno rimasto intrappolato nel nostro mondo. Tarcisio gli chiederà aiuto per combattere La Confraternita del Tempo, che con i suoi esperimenti rischia di distruggere la Terra. I due protagonisti verranno supportati da un gruppo di combattenti, denominato “la resistenza” che da sempre si oppone ai piani della confraternita.

L’odore acre delle candele accese pervadeva tutto l’ambiente, nel buio pressoché totale del seminterrato. Un cospicuo numero di confratelli, come non si vedeva da tempo, si era riunito in gran segreto e avevano preso posto tutto attorno nella sala in trepidante attesa. In questa occasione erano così numerosi da riempire quasi completamente gli ottocenteschi spalti semicircolari di quello che era stato l’anfiteatro anatomico in uso in passato alla facoltà di Medicina e Chirurgia della città. Una cerimonia analoga si svolgeva ogni anno, puntualmente il primo giorno di primavera, ma questa volta era una ricorrenza particolare, gli eventi stavano accelerando e tutto sembrava poter volgere in breve tempo a favore della confraternita. Anche la cerimonia questa volta era differente, tutto era pronto.
D’un tratto si aprì la piccola porta che metteva in comunicazione la grande sala con lo stanzino di servizio. Un uomo incappucciato, alto quasi un metro e ottanta e di corporatura robusta, entrò nella sala, era il Gran Maestro. L’abito che indossava ricordava il saio dei monaci ma di colore nero, con un ampio cappuccio che ne copriva interamente il volto, sul petto portava ricamato in colore bianco e giallo il simbolo della confraternita, alle dita alcuni grossi anelli finemente decorati e al collo una spessa collana in oro. Avanzò lentamente fino ad arrestarsi al centro della grande sala davanti al tavolo in legno e metallo, in tutto e per tutto simile a quelli utilizzati nelle sale autoptiche di fine ‘800. Guardò a lungo la platea soddisfatto, poi prese la parola.
«Fratelli. Questa è per noi una ricorrenza particolare. Come sapete ci manca poco per avere il pieno controllo della grande macchina. L’arrivo del messaggero è imminente.»
Un brusio si alzò nella sala, la soddisfazione era molta. Il Gran Maestro fece un cenno con la mano e gli animi tornarono a quietarsi, il brusio cessò quasi immediatamente. Il maestro proseguì.
«Rendiamo oggi grazie al nostro signore e padrone, che è al contempo nostro fardello e dominio. Possa, in questi momenti decisivi essere ancora una volta il tramite per le nostre grandi opere. Che il Tempo sia con noi.»
Una giovane donna entrò a quel punto nell’anfiteatro e iniziò a scendere lentamente i gradini per arrivare al cospetto del Maestro. Gli si inginocchiò davanti e rimase in silenzio. Sembrava essere in una sorta di trance, probabilmente era anche sotto l’effetto di un qualche tipo di sostanza psicotropa. Era vestita solo con una casacca in lino bianca semitrasparente. Lui le fece cenno di alzarsi e la strinse a sé, poi la ragazza si portò al centro della sala.
«Sacrifichiamo oggi questa giovane donna al nostro Dio perché possa esserci propizio. Il tempo è venuto.»
La donna sedette sul tavolo autoptico, due servitori entrarono nell’anfiteatro, uno porse una coppa alla ragazza. Lei recitò una preghiera in latino poi bevette dalla coppa e si sdraiò sul tavolo. Dopo pochi minuti era completamente sopita, tanto che solo il lento e ritmico movimento verticale del suo petto lasciava a tratti intuire che fosse ancora in vita anche se pesantemente sedata.
Il silenzio era tale che ad uno degli osservatori posizionato nella parte più bassa delle gradinate, proprio di fronte alla donna, sembrò per un istante di poter ascoltare il battere ritmico e lento del suo cuore. Stava in realtà solo percependo il proprio di cuore, lento come se fosse in grado di controllarlo con estrema freddezza, ma in realtà ogni singolo battito gli pesava come un macigno all’interno del torace. Sapeva benissimo, come tutti i presenti, quello che sarebbe accaduto da lì a breve, ma era l’unico fra tutti ad esserne turbato, gli altri erano piuttosto eccitati per quello che doveva avvenire, avevano atteso molti anni questa cerimonia. Questa volta l’uomo avrebbe voluto intervenire, ma nulla avrebbe potuto fare da solo. Rimase composto nascondendo il più possibile il suo stato d’animo, avrebbe solo sacrificato invano anche la sua di vita se avesse tentato qualcosa.
Una lunga cicatrice verticale attraversava la parte destra del suo volto, salendo da sotto l’estremità del labbro fino quasi al contorno dell’orbita, gli occhi erano freddi come il ghiaccio, anche adesso lo sguardo non lasciava trasparire alcuna emozione.
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Come è nata l’idea di questo libro?
Ho voluto proseguire la storia già tracciata con il mio primo romanzo “Un altro mondo, un altro tempo”, svolgendo in maniera più ampia e incisiva l’idea stessa della storia.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
È stato molto impegnativo, in quanto nella storia si intersecano varie vicende e molti personaggi fortemente collegati tra di loro. Tuttavia la stesura, durata quasi 10 mesi è stata molto piacevole e credo abbia prodotto un racconto molto interessante.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I miei autori di riferimento sono Philip Kindred Dick, Isaac Asimov, Edgar Allan Poe e soprattutto Richard Matheson da cui traggo costantemente ispirazione.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo a Genova, dopo avere lavorato come Tecnico di Laboratorio e Biologo Cellulare e Molecolare, ho deciso di mollare tutto da circa due anni per dedicarmi, per il momento, interamente alla scrittura.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho appena terminato di scrivere il seguito de “La confraternita del tempo”, che uscirà indicativamente entro fine anno, sempre edito da Rossini Editore. Inoltre sto scrivendo un Thriller/horror/poliziesco, ambientato nel nord ovest italiano che dovrebbe essere pronto entro fine anno e pubblicato spero entro metà 2022 e una serie di 15-20 racconti da pubblicare in una Raccolta di Racconti, probabilmente entro il 2023.
Un libro molto bello, che si fa leggere una pagina dopo l’altra, lasciandoti il desiderio di leggere i capitoli successivi per scoprire il finale. Un bravo all’autore.