Edito da EF Edizioni nel 2021 • Pagine: 350 • Compra su Amazon
A trentacinque anni, Tamara si rende conto che la sua vita non ha preso la piega che si aspettava. Parlando con gli amici, si decide a fare un passo verso qualcosa che la realizzi di più, ma sarà inevitabilmente costretta a uscire dai suoi schemi e a lavorare sulle sue insicurezze, che la perseguitano assieme a una buona dose di sfortuna. Anche la sua vita sentimentale, completamente vuota, sta per essere stravolta da eventi inaspettati?
«Sei pronta?» mi domanda.
«Pronta per cosa?» gli chiedo.
«Per questo!» mi prende la mano.
«Corri!» mi esorta.
Ma io riesco solamente a pensare alla mia mano nella sua, mentre mi ritrovo a correre poco elegantemente sotto la pioggia incessante, con l’acqua che mi corre giù per il viso e si infila nel collo dell’impermeabile. Sebastiano ride e mi contagia. Corriamo e ridiamo come due bambini, non ci impegniamo nemmeno a schivare le pozzanghere. Probabilmente posso dire addio alle mie sneakers, ma ora come ora non me ne importa proprio un fico secco. Sono la persona più felice e più spontanea del mondo. Non facevo una cosa così impulsiva da tempo immemore. E descrivere questa come un’azione impulsiva, dice molto sull’entità delle mie pazzie.
«Ma dov’è il parcheggio?» mi chiede fermandosi a un incrocio.
«Da quella parte!» urlo indicando lo spiazzo.
Sta per riprendere a correre ma lo trattengo, stando ben attenta a non lasciargli la mano.
«Ormai correre non serve più,» gli dico, «siamo completamente fradici.»
Si osserva e sorride di fronte all’evidenza.
«Si vede che sei tu la Prof, hai sempre qualche perla di saggezza!» mi canzona guardandomi intensamente negli occhi e io non posso far altro che perdermi nel mare verde dei suoi.
E così camminiamo, camminiamo lentamente e vorrei così tanto aver parcheggiato in capo al mondo perché questo momento non finisse mai. La sua mano avvolge ancora la mia e disperde il suo calore dentro di me. È un gesto così intimo, così rivelatore. Quindi non sono una visionaria, c’è qualcosa, c’è una tempesta in corso anche sul suo pianeta. Non può essere diversamente. Perciò il guaio si fa ancora più grande. Ma chi se ne frega del guaio. Al diavolo! Cogli l’attimo. Non essere cieca.
La mia auto si materializza al nostro cospetto, così siamo costretti a fermarci. Sento elettricità pura vibrare fra di noi. Non è più frutto della mia fantasia, è palpabile. Le nostre mani sono allacciate e non ho il coraggio di sciogliere l’intreccio, perchè so che potrebbe non tornare mai più. Allo stesso tempo mi chiedo che cosa stia facendo, che cosa mi aspetto quando tutte le risposte alle mie domande sono evidenti. Noi non possiamo superare il limite. Ma, forse, il limite lo abbiamo già superato. Sebastiano afferra un lembo del mio cappuccio e me lo sistema meglio.
«Copriti, altrimenti ti bagni tutta», mi sussurra dolcemente.
Rido al suo tentativo di mitigare questa tensione che rischia di mandarmi in rianimazione da un momento all’altro. È bello, bello da morire e ora lo sto confessando a me stessa così come al mondo intero. I suoi capelli castani gocciolano, completamente zuppi di pioggia e il suo ciuffo ribelle si ripresenta di fronte a me, sfacciato. Io non resisto più. Allungo la mia mano, lo tocco. È setoso. Ci gioco un po’ con le dita per assorbire quanto più posso del suo proprietario e poi faccio il gesto che il mio istinto mi aveva spinta a fare diverso tempo fa. Accompagno il ciuffo di capelli dietro la sua testa. Infine ritraggo la mano. Mi sorride, ma nessuno di noi due parla. Basta, basta così, Tamara. Dice una voce dentro di me e si fa sempre più insistente. Non voglio ascoltarla, la accantono in ogni modo, ma riemerge sfrontata a rovinare tutto.
«Io…» esordisco, «è meglio che vada.»
Sento chiaramente che si è rotto qualcosa. L’intesa. Il desiderio. Qualunque cosa fosse, ha fatto crash ed è andata in frantumi. Sono l’unica responsabile. L’unica e sola idiota sulla faccia della terra che soffre di autolesionismo reiterato. Sebastiano annuisce, consapevole che è la decisione più giusta e che qualcuno di noi due doveva prenderla. Sospiro e chiudo gli occhi, lui si porta alle labbra la mia mano che sta ancora stringendo. Indugia pochi secondi e poi la lascia. Mi apre la portiera della macchina, ma nessuno di noi riesce a spiccicare una parola. Riluttante, salgo in auto e Sebastiano chiude la portiera. Mi volto verso di lui. Il suo palmo è sul finestrino e io, dall’interno, poso la mia mano in corrispondenza della sua.
«Ci vediamo martedì», leggo il suo labiale e annuisco.
Forse avrei dovuto chiedergli dove ha parcheggiato, come posso lasciarlo sotto la pioggia così? Ma questa volta non ha atteso che partissi, si è già allontanato. Lo seguo con lo sguardo e il mio cuore sta per scoppiare. Non posso impedirmi di provare ciò che sento. Io, io temo di essermi sinceramente innamorata di lui e questo mi rende immensamente felice e allo stesso tempo tremendamente paranoica e disfattista. Mi stringo le braccia al corpo e inspiro a pieni polmoni il lieve profumo di lui che è rimasto attorno a me. Ci dovrà pur essere una soluzione, una scappatoia. No, non posso permettermi di mettere a repentaglio il suo diploma. Dovrò soffocare le mie emozioni, per il suo bene. Di certo non per il mio.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata per caso. Sono da sempre una lettrice accanita e le storie d’amore non scontate mi fanno sognare. Due inverni fa, non riuscivo a trovare nelle mie letture ciò che cercavo, perciò mi sono messa alla tastiera e ho scritto il romanzo che avrei voluto leggere.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Quando ho iniziato, avevo ben chiari solo alcuni punti cardine, il resto l’ho osservato svilupparsi man mano che procedevo. La difficoltà più grande è stata separarsi dalla storia, una volta terminata.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non posso dire di avere degli autori di riferimento, in quanto leggo veramente un po’ di tutto, però ultimamente ho apprezzato moltissimo Jojo Moyes e la sua incredibile capacità di catapultarti nelle storie che narra.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo ad Arzignano, in provincia di Vicenza, la città in cui sono nata.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ora che ho riscoperto la mia passione per la scrittura, non intendo più lasciarla. Sto lavorando a un’altra storia e maturando diverse altre idee da mettere su carta appena possibile.
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