
Edito da Gruppo Albatros il Filo nel 2020 • Pagine: 268 • Compra su Amazon
Sono passati secoli dalla terrificante guerra contro il Vuoto. I Draghi hanno abbandonato i mortali a loro stessi e qualsiasi forma di magia spontanea sembra quasi scomparsa del tutto. Ciò che ne è rimasto sono dissapori tra le diverse razze: gli elfi si sono isolati nella loro foresta da tempo, e i nani, decimati da sanguinose guerre, restano rintanati nei loro domini. Gli umani e le mezze razze si sono spartiti il resto. E’ in questo scenario che il destino di Alaster, un giovane mercenario, si intreccia con quelli del mezz’uomo Marcel e della Maga Myra durante la ricerca del preziosissimo Occhio del Drago, portandolo al risveglio di un antico potere sopito dentro di lui e alla sbalorditiva coscienza delle sue misteriose origini. Leonardo Tomer ci accompagna attraverso i luoghi incantati di Jordin, abitati da creature leggendarie, dove spesso i personaggi si troveranno coinvolti in duelli estremi. Magia, amicizia e avventura si incontrano in ambientazioni suggestive e accattivanti, rendendo questo romanzo una lettura avvincente a cui appassionarsi.

grande. Ad una ventina di metri da loro un centinaio di goblin li fissavano con gli occhi iniettati di sangue, ma la cosa peggiore era che di fronte a loro svettava, col suo fisico massiccio e poderoso, un orco. Era alto almeno il doppio di Alaster e tre volte più grosso. Il colorito era grigio-verde. Aveva il volto segnato da cicatrici con delle irte zanne che sporgevano dalla bocca. Indossava un’armatura grezza, fatta di pezzi di varie armature, probabilmente tutte quelle di nemici che aveva abbattuto, ed impugnava uno spadone grezzo senza elsa. Oltre al fatto di avere solo l’impugnatura, Alaster notò che la lama dello spadone dell’orco era lunga e larga il doppio della sua. Lo sentì ridere «Ahahah, voi miei!» Marcel, che fino a quel momento era rimasto di sasso per la paura, strabuzzò gli occhi «P-parla…» balbettò con la voce che gli tremava. Myra gli mise una mano sulla spalla per rassicurarlo, seppure anche lei avesse paura. Dal corridoio arrivarono correndo in modo sgangherato un’altra ventina di goblin, bloccando ogni via di fuga: erano circondati. Quella stanza aveva un’entrata ed un’uscita entrambe bloccate da goblin: la situazione era grave. Alaster si avvicinò a Myra «Quanti incantesimi puoi lanciare?» La Maga appariva stanca «Pochi… due, forse tre. L’incantesimo di prima era piuttosto impegnativo da lanciare e non avevo ancora recuperato a pieno le forze». Alaster annuì «Ce la fai a tenere a bada i goblin con la magia?» Myra annuì, pur tentennando «Sì…» Marcel respirava affannosamente «Siamo… morti …» continuava a balbettare «mi spiace di averti trascinato qui…» Ma Alaster lo rassicurò con voce ferma «Ce la faremo! Vi porterò in salvo! Ricordati solo quello che ti ho insegnato e aiuta Myra». Era bravo a parole, ma come avrebbe fatto? Come? I goblin e l’orco si stavano avvicinando lentamente. I tre si spostarono lateralmente per avere il muro a coprire le loro spalle. I goblin del
corridoio non si mossero; forse avevano solo ordine di tagliargli la via di fuga. Alaster avanzò di un paio di passi minacciando l’orco con la spada «Tu! Figlio di una goblin puzzolente! Affrontami!» Marcel sbiancò e spalancò la bocca. Alaster sapeva che gli orchi erano molto orgogliosi, e forse affrontandolo da solo avrebbe avuto qualche opportunità, ma non con i goblin a supportarlo. Se lo avesse battuto forse i goblin si sarebbero ritirati. L’orco sembrò arrabbiarsi «Grog no goblin!» sbatté la spada per terra spaccando il pavimento «Grog orco! Grog capo! Grog uccide te!» I goblin alle loro spalle ridacchiarono. Un goblin delle fila comandate dall’orco lo superò avvicinandosi al mercenario, ma la mano enorme dell’orco lo sollevò da terra per la testa. «Lui… mio» e così dicendo gli schiacciò il cranio con la mano. I goblin tremarono di paura. Marcel sbiancò ancora di più. Si volse verso Alaster e vide che stava sorridendo di nascosto. Quando aveva offeso il goblin aveva pensato che dovesse essere pazzo… ma adesso capiva che doveva trattarsi tutto di un piano ben preciso. I goblin si mossero allora verso gli altri due, e Myra indicò a Marcel di andare verso un angolo, avrebbe creato uno scudo magico per proteggerli, e lì sarebbero stati vulnerabili solo frontalmente. Alaster venne ignorato dai goblin, difatti gli passarono accanto senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, dovevano avere molta paura dell’orco. Vide quei mostriciattoli avvicinarsi ai suoi compagni e la Maga ergere uno scudo magico, ma non ebbe tempo di dire o fare niente, l’orco si stava già muovendo verso di lui con la spada alzata. Poteva solo porre la sua fiducia nella sconosciuta. Non aveva tempo da perdere doveva attaccarlo per primo. Non poteva lasciarsi incalzare o lo avrebbe sfinito ed ucciso. Così caricò. Scattò in avanti per portarsi sottomisura con la spada abbassata;
l’orco vedendolo rispose con un fendente dall’alto, lo voleva tagliare in due ma Alaster, prevedendo la sua mossa, schivò di lato e la lama dell’orco si conficcò nel terreno. Il mercenario non perse tempo e colpì con la sua spada il fianco del mostro, ferendolo nonostante l’armatura. Questi emise un grido di rabbia spaventevole. Il mercenario stava per arretrare ma prima che potesse farlo l’orco, sempre più irato, spostò la spada di lato con violenza per colpirlo di piatto. Alaster non se l’aspettava e d’istinto usò la sua spada di piatto come scudo ponendo la mano destra sul fondo della lama e cercando di mantenere la posizione con le gambe. Venne sbalzato indietro di almeno dieci metri: l’unico motivo per cui non era morto era stata la spada che aveva assorbito la maggior parte del danno senza rompersi. Era veramente magnifica, tuttavia per un momento rimase senza fiato; fortunatamente riuscì a controllare la caduta e a rialzarsi. Sentì l’orco ridere gorgogliando, poi un boato. Si voltò a controllare i suoi compagni. Il mezz’uomo stava usando la balestra, mentre la Maga aveva interrotto l’incantesimo di scudo per lanciare una specie di cono di fiamme con il quale aveva fatto fuori una trentina di goblin. L’orco ignorò quanto stava succedendo e caricò il mercenario. Così ripresero la schermaglia.
Marcel stava scagliando dardi con la balestra, protetto dallo scudo della Maga, che li teneva a distanza di almeno un metro da loro. I colpi dei goblin non potevano passare lo scudo mentre i suoi sì. Era abbastanza facile prenderli perché si accalcavano davanti allo scudo nel tentativo di sfondarlo rendendosi così ottimi bersagli. Ne aveva già fatti fuori una decina. Gli rimanevano solo altri quindici dardi, mentre davanti a loro c’erano almeno cento goblin che si spingevano freneticamente per arrivare al bersaglio. «Sto finendo i dardi. Che facciamo?» Myra sembrava molto provata, mantenere a lungo l’incantesimo consumava la sua magia e la sua energia. Tempo qualche minuto e l’avrebbe esaurita del tutto.
Sentì il mezz’uomo gridarle che stava finendo le frecce. La concentrazione per mantenere lo scudo era enorme. Decise di lanciare un incantesimo d’attacco, il più semplice e veloce che aveva. I goblin che stavano premendo contro lo scudo invisibile caddero a terra, ma non fecero in tempo a risollevarsi perché vennero investiti da un’ondata implacabile di fuoco. “Vampa Infuocata”, quello era il nome dell’incantesimo. Non poteva lanciare la palla di fuoco, occorrevano almeno dieci secondi per pronunciare la formula e non li avevano, inoltre avrebbe esaurito tutta la sia magia. Subito dopo la vampata, eresse nuovamente lo scudo. I goblin rimasti vicino all’entrata del salone, che fino a quel momento erano rimasti fermi, si spostarono per attaccarli. Lei ne aveva fatti fuori una quarantina, aiutata anche dal fatto che erano tutti accalcati. Qualcuno si impaurì, una decina fuggirono, ma gli altri ripresero subito ad attaccare. Ne rimanevano comunque una cinquantina, più o meno. Marcel era rimasto strabiliato alla vista della potenza magica della ragazza «Fantastico! Un altro incantesimo così e…» Myra ansimava, gocce di sudore freddo le colavano dal volto «Non posso farlo di nuovo… sto esaurendo le forze…» Marcel deglutì e rincominciò a sparare dardi. Adesso lo scudo era a mezzo metro da loro.
Alaster stava schivando un fendente orizzontale del mostro, il colpo che aveva preso, seppur parato, lo aveva accusato, ed era abbastanza dolorante un po’ ovunque. Aveva già ferito almeno tre volte l’orco, una volta al fianco e un paio alle gambe ma non sembrava averlo rallentato né destabilizzato. Anche lui non era illeso. Oltre il dolore generale, era stato ferito di striscio ad un braccio. Niente di serio, per fortuna. L’armatura aveva svolto bene il suo dovere. Provò a contrattaccare ma il mostro parò il suo affondo. Lo stile del mostro era praticamente inesistente, combatteva di forza bruta e quella di certo non gli mancava.

Come è nata l’idea di questo libro?
E’ successo per caso. Era l’estate 2019 e mi trovavo in viaggio con la mia ragazza, Silvia, parlando di libri fantasy, una passione che ci accomuna. Ad un certo punto mi chiese cosa avrei raccontato se avessi deciso di scrivere un romanzo ed io pensai subito ad un Drago. Immediatamente mi vennero in mente inizio e fine del romanzo come anche i protagonisti.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non molto in verità. In sette mesi ne ho completato la stesura e poi ho passato i successivi a correggerlo. In totale ci avrò impiegato circa un anno. Nel mentre ho anche provveduto a fare disegni, mappa e copertina.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non ho proprio degli autori di riferimento. Il mio autore preferito in assoluto è Terry Goodking, l’autore della Spada della Verità, che ritengo un capolavoro. Mi piacciono molto anche altri come Eddings, Jordan, Weis e Hichman, Troisi, Paolini… Non ho proprio avuto un riferimento, direi che sono stato ispirato dal fantasy in generale, poiché tutto quello che ho letto mi ha influenzato.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato a Firenze, ma ho studiato al liceo e all’università a Pisa, ed ora da qualche anno sono residente a Livorno.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
La mia intensione sarebbe quella di portare a termine questa trilogia. Sono già all’opera del secondo romanzo. Avrei anche già previsto un seguito.
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