Edito da Gruppo Albatros il Filo nel 2020 • Pagine: 150 • Compra su Amazon
Il tempo quanto può cambiare una persona? Quanto può influire sulle sue idee e sulle sue scelte? Ma soprattutto, quanto può cambiare le sue priorità?
È a queste domande che risponde il protagonista del romanzo, un fotografo del National Geographic che per tutta la vita ha messo il suo lavoro davanti a ogni altra cosa.
Un viaggio introspettivo che parte da lontano, che tocca molte vite, che scava nell’intimità con l’imparzialità dell’età adulta. Un percorso a ritroso nella memoria di chi è finalmente disposto a mettere in discussione le scelte fatte e a riconoscere gli errori commessi. Un resoconto a cose fatte, di chi è invecchiato con coerenza sudando ogni cambiamento, ma che è consapevole di aver lasciato andare avanti la propria vita per inerzia, senza la volontà di imprimerle una direzione precisa. Una vita ricca di avventura che però gli ha fatto perdere tanto…
Come è nata l’idea di questo libro?
Quello con la scrittura è stato un corteggiamento lento e difficile, fatto di slanci improvvisi e pause inaspettate. Per molto tempo ci siamo tenuti volontariamente a distanza, come due persone che si sono sempre amate ma hanno preferito non andare oltre per paura delle responsabilità, consapevoli che poi tutto sarebbe stato diverso. Come tutti i grandi amori abbiamo rischiato più volte di perderci, ma ci siamo sempre ritrovati. Il nostro rapporto adesso è frutto di un tacito accordo, quello di incontrarci quando sentiamo il bisogno l’uno dell’altra. Per ora sta funzionando. Ho scritto questo libro per preservare i miei ricordi e il loro entusiasmo. Uso la scrittura come una terapia per decifrare le mie emozioni, per capire e metabolizzare gli eventi della mia vita, le parole sono da sempre lo specchio fedele dei miei stati d’animo. Ho capito che uno dei privilegi di questa passione è poter comunicare direttamente con le persone che ritengo importanti. Ciò che racconto è in parte vero e in parte inventato, le due cose si mischiano talmente bene che a volte neppure io riesco più a distinguere ciò che ho inventato da quel che è reale. Ma proprio come all’inizio scrivo per me. Anzi, è diventato un bisogno primario. Per sfuggire alla realtà, ma anche per trattenere e salvare dalla dimenticanza persone ed emozioni. Nella speranza, magari, di riuscire a farmi capire meglio attraverso i miei personaggi, regalando storie alle persone che mi sono vicine e dicendo loro cose che non sarei mai riuscito a dire a voce. Scrivo per paura che si perda il ricordo di certi sentimenti, dei personaggi e delle emozioni che si nascondono dietro le mie storie. Ma anche per paura che si perda il ricordo di me. Scrivere questo libro è stato importante, è stata un’occasione per riflettere e ricreare un ponte tra ciò che ritengo importante e quello che riesco a raggiungere nella vita di ogni giorno. In questo libro sono finiti anni di ricordi e pensieri, quelli che ho sempre tenuto accuratamente lontano dai social, un po’ per riservatezza, un po’ per paura che venissero interpretati con superficialità. Il mio rapporto con i social è controverso, scrivo poco e per lo più cose futili, non li ho mai visti come portavoce dei miei pensieri più intimi. Sono sempre stato alla larga da certe manifestazioni pubbliche, le cose belle preferisco dirle di persona. Apprezzo invece la dignità di chi rimane in silenzio e non deve per forza buttarsi in esternazioni gratuite per il bisogno narcisistico di apparire ad ogni costo. Per questo mi sento quasi a disagio nel proporre qualcosa di così personale, ho pensato a lungo se fossi capace di espormi in questo modo, forse perché non ho mai desiderato raccontarmi o farmi capire del tutto, se non dalle persone che amo. La pubblicazione di questo libro è nata quasi per caso, non avevo mai pensato di rendere pubblici i miei pensieri prima di allora. È stata la prima volta che ho attinto al mio materiale per inviarlo a qualcuno. La sorpresa è stata grande, equiparabile solo alla soddisfazione nel vedere il mio libro tra gli scaffali di una libreria. Non so da cosa nasca questa perversa necessità di scrivere, ma mi accorgo che sento questo bisogno tutte le volte che voglio essere me stesso. La verità è che viviamo costantemente di corsa, troppo spesso siamo assorbiti da cose futili e prive di senso, diamo loro troppa importanza per poi smarrirci quando non abbiamo più la possibilità di tornare indietro. Il rammarico più comune è proprio quello di aver dedicato poco tempo alle persone che amiamo e alle passioni che abbiamo sempre coltivato. Le cose importanti, quelle per cui vale davvero la pena vivere, troppo spesso finiscono per diventare un’appendice del lavoro. Quando dovremmo avere tutte le energie disponibili per godere appieno i nostri affetti e le nostre passioni, non riusciamo realmente ad assaporarle perché siamo troppo stanchi e stressati dalla vita frenetica che conduciamo. Mai come in questo periodo storico dare valore al proprio tempo diventa l’unica vera ribellione possibile.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Partorire questo libro non è stato facile, è stato un lungo travaglio. Molte volte stavo appositamente lontano da questi tasti per paura dei ricordi che potessero affiorare. Ci sono voluti più di quattro anni, ma ancora una volta il richiamo della scrittura è stato più forte di ogni privazione che potessi impormi. Solo ci è voluto un po’ di più. Questo libro è nato grazie ad un viaggio, o forse sarebbe più corretto dire che è nata prima l’idea del libro e poi quella di partire. Il mio è stato un percorso al contrario. Andare lontano e fare migliaia di chilometri mi sembrava un buon modo per accorciare alcune distanze dentro di me, scriverne a posteriori un modo per esorcizzare certe paure. Ma questo libro non parla necessariamente di me, il viaggio è stato solo il pretesto, lo spunto per tirare fuori certi pensieri e buttarli dentro una storia che avesse un senso. Almeno per me. Se mi guardo indietro, il percorso che separa questo libro da tutto ciò che ho scritto in precedenza ha una scansione del tempo strana, conseguenza della vita che c’è stata in mezzo. A causa di quello che ho vissuto la scrittura si è arenata, la penna è rimasta chiusa nel cassetto per molto tempo. Credo che certe esperienze abbiano bisogno di decantare nell’anima prima di poter prendere la forma di parole o comunque espressione. In questi anni ci sono stati tanti sorrisi, qualche lacrima e molta vita. Ma ogni cosa è servita, anche i momenti meno felici sono stati importanti. C’è voluto parecchio tempo prima che riuscissi a tramutare queste emozioni in parole, ma è un tempo che è servito, perché stava nascendo dentro di me un mondo che è uscito in maniera abbastanza rapida quando la pancia si è rilassata. Non sarei stato onesto con le mie emozioni se avessi terminato anzitempo questo libro, sarebbe stato incompleto, bisognava chiudere un cerchio. Ora penso di averlo fatto.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non ho grandi autori di riferimento, mi piace entrare in libreria e prendermi del tempo per scegliere accuratamente quello che mi ispira senza farmi troppo condizionare da ciò che viene suggerito o sponsorizzato. A volte basta una copertina, altre volte qualche riga del libro, dipende dal momento di vita personale, anche quello influenza molto le mie scelte.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato e vivo a Torino da sempre. Amo la mia città, in ogni sua sfaccettatura.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Cosa vuoi fare da grande?” Ancora oggi qualcuno me lo chiede. Ed io non trovo mai una risposta. Scherzo, rido, tergiverso. L’appellativo di scrittore bisogna meritarlo, mi sento “uno che scrive” e il termine scrittore per adesso non credo proprio possa essere accostato al mio nome. Ma l’idea di diventarlo, forse, è un sogno. Per me scrivere è una valvola di sfogo emozionale, un modo per non dimenticare, sono troppo legato ai miei pensieri e ai miei ricordi per lasciarli andare così facilmente. Mi piacerebbe poter canalizzare questa mia passione in qualcosa che potesse diventare un lavoro.
Hai saputo collocare bene la tua immagine e i tuoi desideri reconditi nel personaggio di cui par.li in questo libro. Sei stato bravissimo ad immedesimarsi nel personaggio principale; quasi tutto il racconto è vissuto con calma e rilassatezza,ma non sono mancati neppure i momenti commoventi.