
Edito da VGS LIBRI nel 2020 • Pagine: 244 • Compra su Amazon
In una calda sera d’estate, due colpi di lupara sconvolgono la quiete di Aidone, un pittoresco paese nelle vicinanze di Enna.
Perché un semplice allevatore viene ucciso a sangue freddo? Che relazione c'è tra i furti di bestiame accaduti in zona e una società internazionale che acquista capi da inviare nei paesi arabi? E l'assicurazione locale, che ruolo ha in tutto questo?
L'indagine serrata del capitano Calì rivela scenari e verità che mettono in luce un sottobosco nemmeno lontanamente immaginato. Una sorta di scatole cinesi, con imprevisti, colpi di scena e una sorprendente soluzione finale.
Un romanzo appassionante e un investigatore che saprà farsi amare. Immersi nei vicoli di Aidone, tra suoi monumenti, i panorami, la cucina e la sua gente, saremo testimoni del dipanarsi di una storia che varca i confini, non solo della Sicilia, ma dell’Europa intera.

Incipit Delitto all’imbrunire
Faceva caldo persino per una sera d’estate siciliana. Ad Aidone, nell’entroterra dell’isola, era come essere tornati indietro negli anni; quella sera, le lusinghe della televisione parevano non esistere. Non tirava un filo d’aria e la strada era affollata di donne sedute fuori dalle case a sventolarsi e raccontarsi la giornata, mentre i carusi, seminudi, sciamavano vociando a rincorrersi nel rimpiattino, lungo la strada principale del paese.
Gli uomini, per sfuggire alla calura delle mura domestiche, si erano raccolti a capannelli nella piazzetta davanti al municipio, a fumare, discutere di calcio, auto e, a voce più bassa, di fimmini…
Mentre gli ultimi lampi del tramonto ancora indugiavano rosseggiando a incorniciare i ruderi del Castellaccio, due colpi secchi di lupara, in successione, vennero a spezzare la quiete afosa di quell’estate.
Nell’immobilità di uno sgomento stupore, un brivido attraversò il paese fino al cuore dei suoi abitanti: le donne, improvvisamente mute, si scambiavano sguardi smarriti e i piccoli, abbandonati i giochi, istintivamente si erano avvicinati alle madri, mentre gli uomini, labbra serrate e muscoli tesi, scandagliavano, occhi e orecchie all’erta, le lunghe ombre della sera.
Perfino i latrati lontani che, fino a qualche momento prima facevano da sottofondo al frinire delle cicale, si erano fermati.
In attesa.

Come è nata l’idea di questo libro?
Mi è sempre piaciuto scrivere e amo leggere gialli. Quando sono andato in pensione, mi sono ritrovato ad avere a disposizione il tempo che non avevo mai avuto prima per seguire le mie passioni. E così è nato il mio investigatore Tano Calì e, a seguire, le sue indagini.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
L’idea della storia è nata in fretta ma poi sono stati necessari diversi mesi di approfondimento e di ricerca per renderla credibile. In questo, la casa editrice è stata straordinaria perché ha creduto in me e mi ha affiancato una editor fondamentale per la stesura finale.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Da buon siciliano, Sciascia e Camilleri.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in Germania, a Francoforte, da quando avevo ventidue anni ma non ho mai reciso il legame con la Sicilia e Aidone, il mio paese d’origine (e teatro delle mie storie).
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi piacerebbe continuare a scrivere storie gialle che abbiano come investigatore principale Tano Calì, il protagonista di Delitto all’imbrunire.
Ho letto il libro,un eccellente giallo. Complimenti a Filippo Di Pino. Aspetto con ansia la seconda parte.