
Edito da Nulla Die Edizioni nel 2021 • Pagine: 99 • Compra su Amazon
È un libro d’amore, inteso come idea e come carne, come costruzione della mente e dell’anima. L’amore per cui vale la pena soffermarsi, accettare anche i silenzi e attendere che arrivino le parole, i loro suoni, le note che sprigionano quando l'impeto o più raffinate elaborazioni le mettono in fila. Amo la musicalità delle parole che sanno riprodurre l'armonia di un sentimento felice o le dissonanze emerse quando si lacera. Per mesi sono arrivato a toccare questi estremi cercando nella vita, nella prosa come in poesia, la verità o qualcosa che le assomigliasse.
Nella mia esperienza le parole sono entrate senza bussare e io le ho trascinate dentro me, le ho cullate, a volte sminuite fino a renderle quasi invisibili e poterle osservare soltanto in controluce. Le ho poi riprese, riconosciute, amate e condivise. Ora sono rifugi in cui mi adagio d’inverno, lampioni che rivelano vicoli, padri e madri che ritornano da un'infanzia lontana.
Il libro è costituito da racconti brevi e poesie. Dentro c’è molta Milano, quella lucente di Porta Romana e Cordusio, quella attraversata dalla 90 e dal 78, la Milano che corre, stritola, assale e consola. C’è quella dell’anima che non è un luogo fisico ben definito ma sono gli umori, i sapori, le lacrime, le lame di una città che accoglie tutti e modella ciascuno secondo i propri bisogni. C’è una donna, che è insieme molte donne, uniche, irrisolte, tenaci, volitive, vendicative, affrante, malate, in perenne confronto e scontro con un uomo che è anch'egli molti uomini, livorosi, frustrati, rigogliosi, risolti, contesi. Ogni giorno ho isolato una tessera all'interno di una vita che scorre impetuosa e mi sono fermato a osservarla, l'ho spaccata, scarnificata e infine descritta nella speranza di salvarla da tutto ciò che fugge.

Sono un foglio bianco pieno di schizzi, inafferrabili, distratti.
Tratti irregolari, emorragie di colori, frecce che indicano il vuoto.
Gli occhi vedono baci rubati da capelli bagnati. Il letto pare cigoli di fieno e di angoscia.
La sabbia si è infilata tra il costume e la vita.
E tornano il sapore dell’asfalto in agosto, le ore infinite con il telefono muto.
Le ombre d’estate, il sole d’inverno.
E i treni perennemente in ritardo.
Che vale sempre la pena aspettare.

Come è nata l’idea di questo libro?
Nasce dal bisogno di scrivere, di trovare un mio linguaggio, di individuare una forma espressiva solo mia.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
L’ho scritto di getto, ordinando pensieri sparsi disseminati nel corso di tre anni.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono Pontiggia e Carver.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Milano da 20 anni.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi piacerebbe dedicarmi esclusivamente alla scrittura.
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