
Edito da Nicoletta Grammatico nel 2020 • Pagine: 94 • Compra su Amazon
Verrà, un uomo nuovo verrà – in quel luogo di confine, egli scoprirà sé stesso come mai avrebbe potuto. Tra le forze avverse delle manifestazioni della realtà, l’uomo nuovo perderà sé stesso per mischiarsi con il tutto, attraverso il divampare inarrestabile di un fuoco che sempre arde: la fiamma dei colori che apre, in ogni capitolo, lo spunto ad una riflessione dal carattere variopinto. Come un fuoco d’artificio su uno sfondo notturno, così l’ascesa cromatica ha avuto inizio ed il suo corso non accenna ad una conclusione, ma anzi arde l’aria rarefatta intorno a sé e lo scoppio si tramuta in poesia.

«Trovarsi appesi tra i rami di biancospino,
nel vorticare violento dei petali strappati
quando alla notte un pescatore, avvicinatosi alla costa,
chiede alle stelle la sua strada interiore
e loro, tacite tacite, disperdono atomi di luce
nell’aria gelida.
Chi ha trovato la sua strada adesso non la percorre più.
Chi non sa dove andare è figlio di tutti i porti».
E così mi perdo e ciò che una volta mi rese giustizia, adesso vanifico e disprezzo: la verità è una donna con i tacchi a spillo e la bocca cucita.
«Siamo figli di tutti i tempi, di tutte le madri, abbiamo gli stessi sogni e la stessa speranza che raccogliamo nei prati le mattine d’inverno. Ci culliamo su questa barca, avanti e indietro tutto il tempo, tutto il giorno e i nostri remi sono tutti uguali: ed esigiamo sapere! La sapienza distrugge tutto, ma non distruggerà noi»; urlò una voce ovattata in lontananza.
«E cosa sarà in grado di mettervi in ginocchio davanti l’altare della potenza?»; rispose una seconda.
«Il tempo, il nostro tempo che voi tanto sperperate e divulgate come fosse pubblicità: noi lo abbiamo conquistato!».
La seconda voce scoppiò in un riso sconsiderato.
«Voi, voi, voi, voi avete il coraggio di parlare di tempo? Voi, voi, voi, voi avete conquistato il tempo? Ed in che modo lo avreste fatto?».
«È nostro compagno da prima della nostra nascita: esso non appartiene a nessuno, nessuno lo controlla, si scandisce in modo naturale e non ha limite alcuno, il Tempo. Ma, il nostro tempo, invece, è nostro diritto intrinseco dalla nascita: ogni minuto, ora, anno che passiamo con lui influenza, sia da un verso che dall’altro, entrambi le parti. Noi parliamo ed urliamo ed urliamo ancora più forte ed il nostro tempo lo conquistiamo! Possiate voi dire la stessa cosa che invece il tempo lo utilizzate come una delle tante scartoffie? Avete presente cosa sia l’attesa?»
«Lo scandire del tempo prima dell’evento».
«Per voi uomini impegnati forse! Per noi artisti l’attesa è l’incessante ricerca della cornice più adatta al nostro quadro, essa è parte stessa del finale con la quale vige un rapporto ben stretto: l’attesa non scandisce il tempo, ma è l’evoluzione della creazione. Voi credete veramente che il tempo precedente allo sbocciare di un tulipano sia solo del tempo scandito? E non è forse grazie al tempo dell’attesa che il tulipano si mostra realmente per ciò che è? L’attesa è prima di tutto, il tempo zero da cui tutto si crea, è come se l’arcobaleno si mostrasse ai nostri occhi prima del diluvio. Non giocate con il nostro tempo, poiché, noi artisti da esso ricaviamo tutto. Ogni secondo trascorso non tornerà indietro e noi lotteremo per questo! La vita non verrà più strappata al suo tempo a causa di chi il tempo non lo conosce!».
La speranza recita: “Noi non saremo figli dei vostri sbagli, tuttalpiù saremo cultori, maestri, abili artigiani, colti pensatori, ma soprattutto saremo “fratelli”. Le nostre madri ci culleranno ogni sera sulle rive del Mar Morto e la Luna sarà la nostra unica stella. Saremo sopraffini, intelligenti, ponderati, ma sapremo scatenarci quando i tempi lo richiederanno. Avremo una voce su tutto e salveremo “l’umanità”. Consulteremo gli oracoli e il volo degli uccelli, detteremo giustizia per tutti e saremo la voce del “popolo”. Ci scaglieremo contro i poteri forti, non con la violenza ma con il culto della parola e faremo tremare la terra dalle nostre urla. Porteremo pace e cibo a chi ne ha bisogno e non chiederemo mai nulla in cambio. Il nostro scopo è di “sensibilizzare” l’uomo a riscoprire in sé una parte, che già possiede, di Cuore. La mano si porge sempre in caso di necessità: così per tutti, che qualora dovessi capitare tu nella stessa situazione loro qualcuno venga a proteggerti ed aiutarti, come tu stesso avrai fatto. Non saremo né figli dei vostri errori né di rimpianti: «noi non ne avremo (di rimpianti) perché non abbiamo paura. La verità verrà celata, la furia degli Dei scatenata, avremo sconvolto il mondo con il gesto più nobile del genere umano: la parola.”

Come è nata l’idea di questo libro?
Questo libro nasce nelle notti di luna piena, quando le coperte diventavano troppo opprimenti e la mano sembrava avesse qualcosa da urlare. Questo testo non nasce da un’idea e non nasce nemmeno dal desiderio di pubblicare: ha preso vita nel modo più naturale e improvviso possibile, come un piccolo fiore in primavera. È il frutto di riflessioni che mi accompagnano da tutta una vita: sono pensieri messi in forma che hanno un intrinseco carattere di “leggerezza” ma, che al contempo, si assumono il peso della responsabilità che portano. Invece, a livello strutturale, l’idea è suggerita dal contenuto stesso: si parte da un grado zero, per arrivare, attraverso un percorso in fieri, ad una conclusione che, però, non costituisce la vera fine, poiché divampa ed esplode nell’aria circostante, trasformandosi in poesia.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Personalmente non è stato troppo difficile portare questo progetto a termine, ma anzi, mi sono divertita tantissimo! Sulla base delle conoscenze acquisite in questi ultimi anni, ho dato sfogo alla mia creatività ed insieme alla mia più grande libertà! Non ha richiesto un impegno particolarmente faticoso solamente perché sono riflessioni che tengo dentro da sempre e che, adesso, hanno avuto la possibilità di emergere.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Tantissimi sono stati gli autori/poetiche che mi hanno influenzata ed ispirata per questa pubblicazione. Ad esempio, nella parte iniziale, i concetti di tempo e di attesa si rifanno direttamente ad una concezione comune nella filosofia zen ma, contemporaneamente, vengono risolti secondo una chiave diversificata. In generale, la mia riflessione parte da spunti tipicamente Musiliani o Nietzschiani, fino a toccare, sotto una veste poetica, autori noti come Petrarca, Pascoli e Montale, ed altri meno noti, come Patrizia Valduga e Mariangela Gualtieri. Il contesto su cui si fonda l’opera è permeato da elementi naturalistici idilliaci, risalenti direttamente al locus amoenus Virgiliano. Si tratta, però, di punti di partenza per una riflessione più generale che approdano ad una soluzione molto personale.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
In questo momento la mia vita è un crocevia fra le Marche ed il Veneto. Mi sono trasferita a Senigallia nel 2014, dove ho concluso il liceo, insieme a mia madre e mio fratello. Nel 2017 ho radicalmente cambiato zona e mi sono sposata a Padova per poter frequentare l’Università. In realtà, le mie origini ed il mio cuore battono per la Sicilia, Siracusa in modo particolare, mia città natale e luogo dove posso sentirmi sempre libera di esprimermi.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho moltissimi progetti per il mio futuro, uno dei quali è sicuramente continuare a studiare ed insieme sperimentare. Ho una passione particolare per la poesia e, a buon auspicio, mi piacerebbe intraprendere questo arduo e faticoso cammino. Ho già in mente un nuovo progetto che spero possa uscire entro la fine di quest’anno. Ho pubblicato questa opera principalmente per potermi fare conoscere al pubblico, ma soprattutto, perché mi piacerebbe dare al lettore un’esperienza di lettura completamente diversa da quello che si può trovare oggigiorno. In un mondo così frenetico, artificioso, alienante, mi piace pensare che la lettura possa essere un momento per poter ritrovare sé stessi e quella connessione che unisce noi ed il mondo fuori noi. La poesia è un modo per poter volare, anche senza esserne in grado: è ciò che tocca il cuore, permettendo all’anima di librarsi fra le stelle.
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