Edito da Eliana Ferro nel 2019 • Pagine: 263 • Compra su Amazon
Adriana è una donna, colta, forte e intelligente, che lotta per sopravvivere mentre prova a fuggire da un tragico evento del suo passato appena trascorso. A quarantuno anni scappa di casa con i suoi tre figli, lasciandosi alle spalle un passato di abusi e violenze subite. Perde tutto, marito, casa e lavoro. Per provvedere alla sopravvivenza di tutta la famiglia accetta lavori di ogni genere, fino a quando, per incrementare i guadagni e per la contemporaneità di una delusione amorosa, decide di sperimentare la via della prostituzione d’alto bordo.
In questo romanzo, Adriana vi trascinerà nell’universo delle escort, con l’animo inquieto e l’aria disperata di chi è pronta a tutto pur di affrontare gli infiniti ostacoli della lotta quotidiana. Jessica (questo sarà il suo nome d’arte), verrà inghiottita, fisicamente ed emotivamente in una serie di incontri che la costringeranno a superare i suoi limiti. Omertà, obbedienza e audacia sono le parole chiave di questo mondo sommerso in cui le donne sono costrette a fare del proprio corpo un business.
Cosa siamo disposti a fare per sopravvivere? Fino a che punto possiamo calpestare la nostra dignità pur di andare avanti? Sono queste le domande che si pone la sfortunata protagonista del romanzo.
Jessica ha guadagnato tanti soldi, e si è ripresa in mano la sua vita salvando i figli da una povertà assoluta, ma non esiste somma al mondo capace di ripagare i danni umani e le ferite inconsce di una donna pronta a mettere a rischio la propria vita per rimanere a galla.
Attraverso il racconto cronologico dei suoi incontri, Jessica ci farà condividere i suoi sentimenti contrastanti, lasciandoci osservare il suo mondo più intimo, senza filtri e senza tabù. È nella scrittura informale che sembra più di carattere confessionale che di narrazione di eventi, che la protagonista riversa senza mezze misure, tutto il suo disgusto, tutto lo squallore che la circonda, tutta la sua inquietudine per un’esistenza amorfa, che lascia spazio solo alla solitudine.
Prefazione
Settembre 2018
La mia storia non è straordinaria, anzi è sicuramente comune a quella di molte donne che, spinte da ragioni più o meno drammatiche, si ritrovano a vivere una situazione estrema. È un’esperienza, però che ho deciso di raccontare non solo per dare sfogo all’intensità delle emozioni che ho provato, ma soprattutto per confessare l’esistenza di questa mia seconda vita clandestina. Una vita nella quale ho conosciuto la donna che sono diventata. Una donna ancora più forte, combattiva, consapevole delle proprie scelte giuste o sbagliate che siano. Una donna che si è rialzata ancora una volta ed ha reagito a testa alta ai colpi della sventura. Una donna dall’orgoglio pieno, forse anche superbo che pur di non farsi sfruttare con lavori malpagati o umilianti fa una scelta coraggiosa, entrando in conflitto con la propria coscienza e accettando di vivere in clandestinità ai margini della società.
Ho scritto questo libro per me, per puro egoismo. Qui posso uscire allo scoperto ed esprimere le sensazioni e i turbamenti di ogni incontro. Non mi pento della strada che ho intrapreso, tornassi indietro probabilmente rifarei esattamente tutto nello stesso modo, non mi sento in colpa verso me stessa, piuttosto è nei confronti della mia famiglia che mi vergogno come una ladra. Penso non solo ai miei figli, a mia madre, a miei fratelli, ma soprattutto a pezzi di cuore che non ci sono più: mio padre e mia nonna. Se solo sapessero che cosa ho scelto di fare per sopravvivere, si rivolterebbero nella tomba…
Non solo non mi pento, ma sono pienamente soddisfatta di ciò che sono adesso. Vivere questa seconda identità mi ha permesso di osservarmi da un nuovo punto di vista, da un’altra me stessa. Jessica (il mio nome da escort) fa un lungo percorso di introspezione ed analizza Adriana (il mio nome di battesimo). Scopro così che diventando Jessica ho liberato finalmente le mie inibizioni sessuali, etiche e morali. Jessica si trucca, si veste esaltando la propria sensualità, provocando, ammiccando. Jessica ha un alto grado di riconoscimento sociale, tale che gli uomini sono disposti a pagare per averla. Jessica è soddisfatta del proprio aspetto fisico e si prende cura del suo corpo e della sua mente passando tra centri estetici, chirurghi plastici e lunghe sedute di psicoterapia analitica.
Jessica osserva Adriana e capisce che, al contrario di lei, Adriana è una donna più fragile, alla continua ricerca di autostima, felicità e piacere. Adriana odia gli uomini ma si rifiuta di vivere in solitudine sperando ancora di incontrare il suo Principe Azzurro. Le due donne però, seppur diverse, sono accomunate dal desiderio di trovare amore e affetto. È solo questo che dà loro una ragione per vivere, la sola essenza della piena felicità. Entrambe avrebbero le capacità per spaccare il mondo ma Adriana è vittima della società, di un marito che l’ha umiliata, violentata, privata della libertà, è una vittima delle istituzioni che le hanno promesso protezione ed invece l’hanno abbandonata con tre figli piccoli. Quando ha chiesto aiuto agli assistenti sociali per cercare un lavoro, non solo non glielo hanno trovato, ma quasi le toglievano i figli visto la grave situazione economica in cui era caduta. Adriana non riesce a trovare lavoro, è vittima del pregiudizio della classe imprenditoriale, ha in carico tre figli, nessuno investe su di lei. Lo so, è assurdo, sembra impossibile che accadano queste cose nel 2018 ma vi posso giurare che è così!!
Jessica invece, è vittima del perbenismo, dell’ipocrisia di una società che vuol apparire sana ma che invece, è marcia fino al midollo. Jessica è una bella donna, intelligente, istruita. La pagano per ostentare la sua compagnia anche in pubblico, alle cene per esempio, ma poi la nascondono, la negano anche a loro stessi come se ignorando la sua esistenza, potessero cancellare il loro bisogno di perversione. Jessica rappresenta uno scandalo da occultare accuratamente, quindi se non esiste, non può farsi strada nel mondo.
Ma io non voglio fare la morale a nessuno, le cose stanno così ed io mi sono adattata. Ho fatto quello che ritenevo più giusto e conveniente. Ripeto, questo libro non vuol essere un mea culpa, è solo un atto egoistico, è una confessione che voglio rendere pubblica, perché al contrario di quello che può pensare la gente, io non mi vergogno di quello che ho fatto, che faccio tuttora. Non sono bigotta, non sono falsa, non sono un’ipocrita! Mi dispiace solo che le istituzioni siano state incapaci di aiutarmi, tutto qui!
Ma non tutto il male viene per nuocere ed io devo ringraziare proprio quelli che mi hanno voltato le spalle, perché intraprendendo questa strada ho incontrato delle persone meravigliose, degli individui che altrimenti non avrei mai potuto conoscere perché appartenenti a mondi troppo lontani dal mio. Ho fatto delle esperienze incredibili ed irripetibili, ho vissuto nel lusso. Ho goduto di frivolezze e opulenza, di inutili agi.
E poi…, e poi ho conosciuto l’amore, ho incontrato Daniele, il ragazzo di cui mi sono perdutamente innamorata.
Come è nata l’idea di questo libro?
Faccio volontariato in un centro d’ascolto per donne in difficoltà. Un giorno incontro una donna distinta, molto bella che viene a chiederci aiuto. Mi racconta che si è appena separata e che ha tre figli piccoli. E’ laureata e parla fluentemente tre lingue ma non riesce a trovare lavoro. Divento la sua confidente e, in privato, mi racconta la sua storia…
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Questo lavoro è durato diversi anni. È stato difficile raccontare questo dramma perché sembra inverosimile che al giorno d’oggi accadano ancora queste cose. Si parla tanto di welfare state ma sembra più una propaganda, l’aiuto concreto manca.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Mi piace Elena Ferrante perché parla di una Napoli vera senza mezzi termini e senza tabù.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Milano.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Attualmente sto lavorando sul prequel di questo romanzo. Sto cercando di raccontare l’antefatto di tutta la storia. Penso che approfondire la vita della protagonista fin dall’infanzia possa aiutare il lettore a conoscerla meglio e forse, anche a comprenderla. Questa donna mi ha conquistato e credo, nel mio piccolo, di renderle un atto di giustizia.
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