Edito da Caosfera edizioni nel 2019 • Pagine: 193 • Compra su Amazon
“Per avere buone relazioni con gli altri, è veramente importante imparare a conoscere prima se stessi. Non importa se di fondo sei buono o cattivo, perché se le emozioni prendono il sopravvento e tu non le sai domare non potrai mai sapere dove ti condurranno. E un’emozione mal gestita è una bomba che prima o poi scoppia.”
Sara dopo un cambio di vita repentino, riesce finalmente a trovare la propria dimensione in un gruppo di tre nuovi amici. Tuttavia, la sua incapacità di gestire le emozioni la portano a fare uno dei più brutti errori della sua vita mettendo a repentaglio l’amicizia con tutti e tre, soprattutto l’amore nato clandestinamente con uno di loro. La vera amicizia e il vero amore, però, superano i giudizi attraverso riflessioni più profonde e trovano sempre il modo di rimettere ordine, anche in modi e tempi che non ci aspettiamo.
In questo momento sono seduta sul divano con in braccio il PC portatile, coperta da fazzolettini, incapace di respirare e spesso scossa da colpi di tosse. Questo stato di intorpidimento mi inibisce le normali funzioni cognitive e mi fa viaggiare con la mente, nei ricordi di tempi passati, nei pensieri di azioni catastrofiche, impulsive, ma anche di momenti perduti, felicità effimera sfuggita di mano… Sono solo ricordi di quando ancora possedevo qualcosa. Esatto, perché non mi è rimasto proprio niente. Ho solo una vecchia automobile che da un momento all’altro potrebbe decidere di lasciarmi a piedi, senza prospettive positive per il futuro, senza un amore o almeno qualcuno che mi voglia un pochino di bene e, oltretutto, senza soldi. Sì. Non ho più un euro nel conto corrente. Situazione ricorrente nella mia vita. Non perché non voglio lavorare, anzi… Dovrei essere miliardaria se funzionasse tutto bene nei miei circuiti psico-spirituali. Ma, come ognuno di noi ha un suo punto debole, io ce l’ho sul lato economico. Dicono sia per i conflitti avuti con la madre, e alcune cose irrisolte col padre. Insomma, alla fine mi ritrovo sempre a dover fare i conti con chi non mi paga, con chi ritratta quanto concordato quando il lavoro è già stato fatto, e con chi, invece, si dimentica che io non faccio beneficenza a chi sul mio lavoro ci guadagna. Ma questo sarà un altro capitolo, o forse addirittura un altro libro. Fatto sta che sono qui nella peggiore delle mie fasi down. Direte voi che dovrei scegliere meglio i miei collaboratori e datori di lavoro, questa volta, però, le cose sono precipitate inspiegabilmente, cioè hanno preso davvero una piega diversa dal solito e alla fine me ne sono dovuta andare dal mio posto di lavoro per il quieto vivere di tutti. Voglio dire che è una situazione che mi sono cercata io, consapevolmente, non come le altre volte quando le decisioni le prendevano altri al posto mio. Ora vi spiego: mi sono licenziata proprio a causa di questi amici, sì, quelli del titolo, o meglio, per miei atteggiamenti stupidi e istintivi nei loro confronti.
Che bel quadro vi ho dipinto: malata, squattrinata e senza il ben che minimo pensiero ottimista sul futuro. Anche in amore ho combinato un bel casino… e sinceramente è questo che mi fa star così male. Ma cos’è andato storto in questa storia? Per spiegarlo dovrò ripercorrere a ritroso un po’ di ricordi.
Come è nata l’idea di questo libro?
Ho vissuto per tre anni in una casetta in montagna in mezzo a un bosco. Un inverno, sono rimasta isolata causa neve, uscivo solo se strettamente necessario per la difficoltà a muoversi in quelle strade di montagna. Ho sempre amato scrivere, ma racconti, storie brevi. Quell’anno però, presa dalla necessità di tenermi impegnata per non soccombere all’ansia e alla noia, decisi di cimentarmi in qualcosa di più arduo per me: un romanzo. Iniziai così a scrivere di Sara, partendo da un’esperienza veramente vissuta e immaginandomi come sarebbe stato se questa ragazza avesse fatto scelte diverse.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La storia prese vita quasi da sola. I personaggi iniziarono a vivere di vita propria ed è stato interessante vedere le idee fluire così liberamente. La difficoltà è stata nello scegliere il tipo di scrittura. Volevo fosse un linguaggio semplice, volevo dare l’impronta di una lettura di svago, ma che lasciasse un messaggio di fondo. Ho riscritto il testo almeno tre volte per riuscire a dare un senso di leggerezza al lettore. Questo per me è stato difficile.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Leggo da quando ho imparato a leggere, ho montagne di libri di ogni genere, e amo scoprire autori diversi e a volte sconosciuti. Mi piace come scrive la Rowling, conosciuta per la saga di Harry Potter, ma che ha scritto altri romanzi sotto pseudonimo. Simone Perotti per le idee, Galimberti per le ispirazioni filosofiche, Almond per la gentilezza e i messaggi che dona ai ragazzi, ma anche agli adulti che si avventurano nella lettura delle sue storie. Amo Neil Gaiman perché i mondi che crea mi fanno fuggire oltre confini umani. La lista potrebbe essere infinita, questi sono i primi che mi sono venuti in mente. Probabilmente mi pentirò di non averne citato alcuni.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo nella provincia di Bologna, ora in campagna, dove ho vissuto l’ho già raccontato all’inizio. Amo stare lontano dal caos cittadino, pur piacendomi, ma solo quando lo decido io. Per lo più mi piace vivere dove la natura fa da padrona e io posso ascoltarmi senza rumori artificiali di sottofondo.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto scrivendo un secondo romanzo molto diverso da questo, mi piace sperimentarmi e mettermi alla prova, mi diverto a provare nuovi stili a seconda del genere. Probabilmente selezionerò anche alcuni racconti, e forse alcune poesie, scritti nel tempo e cercherò di sentire se parlano solo a me o possono piacere anche a possibili lettori.
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