Fahryon è un romanzo fantasy della torinese Daniela Lojarro, pubblicato nel luglio 2015 da GDS Editrice. È il primo volume del ciclo Il suono sacro di Arjiam; al momento può essere acquistato in formato digitale al costo di 2,99 euro, ma presto sarà disponibile anche in versione cartacea. Ecco la trama in breve e un estratto dal quattordicesimo capitolo del libro.
Fahryon, la trama del romanzo fantasy di Daniela Lojarro
Nel regno di Arjiam, Fahryon, neofita dell’Ordine sapienziale dell’Uroburo, e Uszrany, cavaliere dell’Ordine militare del Grifo, si trovano coinvolti nello scontro tra gli adepti dell’Armonia e della Malia, due forme di magia che si contendono il dominio sulla vibrazione del Suono Sacro.
Le difficoltà con cui saranno messi a confronto durante la lotta per il possesso di un magico cristallo e del trono del regno, permetteranno ai due giovani di crescere e di diventare consapevoli del loro ruolo e delle loro responsabilità in questa guerra per il potere sul mondo e sugli uomini.
Fahryon – primo volume della saga Il suono sacro di Arjiam: un estratto dal capitolo 14
Fahryon, fissando ipnotizzata il Santuario che non aveva più voluto vedere dalla morte di Tyrnahan, attraversò il ponte e varcò la soglia della cappella esposta a ovest, attraverso la quale erano entrati e usciti i Magh per il rito serale.
Poi, seguendo il suo impulso, raggiunse la stessa cappella dove aveva celebrato il rito d’imposizione del nome. Quando i suoi occhi si furono abituati all’oscurità, Fahryon si bloccò sulla soglia con il cuore in gola nello scorgere Tyrnahan riverso nella vasca ottagonale: spaventata, chiuse gli occhi precipitosamente.
Quando li riaprì, non c’era più alcuna traccia di Tyrnahan o del suo sangue. L’acqua della sorgente lo aveva lavato via dal viso del Magh ancora prima che i loro confratelli accorressero nel sentire le sue grida disperate e il suo pianto isterico.
Ormai, quel sangue non era più che una goccia infinitesimale e impercettibile nel corso del fiume Suszray e, da lì, sarebbe finita nel mare.
Anche il mare di Khyand a sua volta avrebbe congiunto e confuso le sue acque con quelle dell’oceano che si estendeva oltre lo stretto di Aruvfny.
Pure le ceneri del Magh erano state trasportate via dal vento: Tyrnahan sarebbe stato ancora ovunque attorno a lei.
Socchiuse le palpebre, lasciando che il ricordo dell’intensa comunione vissuta con il Magh colmasse il suo cuore, la sua mente e il suo animo, finché l’inno sacro, che l’Anziano del Conclave aveva usato la notte della visione, si formò spontaneo sulle sue labbra, dispiegandosi dolcemente nella cappella, rompendo il silenzio magico che ancora vi aleggiava dopo il rito della sera.
Non era sola, si ripeté Fahryon con sempre maggiore convinzione a ogni reiterazione dell’inno sacro appreso dal Magh.
La sua voce, normalmente squillante, argentina e agile, era diversa: sembrava avere acquisito delle sfumature più ricche di calore, di ampiezza e di profondità.
La sua pietra di luna pulsava ardentemente contro la sua fronte e ondate di vertigini e nausea la facevano tremare come una foglia al vento. Seguì il consiglio di Tyrnahan e si aprì con fiducia al Suono Sacro, concentrandosi sull’inno per staccarsi dalla condizione fisica di dolore e paura.
Ecco! L’incanto dell’unione con il Suono Sacro la rapiva dentro di sé.
Fahryon si sentiva come una goccia di pioggia che si fosse unita alla corrente del mare. Ogni singola fibra del suo essere, ogni parte del suo stesso corpo fisico erano un prolungamento di quella spirale di suoni e di colori che l’avvolgeva. Il suo petto riverberava investito da note gravi e profonde, che parevano scaturire dai remoti abissi del Tempo, dando vita a colori scuri come le viscere della terra; riposanti suoni medi scorrevano sulla sua pelle, colorandola di tutte le tonalità di blu, trasformandosi poi in un ventaglio di rossi porpora e indaco che, vibrando nei toni più acuti e brillanti, la ubriacavano di energia.
Si sentiva trascinata in un vortice di sensazioni indescrivibili perché non corrispondevano più alle categorie dell’umano e fisico modo di percepire.
«Se desideri proseguire in questo cammino, non sarai sola, Fahryon: la mia Armonia è con te», mormorò la voce di Tyrnahan nel suo cuore. «Tu, però, sei libera di scegliere», le ricordò con gravità. «Con il cuore e la mente liberi da ogni costrizione o desiderio, accetto il dono che viene dal sacrificio della tua vita, Tyrnahan. Il Suono Sacro illumini e guidi il mio cammino», rispose Fahryon senza incertezze.
Persa nell’estasi delle ineffabili immagini di suoni e luci della contemplazione, Fahryon si abbandonò alla magnificenza e all’impeto delle vibrazioni della sua voce unite indissolubilmente a quelle di Tyrnahan e del Suono Sacro del Mondo. Senza esitazione o stanchezza, la sua voce s’inebriò della purezza di quella melodia fino a quando il Suono Sacro si ritirò.
Fahryon, allora, si lasciò cullare dolcemente nel piacevole tepore dell’acqua della piscina sacra, ancora stordita per la gioia e la commozione della
stupefacente scoperta del dono di Tyrnahan.
Quel dono che Xhanys morente le aveva preannunciato: «Ti sarà offerto un grande dono: accettarlo o rinunciarvi … da questa scelta dipenderà il tuo cammino».
Fahryon, parte prima della saga Il suono sacro di Arjiam, può essere acquistato su tutte le principali librerie online, tra cui IBS.