Le farfalle volano anche di notte
Edito da Kimerik nel 2018 • Pagine: 98 •
Forse abbiamo bisogno di sogni, di serenità. Nella poesia trovi le parole che aiutano lo spirito e soprattutto a ritrovarti con te stesso. Le frasi e il contenuto delle poesie fanno riflettere, poiché in pochi lemmi son contenuti concetti ed espressioni desuete che inglobano pensieri profondi. Tutti siamo poeti, un dono che Dio ci ha dato; in ognuno di noi c’è una stanza piena di emozioni molto spesso rinchiuse alla rinfusa: occorre trovare il momento per mettere in ordine la stanza e collocare ogni cosa al suo posto. Entra nel magico mondo dei tuoi pensieri, il cervello è una macchina stupenda, aspetta solo di essere aperto a una visione globale.

Storia di Nadia
Un canto muto mi colse improvviso,
l’ombra silenziosa di un sole freddo nell’infinito,
scorger un cielo grigio,
che inciso mostrar lì nascosta,
l’ombra scura maledetta, l’avviso…
lo stupore… smarrimento.
Tra i denti stretti il pianto solitario
dolore della paura, sgomento
incredula ammutolita come con la nebbia improvvisa.
Un insulto al cuore,
l’immagine allo specchio riflessa, indecisa,
e i piccoli seni, meravigliosi seni dell’amore,
attenta a cercar differenza, racimolar pensieri,
e uccisa,
madre stanca, figlia di un Dio piccolo
senza vista e senza cuore,
placar sete di vite in fiore.
Intorno odore di Gerusalemme,
piegati a commiserar con la tenerezza dei sorrisi vuoti
all’invito per un coraggio che solo una madre può avere.
L’incupirsi del volto, pensiero e sudore,
e nella fatica un sorriso,
occhi stanchi volti all’infinito grigiore,
affannar la mente per bere alle fonti del sapere,
sperar nell’impresa di contar uno ad uno
i capelli della folta chioma dal bel colore
aver tempo a realizzar il recondito sogno di tanta grazia
che solo un Dio pietoso può dare pace a quel dolor.
Il sorriso di Giuseppe Morreale
Notte consigliera del bene e del male
l’aria quasi rarefatta,
il caldo umido
notte uguale, alle notti uguali.
S’oscura tutto,
la vita scorre sul binario sbagliato, diagonali
preghiera a Dio, e pianto a dirotto.
Speranza,
da un gioco, al folle gioco delle morti banali,
il fi lo sottile che unisce i cuori d’amore si spezza.
Ah, che bel sorriso,
spensierata giovinezza
responsabile vita che scorre in cerca di futuro indeciso.
Nel tempo,
immagino avesse un cuore dolcissimo, e la gaiezza.
T’incrociavo,
il saluto, il sorriso, spensieratezza e l’animo gentile,
la mia… naturalezza a vista di tanta gentilezza.
Or tutti s’accorti, che t’amavan con fierezza.
I semi che hai sparso ovunque fan sbocciare
fiori del ricordo, anime che schiudon nella natura bella fioritura.
Amico, germoglia il nostro giardino d’amore,
limpida l’alba che comincia, con l’albore
accendi il sole che annaffi a il cuore dei viandanti
illumina il giorno che arde le vite
invecchia,
e che la notte sia consigliera del bene.
Cappadocia
Forgiata dal fuoco,
plasmata dal vento,
miracolo delle fate, lava e calcare,
parti sovrapposte in disfacimento,
Ghoreme,
pinnacoli e camini, meraviglia della natura ad alveare.
Anfratti per asceti mistici e cristiani perseguitati,
dottrina di vita primordiale,
città scavate nel tufo d’ammirare
nascoste nella natura rurale,
invisibili e murate intorno al nulla,
sotto brulicar sacrale,
di morti viventi a scandir il giorno
che fu di un passato il rituale.
Inebriante terra,
sensazione spirituale,
brividi di storia riversar attraverso il corpo e mente
la vita pullulare nei pertugi e cunicoli
delle piramidi col cappello,
e le piccionaie che furon fonti di vita primordiale
e conciliatoria tra genti di quei castelli.
Le mongolfiere a Ghoreme
È l’alba, il cielo terso, l’aria tiepida,
il via al grande spettacolo che nell’etere vedrà danzar
areostati giganti colorati… la sfida.
Nella calma, rotta dallo stupore,
fuoco soffiato nella bocca gigante trepida,
librar innumerevol cesti umani, col suo fervore,
e sospesi nella pace dell’aere celeste affidan il lor core.
Sonata del silenzio, lo stupor mondiale,
momento fraterno, sorrisi e abbraccio vittorioso,
l’occhio a spaziar tempo, e vision di gloria globale,
per il lungo volger lo sguardo a ritroso,
immaginar popoli nascosti all’invasor che assale.
L’ondeggiar in armonia di cesti umani,
vederli salir e mover tra le valli
scivolar a fianco di pareti irte, dirupate… immani.
All’atterraggio, che dolce si’ fatto,
sgravar l’animo dell’ultimo smarrimento umano,
L’ansia sì, placata e lo stupor rimasto stupefatto.
Estasiati a brindar per il belvedere di una terra antica
varco di storia e di popoli invasori che venner da lontano
dilagar l’occidente e conquistar con fatica.