
Edito da Santelli Editore nel 2019 • Pagine: 155 • Compra su Amazon
Heléna, una bambina siriana, vive la guerra con la speranza di poter trovare vita in ogni cosa usando l’immaginazione che suo padre Magnus le ha tramandato. Quando la nonna Ester, una donna che ha lavorato la terra fino alla fine dei suoi giorni, e suo padre sempre propenso a congetturare strane filosofie rivoluzionarie, muoiono, la bambina inizia un viaggio senza meta lasciando la madre Margherita con il fratello Eric che ha un particolare vizio: mangiare fiori. La cura per questa cattiva abitudine consiste nel raccontare favole al fratello. Così Heléna approfittando delle proprie esperienze durante il viaggio, dei luoghi che vede e delle persone che conosce, scrive nel proprio quaderno una serie di racconti fantastici.
Il primo che completa parla di un bambino (Matthias) che deve far fronte a strani fenomeni che imperversano sulla città dove vive, coinvolgendo soprattutto gli alberi del parco. Questi ultimi iniziano a cambiare la loro forma, tramite la comparsa di nuove fronde intrecciate su se stesse ed aguzze spine lungo i rami. La motivazione di questa trasmutazione si nasconde dietro il gesto scellerato di un gruppo scapestrato di bambini, i quali apprendono il vizio del fumo e per celare tale scelta alle rispettive famiglie decidono di nascondere i mozziconi delle sigarette sotto terra, nei pressi delle radici degli alberi presenti nel parco. Matthias comprende la gravità della situazione quando nota che tali alberi non producono più ossigeno, ma soltanto sostanze tossiche. A conferma di questa teoria, compare uno spiritello che comunica con Matthias nei sogni. Tale entità gli rivela la propria vera identità, annunciandogli un imminente e grave evento che sconvolgerà la città. Nel frattempo, uno scienziato (Igor detto “lo strambo”) sta creando una nuova invenzione per conquistare la tanto ambita gloria eterna. Peccato che questo esperimento avrà un esito disastroso, causando l’esplosione del suo laboratorio. I frammenti della sua invenzione, una macchina tutta d’oro, volano in aria e si incastrano in cima ad ogni albero del parco. Gli abitanti della città tentato, allora, di raggiungere il pezzetto d’oro, ma la nuova forma contorta degli alberi malati impedisce loro di raggiungere la meta. Solo Matthias avrà modo di ottenere quel frammento prezioso, concessogli dalla naturale grazia della sua Sequoia, custodita con amore dalla famiglia del bambino.
Con questo racconto, ed un altro narrato da Sam, il nuovo amico di Heléna, entrambi dimostreranno che la guerra può anche non intaccare l’anima di una persona che rimane, così, sterilizzata da idee belliche o violente. Quando la ragazza tornerà, scoprirà di aver accumulato tante esperienze che proprio tra le braccia dell’amore di casa potranno prendere vita sotto forma di racconti per il fratello Eric.

Il bambino aggrottò le sopracciglia, ripensando alla cena deliziosa che lo aveva accompagnato nel mondo dei sogni: tagliatelle ai funghi, uova fritte con funghi trifolati e funghi conditi in insalata con olio e prezzemolo: “Ma io ho semplicemente mangiato i funghi nati sotto la mia bellissima Sequoia”.
“Il mio paradiso… è lì che ho sempre vissuto. Amo e difendo l’albero, nutrendolo con il mio amore. La tua casina di legno mi dava riparo”. In effetti la versione dello spiritello era plausibile. La risposta che cercava il padre si era presentata a Matthias nel modo più strano possibile.
“Sei stato tu a mettere quei chiodi nelle travi di legno?”.
“Sì, io. Era una bella casa fino a quando i bambini cattivi non sono arrivati. La Sequoia era in pericolo ed io ho dovuto sacrificare la mia casina per il mio mondo: l’albero”. Matthias senza più timore avanzò verso la luce che con il passare del tempo stava prendendo forma umana, ancora indistinta, ma rassicurante. Chiese allora al suo nuovo amico (immaginario) che cosa i bambini cattivi avessero combinato, anche se ormai era evidente che il caos nel giardino dipendeva proprio da loro.

Come è nata l’idea di questo libro?
Questo libro è nato perché volevo lanciare due importanti messaggi: uno di tutela dell’ambiente e uno utile a sconfiggere i pregiudizi che rischiano di compromettere la realtà dei fatti così com’è, soprattutto oggi dove c’è una iper-informazione causata da internet.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
In realtà non è stato difficile, ma complesso. Il libro nasce in due volte: prima c’è la favola contenuta dentro dal titolo “La macchina d’oro” e poi la storia principale di Helèna che decide di partire per creare storie fantastiche da raccontare al fratello. Le parole sono uscite fuori con grande spontaneità.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Domanda perfetta: Gabriel Garcia Marquez. Ho scritto questo libro dopo aver letto “cent’anni di solitudine”. Ma amo anche Pirandello e Carver.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho sempre vissuto a Urbino, cullata dalla bellezza del Rinascimento.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto scrivendo un libro distopico, in più lavoro anche come Consulente Editoriale e credo di aver scovato uno scrittore molto promettente, che spero un giorno tutti potranno leggerlo.
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