Edito da Maria Carla Mantovani nel 2018 • Pagine: 351 • Compra su Amazon
Dopo anni di esplorazione dello spazio, il genere umano ha finalmente trovato una potente sorgente di energia nel Fulcrum, un minerale originario di Plutone, che ha consentito il viaggio intergalattico e ha portato gli umani sul pianeta Areva, il cui popolo di alieni antropomorfi è stato messo in ginocchio dall’abuso dell’intelligenza artificiale. L’assemblea della Terra è diretta dal Presidente Bianchi, un individuo ambiguo e corrotto; a lui si oppone l’ordine di stampo militare e monastico degli Zhi, addetti al controllo della tecnologia e alla vigilanza delle questioni bioetiche, guidati dal Superiore Nath. Il conflitto si fa aperto quando Bianchi decide di far arrestare Nath, dando origine a una serie di rappresaglie reciproche che porteranno la guerra a divampare nell’intero universo conosciuto e tra i popoli che lo abitano.L’adepta Edith Dasher, guardia del corpo e legata al Presidente, e l’irreprensibile Zhi Conrad Logan si ritroveranno in fazioni opposte, in una lotta sempre più sanguinosa dove nulla è come sembra.
–Come sempre sei molto saggio– si complimentò il Superiore Nath con Conrad. –Ed è questo il motivo per cui sono venuto a parlarti: mentre mi trovavo ad Areva ho ricevuto nuove inquietanti informazioni su un’alleanza tra questa fazione ostile arevana e il governo della Terra.
–C… che cosa?
–Già… come sai, il Presidente dell’Assemblea della Terra è da sempre critico nei nostri confronti– proseguì il Superiore Nath. –Insiste affinché gli sia accordata più tecnologia per la popolazione, ma sempre più si interessa al potere che deriva da questi nuovi sviluppi. Si dice che potrebbe essere più vicino di quel che temiamo a questa fazione– soggiunse cautamente abbassando la voce.
Conrad non sapeva che cosa pensare: era noto a tutti quanto Christopher Bianchi, il Presidente, fosse un uomo corrotto e senza scrupoli, ma non aveva mai pensato che potesse arrivare a tanto; da almeno un paio di anni l’ordine Zhi si scontrava con lui su ogni questione di limitazioni… per quel pazzo avrebbero dovuto sviluppare ogni cosa, incuranti della lezione imparata dagli arevani.
“Più tecnologia vuol dire migliori condizioni per la popolazione. Come pensate che siamo diventati leader della galassia? Non certo grazie alle vostre lezioncine sull’etica,” diceva sempre, tentando di minare la posizione degli Zhi nell’Assemblea.
Recentemente, aveva addirittura promosso a capo delle forze armate della marina interplanetaria Yannis Dukas, ammiraglio molto discusso a causa di azioni violente intraprese per sedare semplici rivolte; Conrad non pensava che una persona gli potesse piacere meno di così, eppure il Superiore Nath gli stava dando nuovi motivi per disprezzare Bianchi.
–Non è Edith Dasher che si occupa della sua sicurezza?– osservò a un tratto Conrad. –Potremmo chiedere a lei di indagare in questo senso; la conosco bene, è una brava ragazza e ha un ottimo carattere.
Nath strinse le labbra in un’espressione di disapprovazione.
–È inesperta e mediocre in praticamente ogni compito– ribatté. –Non mi fido di lei, senza contare che oggi sosterrà l’esame di quarto livello; se non lo passasse non potrebbe più fare la guardia lì. Da domani vedremo, ma oggi vorrei che la sostituissi tu da Bianchi.
–Io?– domandò sorpreso Conrad. –Lo faccio volentieri, Superiore, ma in un giorno mi chiedo che cosa potrei scoprire.
–Forse nulla, ma vorrei che lo incontrassi di persona– replicò Nath. –Sei sempre stato molto abile nel capire immediatamente gli individui che avevi di fronte; in ogni caso, dovrei sostituire Dasher comunque, tanto vale che sia uno dei miei migliori adepti, non credi?
Conrad fece un grosso sforzo per non mostrarsi eccessivamente compiaciuto.
–Sissignore– rispose. –Farò quello che chiede.
Nath annuì e si congedò, così Conrad poté recarsi alla sede presidenziale: era molto vicina alla loro Enclave, probabilmente unico lato positivo nella vita della povera adepta Dasher, che a quanto pareva si doveva sorbire quell’individuo viscido e corrotto per tutto il giorno, tutti i giorni.
Vide Christopher Bianchi alle porte dell’ufficio che parlava con una donna dall’aria nota, ma che in quel momento non riusciva ad associare a un nome: l’uomo rivolse a Conrad un’espressione di genuina sorpresa, inarcando le sopracciglia e spalancando gli occhi azzurri. Il Presidente era un uomo di mezza età, più basso di Conrad e dalla stempiatura pronunciata; non era assolutamente in forma, anzi aveva l’aria di una persona che non faceva attività fisica da anni, e i suoi capelli sembravano di un colore diverso da come gli erano sembrati in televisione, segno che probabilmente era il genere di uomo che non veniva a patti con la sua età e se li tingeva: Conrad detestava quel genere di atteggiamento, la vanità era una cosa che non riusciva a comprendere.
–Ah, il “rimpiazzo”; quasi mi ero dimenticato che la signorina Dasher oggi non ci fosse– commentò con un sorriso, distogliendo rapidamente lo sguardo. –Francine, ora devo andare: è sempre un piacere.
Conrad rimase interdetto: ecco perché aveva l’aria così familiare, doveva trattarsi di Francine Chazan, la responsabile dei progetti di robotica che tanto si era scontrata con il Superiore Nath qualche mese prima. Quello non era affatto un buon segno: ogni loro incontro avrebbe dovuto essere supervisionato dagli Zhi.
–Pensavo che i responsabili dei progetti scientifici speciali dovessero confrontarsi con noi prima di venire da lei– osservò, senza potersi trattenere.
Bianchi incurvò appena le labbra e gli scoccò un’occhiata in tralice.
–Penso di averti già inquadrato– fece divertito. –Dimmi se sbaglio: sei un adepto che sta facendo rapidamente carriera, magari pronto a entrare nel cerchio di comando, e pensi che alla gente faccia piacere sapere continuamente la tua opinione– Conrad arrossì lievemente. –Lasciati dire che qui, nel mondo vero, non è così: sei qui per farmi da scorta e per fornirmi supporto, sono tutte cose che puoi fare tranquillamente in silenzio. La signorina Dasher ha imparato a stare al suo posto; mi aspetto la stessa cosa da te– aggiunse infine secco, distogliendo ancora lo sguardo.
Non lo guardava mai negli occhi, era una cosa davvero destabilizzante. Conrad avrebbe desiderato correggerlo, dicendogli che non poteva chiamare Edith Dasher “signorina”, bensì “adepta” dal momento che era una Zhi e bisognava riferirsi a loro con i termini corretti, ma non ne vedeva il senso e dopo poche ore capì di non essersi sbagliato: Bianchi si ostinava a chiamarlo “il rimpiazzo”, dubitava fortemente che avrebbe cambiato modo di riferirsi a Edith, con cui lavorava da almeno due anni, solo perché glielo aveva chiesto lui.
–Non c’è bisogno che continui a ripetermi il tuo nome, tanto non me lo ricorderò– gli aveva confidato soavemente Bianchi alla terza volta in cui Conrad gli aveva precisato il suo nome al posto di “rimpiazzo”.
Conrad rimase praticamente zitto tutta la giornata, osservando come Christopher Bianchi potesse intrattenersi con le persone peggiori al mondo e passare sopra qualunque regola morale di condotta: era disposto a fare qualunque cosa per ottenere ciò che voleva, lo aveva appena visto promettere “posti importanti” in cambio di favori e probabilmente soldi. Corruzione: l’elemento che contraddistingueva la politica terrestre da sempre e che, con quell’uomo, sembrava arrivare a un livello atroce.
Conrad si scoprì più volte a pensare all’esame dell’adepta Dasher, sperando con tutto se stesso che fosse andato bene: il Superiore Nath avrebbe affidato a lei il compito di sorvegliare e spiare Bianchi, mentre lui sarebbe tornato a un ruolo più attivo. Osservando il sorriso finto e viscido del Presidente mentre stringeva la mano di un rappresentante della colonia Agila, Conrad si ritrovò a pregare per l’esito positivo dell’esame della collega.
“Ti scongiuro, Edith. Non farmi scherzi” pensò disperato.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea del libro ce l’avevo in mente da molti anni, ai tempi del liceo, dove avevamo analizzato per lungo tempo il “contrasto” tra sperimentazione scientifica e bioetica; la storia era nata subito, ma era solo una bozza. Ci ho messo diverso tempo a riuscire a darle una forma e una struttura; dopo aver completato una trilogia di fantascienza (mai pubblicata) mi sono decisa a riprendere in mano questa storia e, dopo un paio di mesi, avevo finito il primo libro. Ho scritto subito dopo il seguito e sono andata avanti spedita.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Scriverlo non è stato difficile, ma la parte prima di ideazione ha richiesto molto tempo e molta fatica.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I miei autori preferiti sono J.K. Rowling, Dan Brown, Suzanne Collins e Julian Fellowes. Hanno tutti stili molto diversi tra loro, ma ognuno di loro ha saputo coinvolgermi e appassionarmi in modo speciale.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in provincia di Cuneo da molti anni, anche se sono originaria di Torino.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho moltissimi progetti per il futuro: mi piacerebbe pubblicare uno degli altri libri che ho scritto, nonché il seguito di questo. Sto lavorando ad una traduzione in inglese de “Il fulcro dell’universo”, poiché mi piacerebbe provare il mercato anglosassone dove la fantascienza trova più seguito. Non ultimo, continuo a lavorare assiduamente al blog TheMantovanis che gestisco con mia sorella Anna.
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