
Edito da Tempra Edizioni nel 2019 • Pagine: 92 • Compra su Amazon
Credere in un futuro edificabile all’interno di un contesto precario è difficile; lo è per Gaia, laureata in cerca d’occupazione, in crisi perenne, che ritrova fiducia nell’amore mediante Claudio. Nella piena affermazione dell’incertezza a causa del malcontento che dilania i giovani trentenni, il valore dei legami viene messo in dubbio e riscoperto dalla donna in particolari situazioni che la coinvolgono insieme a Il Moro, Renée, Luca, Carla e Maliba. Gaia riuscirà con ironia a superare i limiti delle sue paranoie e a vivere la spensieratezza dei suoi anni?
«Perdere contro questa lotta all’intenzione è una dura sconfitta da riconoscere,
ma non darle voce continuamente è un buon modo per illudersi che in fondo qualcosa di bello dovrà capitare».
Marianna Iannarone nasce nel 1991 ad Ariano Irpino (AV). Consegue la laurea in Editoria e Pubblicistica presso l’Università degli Studi di Salerno, svolge diversi corsi di perfezionamento prima di acquisire il Master in Giornalismo e Comunicazione. Il suo esordio letterario è avvenuto con la silloge poetica Viandante (Delta 3 Edizioni, 2016) e con il romanzo La voce che non conosci (Eretica Edizioni, 2016). Ha partecipato a numerosi premi letterari qualificandosi come finalista e ha contribuito alla realizzazione di alcune antologie.
Futuro edificabile è il suo secondo romanzo.

La colpa dei miei fallimenti sentimentali non si può attribuire esclusivamente a quegli approcci forzati, anzi, la si deve riconoscere, in parte, alla mia incapacità di non essere più riuscita a fare la differenza fra gli uomini single e fidanzati, sposati con o senza prole, divorziati e maturi scapoli, per quella necessità di ricevere attenzioni maschili che mi facessero sentire desiderabile.
Le mie aspettative erano troppo elevate rispetto alle reali possibilità offerte da quelle conoscenze lampo, a causa delle omissioni, dei comportamenti atipici ma tipici di chi pratica il disimpegno come tecnica “del pensare di meno” e “del sentire di più”, delle fughe improvvise, dei ritorni improbabili, mentre a cambiare erano le mie priorità.
La convinzione che gli uomini fossero tutti uguali, congiunta all’illusione che in tutti potesse esserci quello giusto, accelerava quel processo di demolizione della mia autostima, alimentando un rancore profondo all’interno di una cornice sessista.
Alla delusione non maledicevo solo l’ultimo tizio capitatomi, bensì tutti i suoi predecessori, rappresentanti di quella patetica sciagura emotiva.
Il peso di quelle spiacevoli esperienze l’ho percepito nel tempo, in quella quotidianità che non cede facilmente al pianto, ma all’ansia di un probabile abbandono quando non si sospetta minimamente l’addio. La rassicurazione “tanto non ti merita” è diventata “tanto passa, respira, tranquilla” – sono stata più vicina all’ipocondria che al matrimonio.
Unirmi a Claudio è stato spontaneo, per alcuni aspetti risolutivo, un riappropriarmi di quei valori importanti in cui ho sempre creduto, da lui condivisi, seppure considerati insignificanti in questa epoca divorata dal vuoto di cultura.
È un amore che suggerisce una soluzione ad ogni problema, nonostante le complicazioni pratiche, non volta le spalle davanti alle difficoltà, tende la mano e, cerca conforto. È iperprotettivo da ciò che può minarlo, da ex, da terzi incomodi, più comunemente da noi stessi, dai nostri limiti, ma nella totale libertà di scegliere, ogni giorno.
Grazie a Claudio ho umanizzato nuovamente il genere maschile, uscendo da quella generalizzazione semplicistica ma pericolosa della categoria, un riconsiderare l’ipotesi che in fondo un cuore ce l’hanno tutti.

Come è nata l’idea di questo libro?
Futuro Edificabile nasce come necessità di condividere un malessere personale che accomuna i giovani: il precariato. Descrivo il contesto storico in cui viviamo, la realtà, tanto che il romanzo potrebbe inserirsi nel filone letterario “del verismo”, ma lo faccio in chiave ironica presentando spunti di riflessione; i personaggi della vicenda guardano al futuro con speranza, nonostante le difficoltà che vivono nel presente.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La scrittura è un processo complesso che include ispirazione, sviluppo delle idee, applicazione della tecnica, quindi scrivere un libro è sempre difficile. Non è stato eccessivamente faticoso scegliere il finale della storia, ma più che altro definire la trama, capire in quale direzione condurre il lettore.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Le mie letture sono diversificate, ho autori o poeti di riferimento per ogni periodo della mia vita. Per la poesia posso citare Wislawa Szymborska, Pablo Neruda e Alda Merini tra gli autori leggo volentieri le opere di Gregory David Roberts, Haruki Murakami e potrei elencarne altri. Da ogni singola lettura ne esco cambiata e assorbo qualcosa di nuovo che sia essa conoscenza.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho vissuto fuori paese per condurre gli studi universitari, e per ricercare nuove esperienze lavorative, ma vivo nel mio paese d’origine ovvero Ariano Irpino.
Dal punto di vista letterario, quali sono i vostri progetti per il futuro?
Attualmente ricopro la carica di direttrice editoriale per Tempra Edizioni, piccola realtà costituita con giovani volenterosi, cercando di promuovere culturalmente questo Sud Italia un po’ dimenticato. Il mio progetto al momento è questo, aiutare a realizzare il sogno di altri autori pubblicando le loro opere, senza però mai smettere di scrivere. In futuro mi auguro di pubblicare un libro per l’infanzia. Ringrazio per l’intervista.
Grazie a te, Marianna.
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