Edito da PAV Edizioni nel 2020 • Pagine: 196 • Compra su Amazon
“Qui le regole le detto io”…se giochi muori.
Bergamo, catapultata in un presente distopico è scossa da omicidi sempre più cruenti, dai sotterranei di Città Alta fin nei piccoli paesi di provincia.
Maverick, un ereditiero convinto che tutto si possa comprare, è deciso a vendicarsi di un torto subito.
Roberto invece allena il suo “clan di gamers”, per disputare il torneo internazionale del videogioco di guerra più conosciuto al mondo.
Inverni, commissario dal passato tormentato, chiamato a indagare sulle morti legate al mondo virtuale, si trova a collaborare con una task force gestita da una vecchia conoscenza.
In un mondo dove il videogioco è uno sport, i tre uomini si scontreranno in una partita finale dove l’unico modo per vincere è non giocare.
Sulla poltrona davanti allo schermo, il corpo di un ragazzo tremava in preda agli spasmi. Il viso era madido di sudore, grosse gocce perlate cadevano dalla fronte bagnandogli le gambe nude; le pupille e l’iride, sbiancandosi, avevano lasciato il posto alla sclera striata di rosso.
All’improvviso, il silenzio della stanza fu interrotto da un quasi impercettibile splat. Dalle orecchie del ragazzo, così come da naso e bocca, rivoli di sangue nero cominciarono a scendere copiosi, il disegno sulla maglietta venne completamente coperto da una inquietante macchia scura. Smise di fremere, rimase fermo sulla sedia in modo innaturale, la testa cadde in avanti, mentre le mani scivolarono dai braccioli. Il sangue, seguendo il percorso delle dita, iniziò a gocciolare sul tappeto.
La stanza ritornò a essere silenziosa.
Un uomo aveva osservato tutto quello che era successo. Cominciò ad accarezzarsi il pizzetto; il ghigno di soddisfazione, che fino a poco prima aveva disegnato la sua bocca, si stava tramutando in una smorfia d’ira. Smise di toccarsi il viso e batté violentemente i palmi sulla scrivania di fronte a lui.
«No, no, no!» urlò. «E questo ragazzo – che si professava uno dei migliori player in circolazione – non ha retto nemmeno cinque fottuti round? Pier, quanta sostanza gli hai somministrato?»
L’uomo calvo di fronte a lui, con la testa china in segno di rispetto, rispose con voce titubante: «l-la stessa dose che somministriamo a tutti, signore, probabilmente non abbiamo tenuto conto del peso…».
«Che vi pago a fare, allora? Non possono morire così velocemente!» disse l’uomo, scandendo ogni singola parola con rabbia. «Così non mi diverto, dobbiamo trovare un’altra soluzione». Si alzò dalla poltrona, spense lo schermo di fronte a lui e cominciò a camminare verso l’ometto impaurito, che non staccava gli occhi da terra: «Quando è prevista la pausa per la compensazione?».
«Al quinto livello, signore. Non penso che sia solo…».
Pier vide avvicinarsi il suo capo che si pose a un palmo dal suo viso, con gli occhi carichi di odio in mezzo a una faccia tonda, morbida e in netto contrasto con la sua indole violenta: «Tu non devi pensare», gli disse. «Tu fai solo quello che dico io! Abbassatela al terzo livello e la prossima volta considerate il peso. Siamo intesi?»
Pier sussurrò: «Tutto chiaro, signore». Poi avvertì le mani sulle sue spalle, le sentì stringere violentemente fino a che, per il dolore, dovette mettersi in ginocchio.
L’uomo lo guardò, lì davanti a lui, e sorrise: «Vedi, Pier, questo è il simbolo della mia potenza: io in piedi e tu in ginocchio… Tra non molto, altri si chineranno al mio cospetto».
Lasciò la presa e Pier si rimise in piedi, massaggiandosi le spalle.
«Ragguagliami su come stanno andando i giocatori», lo incalzò il capo, abbracciandolo con tanta veemenza che lo fece incespicare, dirigendosi verso l’uscita della stanza.
Pier cercò di riprendere il contegno, ma la sua voce continuava a tremare: «Il… il ragazzo è la seconda vittima questo mese, l’altro si chiamava Lican82, napoletano, secondo in graduatoria nazionale; gli altri due giocatori sono arrivati all’ottavo livello con più della metà delle vite».
«Chi sono quei due?»
«Jghid e Joker, persone molto vicine all’obiettivo».
L’uomo lasciò finalmente le spalle di Pier, e si diresse nuovamente verso la poltrona: «Bisogna forzare la morte di uno di loro; fai in modo che non possano terminare il gioco, hai ventiquattr’ore; interfaccia le due console e falli giocare uno contro l’altro all’ultimo livello; aumenta la stimolazione neurologica e l’assunzione del siero».
«Penso che ci servirà più di un giorno, si-signore, dobbiamo entrare in casa loro e lavorare sia alle cuffie che alla console…».
«Basta contraddirmi!» urlò rivolto a Pier, che abbassò ancora lo sguardo. «Abbiamo le persone che possono farlo, ventiquattr’ore e non di più».
«Come vuole, signore, mi attivo subito», disse l’ometto avviandosi verso la porta.
«Un’ultima cosa, Pier…», si girò di scatto il capo. «Il pacco speciale è partito?»
«La consegna è prevista per domani, signore».
«Aspettate la morte di uno dei due player prima della consegna».
«Come desidera, signore».
«La vendetta deve essere servita fredda, ritardiamo un po’… Adesso lasciami solo, puoi andare».
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata dalla voglia di raccontare, un mondo, quello dei videogiochi che spesso viene additato come un qualcosa di brutto e da evitare. Per anni ho fatto parte di un gruppo di persone che hanno utilizzato i videogiochi come aggregazione e amicizia. Nello scrivere il romanzo ho inserito sia la parte buona che quella deviata, starà al lettore decidere quale scelta sia la migliore.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Portarlo a termine è stato un lavoro di ricerca, volevo che la Mia città Bergamo risaltasse come una spettatrice incolpevole delle azioni del romanzo. Cosi ho fatto ricerche sui paesi e sulle curiosità che fanno Bergamo un luogo da visitare e gustare.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Io adoro King, Poe, Lovercraft. Ho adorato 10 piccoli indiani di Agatha Christie, inoltre ho scoperto autori emergenti che meriterebbero più visibilità perché scrivono veramente bene.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in un piccolo paese della provincia Bergamasca, a parte gli anni del matrimonio, ho sempre vissuto in questa piccola città magica che ha il nome di Cornale, 1700 anime, non troppo distanti dalla città, ma lontanissima dal caos.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
A fine anno uscirà una riedizione del mio primo Romanzo “Tre passi nel delirio” prima apparizione letteraria del mio commissario Inverni, poi è in fase di editng un romanzo a quattro mani scritto con due scrittrici emergenti Lucia Rogliero e Sabrina Mills dal titolo “Paso doble” il genere è sempre il thriller. È ancora bozza un terzo romanzo di Inverni, una sorta di Reunion con un vecchio amico, che finisce nel sangue.
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