
Edito da LFA Publisher - Caivano (NA) nel 2020 • Pagine: 219 • Compra su Amazon
Andando dalla fine degli anni ‘40 alla metà degi anni ’70, e passando per il ’68, si racconta la storia di Rosa Alfano, nata a Trocchia (NA) nel 44’, da Giuseppe e Anna. Rosa reca il nome di sua nonna Rosina, del che è compiaciuto suo padre, contadino stanziale, anche perché Rosa è il nome dell’eroina Luxemburg, di cui lui ha sentito molto parlare da suo cugino Giorgio, attivista della locale sezione del PCI. Rosa si rivela fin da bambina una ragazzina intelligente, dal carattere sveglio e volitiva e, cosa rara tra la sua gente, frequenta con buoni risultati la scuola, fino a conseguire la licenza magistrale. Molto, nel merito, lo deve a don Serafino, prete socialista, e allo zio Giorgio, che l’ha aiutata a farsi una cultura e a formarsi sul piano sociale, tanto che Rosa diventerà a sua volta esponente molto apprezzata del partito. Rosa vivrà, in verità, tra fede politica e fede religiosa, un atteggiamento un poco tipico in generale della sua gente che, con larga veduta e tanta speranza, usciva dalla chiesa ed entrava nella sede del PCI e viceversa. Intanto, sarà protagonista anche di delicate storie d’amore.


Come è nata l’idea di questo libro?
Volevo descrivere la vicenda di una donna che si emancipasse a partire da un ambiente difficile, come può esserlo la realtà rurale dell’interland napoletano. Avevo già considerato un tema simile nel romanzo Ritratto di Daniela nel quale la protagonista apparteneva all’ambiente di una elite universitaria e artistica.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Circa due anni di lavoro per la documentazione storica e sociale dei luoghi presi in considerazione per meglio sottolineare il tema trattato.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Pavese, Vittorini, Silone, Di Giacomo, De Filippo, Rea, Hemingway, Kafka, Beckett.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Napoli, dove sono sempre vissuto.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a scrivere in quanto necessità personale e tentativo di comunicazione sociale (ho all’attivo altri cinque romanzi, oltre Il Gelso rosso, e tre raccolte di racconti, qualche saggio).
Ho letto il libro e trovo sia estremamente interessante oltre ad essere scritto in forma pregevole.