
Edito da Placebook Publishing & Writer Agency nel 2020 • Pagine: 150 • Compra su Amazon
Veloci sguardi verso il mare, rapide occhiate nell’animo umano, ironiche abbondanze poetiche. Francesco Staglianò può tranquillamente rientrare nella categoria: CantAutori genovesi.
Dove le note sono sostituite da melodiche e graffianti parole. Graffi sulla sabbia sono canzoni senza spartito, poesie musicali e brevi narrazioni che hanno il ritmo della gioiosa malinconia tipica della gente di mare. Ricordi che affiorano sulla pelle lasciando un vago sapore di sole.

Osservo attraverso me, con contrastanti sentimenti di pietà, disappunto e frustrazione, il brulichio incessante di folla, di umanità lacerata, ansiosa, vanagloriosa, fragile. L’eterna, incerta lotta tra bene e male sembra una favola lontana, da rimpiangere in questo “mare nero d’infamia” dentro cui tutto è possibile, compreso il suo contrario. Con chi sto: con i cattivi o con i buoni?
È un crinale incerto! Dove sono i cattivi, dove i buoni? Dove la destra destra, il centro di gravità, la sinistra ubiqua, il pendolo di Foucault? Quale il loro significato? Il magma si sfrangia, si disperde per ricompattarsi più in là in forme sempre cangianti, multivalenti, incomprensibili. Il postmoderno, il post-ideologico… La cacofonia è assordante, l’effetto invasivo, violento! Una nebbia lattiginosa nasconde mille insidie, le maschere sostituiscono i volti, così tutto può apparire realtà e finzione allo stesso tempo; realtà o finzione… poco importa! La commedia dell’arte, il dietro le quinte. Il gioco delle tre carte, il trasformismo, il camaleontismo, l’illusionismo… l’inganno!
Questi sono i requisiti del cambiamento gattopardesco! Questa è la civiltà del terzo millennio con la super-tecnologia da un lato e dall’altro lato le tragiche
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transumanze umane, il cinismo sempre più deturpante del potere, la corruzione, le guerre diffuse, le miserie, i soprusi, la fame, la follia delle stragi nel nome di un Dio…! Mi chiedo cosa direbbe di diverso o di nuovo oggi il visionario, stralunato “signor G”.
Forse, come lui, dovrei infilarmi una pistola nella tasca dei pantaloni (intendiamoci, non per uccidere qualcuno!) e camminare rigido come se avessi un’erezione perenne! Che bella figura farei…Chissà! Idea geniale, ma no grazie Giorgio Gaber, non sono il tipo adatto per questo genere di esibizioni. Rimarrò fedele alle tre “condizioni” che hanno ispirato, da sempre, la mia vita. Continuerò a “essere”, scrivendo poesie senza credere nella solitudine del Poeta, poiché il Poeta è moltitudine: purezza e immondizia, sorriso e lacrime, dolore e gioia, egoismo e generosità, miseria e nobiltà. Continuerò a “pensare”, poiché pensare è esplicito indizio di esistere. Continuerò a “raccontare”, per dare libertà ai ricordi, alla mia irrequieta fantasia e a qualche innocua bugia.
Ma sono anche un uomo e aumenta sempre più la mia afflizione quando non posso fare a meno di guardare diritto negli occhi la solitudine, sempre più densa e buia che avvolge questo nostro mondo!
Genova, Settembre 2019

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata dall’esigenza interiore di rappresentare non solo il poeta e il narratore, ma anche l’uomo e il suo pensiero; con le sue virtù, le sue cadute, le sue contraddizioni.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La scrittura richiede concentrazione, esige completa dedizione, costringe alla solitudine. Parlare di sé uomo, proporre pubblicamente il proprio bagaglio concettuale oltreché il proprio talento creativo in connessione dialogica con l’universo circostante, è sempre molto difficile e faticoso.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Da Tomasi di Lampedusa a Proust, Kafka, Pavese, Eco, Ungaretti, Montale…
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Genova da molti anni con brevi soggiorni in Lombardia e Francia.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Proseguire la ricerca e la sperimentazione di nuovo linguaggio poetico e misurarmi nella narrativa thriller.
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