
Edito da cavinato editore international nel 2018 • Pagine: 204 • Compra su Amazon
Il romanzo, ambientato in un lasso di tempo che va dall'epoca etrusca ai giorni nostri, racconta la storia di un luogo leggendario, in Toscana, che consente il passaggio delle anime dei morti. Il flusso si blocca e la famiglia residente sul colle in questione rischia di subirne le conseguenze. Sarà necessario un viaggio in un'altra dimensione, coadiuvato dall'intervento di un potente medium e un estremo sacrificio per tentare di chiudere il varco tra la terra dei morti e quella dei vivi.
Una grande casa sulla sommità di un colle a picco sul mar Tirreno, teatro dell’epopea di una famiglia, custode inconsapevole dei segreti di un’antica leggenda, attraverso anni e generazioni, in una Toscana misteriosa e incantata.
Dall’Era degli Etruschi, un varco aperto per il passaggio delle anime dei morti…
Un potente medium che catalizzerà le forze nel tentativo di chiudere il varco.
Una lotta epica tra il Bene e il Male, al termine di un terribile viaggio in una dimensione parallela.
“…Colle Nitti, silenzioso custode di antichi segreti di vita e di morte.”

LA GRANDE CASA BIANCA
Romanzo di Maurizio Gramolini
Altraga – Il colle
Si staglia nitido sull’orizzonte.
L’azzurro del Tirreno, sullo sfondo, a ovest, e la macchia mediterranea delle colline metallifere a est.
All’occhio del passante quasi sempre sfugge il bianco della strada sterrata, delle poche curve che rapide conducono alla sommità e altrettanto spesso sfugge il nero metallo del cancello che apre la via alla grande casa bianca.
Ma a volte anche l’occhio distratto coglie un movimento, un biancore che si agita in cima al colle, e guardando con attenzione appare, anche se fugacemente, per un solo istante, l’insieme della casa, delle grandi finestre e delle tende bianche che ondeggiano nella brezza, e che per prime hanno attirato il nostro sguardo.
Molto più raramente un passante che si avventuri fino a lambi-re l’ombra del colle, percepisce quelle sensazioni che si provano entrando in un grande tempio antico, che lascia intuire le imponenti dimensioni del tempo trascorso e le tracce di coloro che, in epoche diverse, ne hanno attraversato le navate.
E a volte quel passante così sensibile alza lo sguardo, senza sapere il perché, e per qualche istante osserva Colle Nitti, silenzioso custode di antichi segreti di vita e di morte.
Prologo – Etruria – VI secolo a.C.
Le fiamme delle torce, agitate dal vento, illuminavano la scena, creando ombre in movimento sulla spianata alla cui sommità si trovava il tempio con il suo portale Mundus (Mundus), il varco per l’oltretomba.
Il suppliziato fu condotto al cospetto del Sacerdote Tagete, innanzi al Mundus; l’uomo, di corporatura robusta, incatenato e circondato da soldati, appariva sereno e del tutto indifferente sia alla propria sorte che a quanto lo circondava.
«Tuchulcha, stai per ritornare negli Inferi ai quali appartieni.
Il Mundus del colle di Altraga sarà sigillato con il tuo sangue e tornerà ad essere il varco attraverso il quale i morti lasciano questo mondo, e dal quale nessuno potrà tornare.» proclamò Tagete guardando il suppliziato negli occhi.
«Nessuno potrà varcare il Mundus e tornare nel mondo dei vivi, neanche i demoni come te Tuchulcha.» continuò.
E con queste parole aprì il portale del tempio e tracciò con una lancia un solco sulla soglia, a delimitare il Mundus.
Tuchulcha sorrise e parlò con la voce di mille bambini: «tu non puoi nulla contro di noi…» il vento aumentò facendosi impetuoso e rischiando di spegnere le torce.
«Il varco sarà riaperto.» continuò il demone con voce di moltitudine.
Tagete fece un cenno ai soldati che fecero inginocchiare il suppliziato in prossimità del solco sulla soglia del tempio ed estrasse dalla veste un lungo coltello sacrificale.
«Demone lascerai questo corpo insieme alla vita che lo abbandonerà e tornerai negli Inferi dai quali sei venuto!» esclamò Tagete afferrando Tuchulcha per i capelli, poggiandogli la lama sulla gola.
Il vento si fece tempesta mentre si levarono sempre più assordanti le voci delle moltitudini emesse dal demone:
«Non ci fermerete, il varco sarà riaperto. Non oggi. Non domani. Un uomo inconsapevole sarà il fulcro che aprirà il Mundus e i morti cammineranno sulla terra».
E mentre la lama del coltello di Tagete apriva la giugulare di Tuchulcha, o per meglio dire del simulacro umano che il demone aveva posseduto, le grida delle moltitudini non cessavano di uscire dalle labbra del suppliziato, mentre il sangue si riversava sul solco tracciato sulla soglia del Mundus.
Incredulo Tagete affondò la lama nel collo, tranciando la trachea e affondando tra le vertebre, mentre le grida assordanti e disumane del demone sembravano aumentare…il sacerdote continuò a infierire con la lama tagliando muscoli e tendini, tirando il cranio per i capelli…fino a che la testa del suppliziato non si staccò completamente dal corpo.
Il sacerdote la resse per qualche istante per i capelli, osservando incredulo il volto contorto dalla rabbia con la bocca che ancora si muoveva producendo una terribile cacofonia di voci e versi animaleschi.
Terrorizzato come tutti gli astanti, Tagete gettò lontano la testa urlante del demone, afferrò gli anelli dei due grandi battenti e chiuse con un tonfo sordo il portale del Mundus.

Come è nata l’idea di questo libro?
Questo è il mio terzo romanzo, da tempo avevo in mente di scrivere un romanzo di genere paranormale/horror, e una sera, attraversando il giardino di casa mia, al buio, mi sono girato di scatto…e dall’immagine che mi si è formata nella mente è partito tutto.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Portarlo a termine è stato difficilissimo, ci ho impiegato quattro anni.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
I miei autori di riferimento per il genere paranormale/horror sono Stephen King, James Herbert, Graham Masterton, mentre per romanzi comico-satirici Stefano Benni e Antonio Amurri.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in provincia di Bergamo, in precedenza a Milano.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto ragionando su uno spin off del “La grande casa bianca”.
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