
nel 2014 • Pagine: 358 • Compra su Amazon
Il libro racconta la drammatica storia del pastore e predicatore cataro Guillaume Bélibaste - considerato dalle fonti storiche l'ultimo perfetto cataro conosciuto - e lo sradicamento sistematico e violento dell'ultima generazione di eretici catari o albigesi che erano sopravvissuti fino agli inizi del XIV secolo nelle regioni del Sud della Francia. A chiudere questa pagina della storia religiosa europea fu l'opera sistematica dei primi inquisitori: uomini determinati e feroci come Bernardo Gui e Jacques Fournier.

“Riconoscono e confessano due dei o due signori, un dio buono e compassionevole e un dio malvagio e straniero.” Padre Geoffroy, le mani serrate al pulpito ligneo, il viso pallido ma mosso da piccoli fremiti nervosi, era senza indugi entrato in argomento. E sotto la sua abile guida la materia dottrinale si era trasformata presto in una vivace disputa; le asserzioni teologiche dei nemici della chiesa venivano confutate con argomenti salaci, mentre studiate interruzioni alzavano o abbassavano il pathos e l’intensità dell’argomentazione. Un attento e profondo silenzio regnava fra i presenti.
“Affermano che la creazione di tutte le cose visibili e materiali non è opera di Dio, il Padre celeste, quello che chiamano dio buono, ma è opera del diavolo e di Satana, il dio malvagio: lo chiamano infatti dio maligno, dio di questo secolo e principe di questo mondo. Distinguono perciò due creatori, Dio e il diavolo, e due creazioni, una delle realtà invisibili e incorporee, l’altra delle realtà visibili e corporee. Partecipe di entrambe le creazioni, ai loro occhi e alle loro menti l’uomo no ha alcuna dignità ontologica: è soltanto il teatro di una lotta eterna fra le due nature o sostanze che lo formano. Creato in parte da Dio, in parte da Satana, miscuglio di bontà e di malignità, di verità e di falsità, di essere e di nulla, egli è destinato a restare finché esiste come tale, un tragico nodo di contraddizione e di sofferenza.

Come è nata l’idea di questo libro?
Dagli studi condotti in ambito universitario e dai molti viaggi compiti nei “Paesi Catari” e cioè in Linguadoca.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Ho lavorato circa cinque anni alla traduzione dal latino delle fonti inquisitoriali che si sono conservate e che ho potuto consultare al Centro di Studi Catari di Carcassonne e all’organizzazione del materiale stirico in forma narrativa.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Tutti e nessuno. Leggo moltissimo sia saggi che romanzi – e da qualsiasi libro ricavo spunti utili e arricchimento per il mio lavoro.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono nato a Torino, dove mi sono laureato in Filologia Romanza. Attualmente vivo a Viareggio e in segno al Liceo Classico “Carducci” di Viareggio.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho quasi ultimato un nuovo romanzo “La biblioteca fra le nuvole”, ispirato alla vicenda biografica di padre Sergio De Piccoli, monaco benedettino che a Marmora, ai piedi del Monviso, ha creato una biblioteca di oltre 60.000 libri.
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