Edito da BASTOGI LIBRI nel gennaio 2019 • Pagine: 382 • Compra su Amazon
Joe Santangelo torna in Libreria con una nuova opera – la sua tredicesima – di grande impatto e di difficile classificazione. “GURDJIEFF – VIAGGIO NEL MONDO DELL’ANIMA” è un’opera multiforme, corposa, sofferta. Quattrocentocinquanta pagine suddivise in tre parti. Idiota n° 17 è il titolo della prima: un Romanzo Documentale nel quale la voce narrante racconta le vicende cruciali della vita, della formazione, della maturità del Maestro, senza indulgere nell’errore dell’apologia e dell’adorazione, comune a tanti biografi più o meno autorizzati. Fondato rigorosamente sui risultati dell’indagine alla ruggine degna di un giornalista di cronaca, operata dall’Autore su innumerevoli fonti (oltre 70 pubblicazioni in varie lingue), testimonianze, trascrizioni, sbobinamenti di conferenze, il Romanzo svela la forza e la debolezza dell’uomo, censurando nelle intenzioni qualunque proposito celebrativo e lasciando che l’insegnamento – laddove presente – si riveli attraverso i fatti, le azioni, i dialoghi e le parole del maestro caucasico. L’attenzione certosina all’ambiente, ai colori, al linguaggio e agli altri aspetti culturali tipicamente umani, completa una trattazione e una descrizione che restano nel cuore del lettore. Idiota n° 17 è una prova letteraria mai tentata prima d’ora su un mostro sacro come il Maestro esoterico Georges Ivanovitch Gurdjieff e occupa una buona metà dell’intera Opera. La seconda parte consta di una sintesi ragionata del “Metodo” illustrato, sistematizzato e promulgato dal Maestro. Dovere Partkdolg è un vero e proprio Manuale, finalizzato a presentare a un generico lettore i canoni, i concetti principali, la metodologia con cui le Scuole di Quarta Via (e il Sistema ideato da Gurdjieff, nello specifico) intendono offrire una possibilità di evolvere nello stato della coscienza. È presentato nella forma del saggio e perciò stesso è stato reso attraverso una prosa attuale, essenziale e ricca di riferimenti pratici, scientifici e metodologici propri della nostra epoca. Dallo studio analitico della “Meccanicità dell’Uomo Ordinario”, così asservito ai capricci dei suoi centri scoordinati, all’esplorazione di ogni declinazione della sua personalità contaminata, della sua “identificazione”; dallo studio delle Leggi Fondamentali della dottrina alla spiegazione della cosmologia, della psicologia, della metodologia finalizzata all’evoluzione della coscienza; dall’analisi del “linguaggio corretto” al concetto di “sforzo personale”, volontario, intenzionale e costante; dall’esigenza di una “comprensione totale”, figlia della combinazione tra conoscenza e qualità dell’essere, alla progressiva cristallizzazione dell’anima, l’unica sostanza che può sopravvivere alla dissoluzione del corpo fisico dell’essere umano. Dovere Partkdolg proietta il lettore – quand’anche acerbo o poco avvezzo a certo genere di filosofia empirica ed esoterica – verso una dimensione nuova, affascinante, orientando le sue percezioni secondo una prospettiva sconosciuta per approdare al cuore della dottrina: il mondo dell’anima, la sede dell’umana purezza. La terza parte – infine – raccoglie approfondimenti sulle fonti dell’insegnamento, insegnanti accertati, allievi primari e relativa opera successiva, e include uno studio molto speciale sulla “Fratellanza Sarmoung”, che molti altri Autori hanno provato ad approfondire, ma mai in maniera davvero critica. Sono qui esposte le varie teorie sulla natura della Scuola dei Sarmouni, senza peraltro che l’Autore stesso prenda una posizione in favore dell’una o dell’altra. Un commentario agli aforismi del Maestro – così abusati e fraintesi o addirittura strumentalizzati – completa l’Opera. Imperdibile per ogni cultore di Gurdjieff e del suo pensiero per la ricchezza di contenuti e l’inedicità di alcuni documenti, l’Opera si rivolge ugualmente a neofiti o semplicemente a lettori poco avvezzi alla materia esoterica.
«L’uomo deve morire. L’uomo sa di dover morire. Non sappiamo quando e non sappiamo come, ma noi tutti sappiamo che dobbiamo morire. Alcune dottrine affermano che l’uomo giusto risorgerà e che la propria anima è immortale, ma la dottrina, la filosofia, la religione, non sono certezze, e comunque in una ipotetica scala verrebbero posizionate molto più in basso rispetto alle certezze autentiche e incontrovertibili già citate. Prima certezza: “Io sono vivo”. Seconda certezza “Io devo morire”. L’uomo dunque è consapevole che dovrà morire. Ma questa cognizione non influenza affatto la sua esistenza. L’uomo dovrebbe essere atterrito da questa consapevolezza, eppure ha maturato una refrattarietà che gli consente di “vivere”, di impegnarsi per soddisfare l’unica regola fornitagli dalla natura, il dovere dell’autoconservazione. Le piccole paure gli permettono di tenere alta l’attenzione, non procurano forti shock e gli permettono di coesistere con gli oggetti, i luoghi e le altre persone. Diversamente la presenza costante, ripetuta, incessante del pensiero della morte – della sua morte – gli procurerebbe uno shock di proporzioni significative di fronte al quale egli avrebbe due strade: paralisi o suicidio. La natura non può permettersi una situazione di stallo, né un dimezzamento di massa della popolazione umana, dunque ha fatto in modo che l’uomo possa “dimenticarsi” della morte, della sua inevitabilità. L’uomo deve morire. Egli sa che la sua morte è inevitabile e ineluttabile, eppure vive. L’uomo – in sostanza – si dimentica quotidianamente di questo orrore e solo così riesce a vivere. Ma la verità non dipende da uno stato di consapevolezza. La verità non dipende dalla memoria, in sostanza. Qualcosa è vero o qualcosa non è vero, indipendentemente dalla mia consapevolezza o dal ricordo che io ho di essa. Dunque l’uomo deve morire, ma non lo ricorda. E se l’uomo non ricorda questa verità – l’unica verità accertabile – allora questo significa una cosa sola. L’uomo non è cosciente. E se l’uomo non è cosciente, questo significa una cosa sola: l’uomo non è sveglio. Il Dovere Partkdolg – in definitiva – rappresenta il complesso degli obblighi e delle responsabilità che l’uomo comune – l’uomo “ordinario” – conserva nei confronti di sé stesso, la pratica della via che gli permetterà di trasformare la propria interiorità e di assurgere allo stato di uomo completo.» [Estratto da ‘Parte Seconda – Dovere Partkdolg’ – Premessa alla trattazione]
Come è nata l’idea di questo libro?
Studio discipline esoteriche e – in particolare – Scuole di Quarta Via da circa venti anni. Ho ritenuto di orientare il frutto dei miei studi, della mia passione e del piacere di scrivere verso un progetto “unico” che potesse raccogliere storia e metodo, per offrirlo ai miei lettori, perché oggi – più di ieri – è doveroso un salto di consapevolezza per riguadagnare un equilibrio, per superare limiti psicologici che ci trattengono nel caos e nella confusione, etica, sociale e politica. Per vivere meglio dobbiamo “evolvere” e per evolvere dobbiamo “morire”, nel senso che dobbiamo disintegrare una mole di pregiudizi che ci trattiene in uno stato di primitiva meccanicità e di prigionia psicologica che non ci è dato vedere.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La difficoltà non è mai una questione di quantità. La difficoltà corrisponde al grado di onestà con la quale ci si relaziona al proprio lavoro. Lo studio, la stesura e la rilettura non sono attività “pesanti” o “difficili”, sono addirittura piacevoli. La produzione del Volume ha richiesto anni di studio e di lavoro, ma non è mai stata difficile. Difficile è definire il messaggio con chiarezza costringendosi a sacrificare. Difficile è “non-scrivere”.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Come lettore spazio tra romanzi storici, biografie, thriller, saggi e soprattutto manuali. Se potessi rassomigliare a qualcuno desidererei possedere la lucidità di Piergiorgio Odifreddi, l’apertura e la competenza di Yavul Noah Harari, la crudezza e la prosa di Cormac Mc Carthy. Ma so di non meritare alcuna similitudine: sono in crescita, evidentemente. Sono alle elementari.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo a Rimini, ho vissuto a Roma e a Bari, in passato. Per motivi di lavoro viaggio molto spesso in Europa, Medio ed Estremo Oriente.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi sto dedicando alla fase di Prima Stesura di un romanzo d’amore, il mio primo. Il titolo potrebbe essere “Unhappy Adulthood”. Risente di forti contaminazioni musicali e dovrebbe veder luce nel 2020.
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