Edito da Davide Angelo Salvatore nel dicembre 2018 • Pagine: 87 • Compra su Amazon
Nella sua terza silloge poetica l’autore affronta un intenso e travagliato viaggio interiore, che trascina il lettore in un vortice di dolcezza e follia, di romanticismo e caos. Musica, emozioni e colori si mescolano insieme creando immagini dal sapore onirico. Seguendo la lezione di Rimbaud, il poeta esegue quella “sregolatezza” di tutti i sensi che gli consente di giungere all’ignoto, rischiando però di rimanere imbrigliato nelle insidie della follia.
LIEVE
La sua mano,
così bianca e fredda,
non l’ho mai sentita
accarezzare il mio corpo
con tanta dolcezza.
Partoriva fremiti
sulla mia pelle calda
e conduceva i miei gemiti
nel sollievo dell’estasi.
I suoi occhi, lucidi,
a fissare i miei, immobili.
Sul suo sguardo si dipinge
il sorriso dell’amore.
Rimane dolce, incantata,
a guardare il suo sole,
mentre si muove,
ondeggia,
riversa su di me i suoi capelli
come nei miei sogni più belli.
Mi scivola addosso: è seta.
Danza, quel corpo fragile
che assorbe i miei battiti.
Rinnega la vita
per donarsi, corpo ed anima,
all’eterno morire dell’amore
che ci annulla come fossimo: niente.
Un fiore.
Danzi, e sei un petalo bianco
sospinto dal vento.
Lieve,
nei miei lenti sospiri,
sorridendo,
ti ammiri.
Se il mio cuore non ti contiene:
immensa, e troppo, di vita e luce.
Distruggi il buio che mi nasconde.
Bevi dentro me,
e il mio sogno vivrà
della tua illusione.
Le tue labbra,
velluto che si tinge di porpora e di cuore,
mi sfiorano
e si schiudono
invocando il mio nome.
Da nido a nido
mi voli nel pensiero:
angelo quieto
che accogli e asciughi
il mio pianto,
e mi doni,
amando,
il tuo malinconico canto.
COME IL MARE SULLA SABBIA
Prendi la mia mano, tu
che non hai nome
se non amore
o stella, luna
e a volte anche lacrima e dolore.
Prendi la mia mano,
stringila fra le tue,
mani di velluto o seta
che hanno raccolto
più di mille lacrime,
ad ogni mattino
e ad ogni sera.
La fine
è tra i petali
di un fiore viola, appassito.
Amami ancora un po’,
solo per poco,
e poi riamami ancora,
solo per poco,
e poi ancora.
Amami ancora
tra un sogno stupito
e un’alba dipinta di giallo.
Amami adesso
e sussurrami di nuovo:
per sempre.
Prova a dirlo, prova a dirlo.
Rimane negli occhi
una scheggia di malinconia.
Un sapore sulle labbra
come il mare sulla sabbia.
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