Edito da Nannakola nel 2019 • Pagine: 368 • Compra su Amazon
A Malta esistono tre regni che convivono in una apparente pace. Trame sordide da parte di alcuni regnanti, fanno saltare un equilibrio che dura da centinaia di anni e che innesca la reazione dei principali personaggi.
I protagonisti, spinti da un ideale di giustizia e da necessità pratiche, partono per una specie di caccia al tesoro cercando di ripristinare l'equilibrio perduto.
Gli ostacoli sono molti, altrettante le avventure e i colpi di scena. I nostri eroi saranno costretti a fare un viaggio, non solo lungo le strade di Malta, ma soprattutto dentro le loro convinzioni e certezze.
Tra i personaggi, strane creature, renderanno questo romanzo un mix di fantasia e scienza assurda. L'ironia dell'autrice rende divertente anche alcuni brani che ci si aspetterebbe seri, per esempio i ringraziamenti o la presentazione del progetto.
Capitolo 1 – Notizie e partenze
Il principe era in piedi davanti alla finestra. Le parole si arrampicavano nelle sue orecchie piccole e ben modellate, nonostante lui stentasse a lasciarle entrare. Dava le spalle a Pietru, il segretario, che aveva una voce poco armoniosa e quando era in preda all’agitazione come in quel momento, si alzava di un tono ulteriore. Provava un fastidio fisico ad ascoltarlo, tanto da non guardarlo per evitargli una scortesia immeritata. Pietru gli aveva appena comunicato che il suo fidanzamento, concordato anni prima dai reali di entrambi i regni, era stato cancellato. Valerju non aveva bisogno della voce istericamente stridula del segretario per conoscere le conseguenze di questa notizia: era la fine del regno di Birżebbuġa.
Tutto era cominciato secoli prima, quando imperversava una guerra di supremazia e a Malta non si riusciva a trovare la pace. La gente soffriva, moriva, chiedeva una tregua. Dopo trecentouno anni di guerra, si decise per un compromesso; l’isola sarebbe stata divisa in tre parti equivalenti e gestita dai tre re che se ne contendevano la sovranità, non appena uno di loro avesse avuto un figlio che non poteva sposare una principessa di un altro regno, quel regno sarebbe andato perduto a favore degli altri due. Ogni regno avrebbe scelto un saggio e i tre saggi, congiuntamente, avrebbero agito da giudici supremi per le eventuali questioni da dirimere. Da allora, i tre regni si erano bilanciati con figli e figlie che sposandosi tra loro garantivano l’equilibrio immutato.
Nell’attuale generazione erano rimasti due principi e due principesse. Lui, Valerju, del regno di Birżebbuġa e Florju, del regno di Buġibba, entrambi promessi sposi alle due sorelle del regno di Żebbuġ, Roża la primogenita, a Florju, Abjad la secondogenita, a lui.
Il segretario era piombato nella stanza del principe come una furia a portargli la novella. La giovane a lui promessa aveva fatto conoscere la propria intenzione di volersi ritirare a vita privata presso il convento di Mdina, a Rabat, per vivere una vita di contemplazione e meditazione, senza più contatti con il mondo esterno. Aveva quindi rimesso la propria promessa e annullato il fidanzamento. Decisione insindacabile e indiscutibile, Valerju era perduto insieme al suo regno. Purtroppo a Malta non c’erano altre principesse con cui sostituirla.
Non che fosse dispiaciuto per il matrimonio in sé, anzi, si sentiva persino colpevolmente sollevato per non dover sposare una ragazza che, seppure graziosa, conosceva appena. Una persona che aveva incontrato al massimo dieci volte nella sua vita e con cui aveva sempre parlato in occasioni formali. Non sapevano nulla l’uno dell’altra, nulla di romantico o a che fare con l’amore, solo un contratto che avrebbe vincolato la loro vita per sempre. Ricordava qualche gioco fatto da bambini, fingevano di essere maghi o animali parlanti, buttavano sassi nel pozzo dei desideri, ma nulla di più. Crescendo, gli impegni quotidiani avevano reso le loro vite sempre più lontane e distaccate.
Valerju provò a concentrarsi sul paesaggio fuori dalla finestra. Amava quella vista dal palazzo estivo di Marsaxlokk, solennemente costruito sul lungomare, alla fine della strada del mercato, con le due torri e il cortile interno. Dalla sua stanza, nella torre più lontana, poteva vedere il promontorio che occludeva la vista della piscina naturale nella baia di Ħofra iż-Żgħira. Poteva soltanto immaginare il brulicare di meduse e pesci che si muovevano in quelle acque così trasparenti e visualizzò nella sua mente i bambini che si tuffavano per dimostrare il coraggio e la stoica resistenza a striature urticanti. Guardò distrattamente le barche con gli occhi dipinti che stavano rientrando e i pescatori che consegnavano il pescato alle loro mogli o madri affinché potessero allestire i banchi del mercato, presto tutti i viandanti e il circondario avrebbero popolato il piccolo porticciolo con un vociare allegro e rumoroso. Era domenica, una tradizione immancabile. Pensare a quelle persone, a quei ritmi di vita che si sarebbero perduti, gli fece girare la testa.
Si riprese e si accorse che il segretario non parlava più, ma lo stava guardando sconsolato in attesa di una risposta ad una domanda che non aveva ascoltato. Si girò, lo guardò dritto negli occhi e muovendosi verso di lui, disse sicuro: “Ci penso io, Pietru. Birżebbuġa avrà la sua principessa.”
Poi rilassò le spalle, fece un respiro profondo e sorrise. Un sorriso che non aveva nulla di vero, ma solo la forza e la bellezza della determinazione che nasce quando si è disperati. Quando lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla a rafforzare le proprie parole, il segretario lo guardò niente affatto convinto, ma era il suo principe e lo amava. Fece un inchino e si ritirò lasciandolo solo, nella più totale e oscura disperazione.
Come è nata l’idea di questo libro?
Quando sono andata a vivere a Malta, mi ha colpito la lingua e i nomi di alcuni villaggi (che sono riportati nel libro) che sembravano uscire da una favola. Vivendo a Malta ho potuto capire che essa, seppure piccolissima, rappresenta benissimo tutte le contraddizioni del nostro mondo occidentale. Ho pensato quindi che potesse essere utilizzata per inventare una storia – tipo favola ma per adulti – che riportasse queste assurde contraddizioni.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Scriverlo è stato semplice. Ciò che è stato davvero difficile è avere il coraggio di darlo in lettura a qualcuno. Dopo, avendo incassato l’approvazione del primo lettore, l’ho interamente riscritto e quello sì, è stato difficilissimo. Ho impiegato quasi un anno a riscriverlo.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
È una domanda a cui rispondere è impossibile! Amo troppo la lettura e non ho un genere predominante. Potrei dire che amo la scrittura diretta degli anglosassoni, ma come potrei dimenticare la grande letteratura italiana di Pirandello, Buzzati, Calvino o i grandissimi classici, sempre attuali, come Dante? Eppure così facendo escluderei grandi amori come Cervantes o Baudelaire o Wilde. No, sono una lettrice troppo infedele per potermi fermare a pochi nomi!
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vorrei mantenere il più possibile il mio anonimato, ma a questa domanda posso rispondere: sono nata a Bologna, ma piccolissima mi hanno condotto a Roma, dove ho studiato fino alle scuole superiori, poi Napoli e Palermo. Ora vivo a Malta da circa 11 anni.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dipende da questo libro! Se sarà ben giudicato dal pubblico, potrebbe esserci un seguito, che in realtà è già stato scritto. Altrimenti tornerò al mio blog e al mio lavoro di ghost writer.
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