Presentiamo oggi il romanzo fantasy Italian way of cooking di Marco Cardone, di recente edito da Acheron Books. Ecco la trama, alcune informazioni sull’autore e un estratto dal testo; in fondo all’articolo riportiamo il link alla scheda completa del volume sull’Amazon Store.
Italian way of cooking, descrizione e trama del romanzo
“Italian way of cooking” è il primo romanzo di Marco Cardone (Edizioni Acheron Books), scrittore genovese, 39 anni, vincitore di vari contest, giudice letterario sui portali Minuti Contati e La Tela Nera e già curatore di raccolte e autore per Mondadori, Libero di Scrivere, Del Miglio Editore.
Si tratta di un fantasy cittadino a tinte gialle – culinarie. L’ambientazione è toscana come il vernacolo, dialetto da cui è nato anticamente l’italiano, che parla il protagonista Nero, un cuoco della zona del Chianti alle prese con una montagna di debiti. Nero, per caso, si trova ad affrontare e uccidere un mostro. Per disfarsene inizia a cucinare la sua carne assieme agli avanzi del ristorante. La carne di mostro, però, si rivela una squisitezza, è tanto buona che potrebbe aiutarlo a rilanciare la sua attività. Si innesca così una serie di conseguenze che faranno proseguire la vicenda fra colpi di scena, momenti hot e atmosfere da giallo. Il libro contiene anche una gustosa appendice costituita da un ricettario mostruoso composta da dieci ricette di fantasia cinque sono il frutto di un contest letterario organizzato dall’editore in collaborazione con il portale LetteraturaHorror.it, mentre le altre dono di cinque Monsterchef d’eccezione tra cui Moreno Burattini, uno dei principali sceneggiatori e soggettisti delle storie di Zagor per Sergio Bonelli, Edoardo Rosati, Mauro Longo, Matteo Poropat e Marco Carrara.
Italian way of cooking: un estratto dal libro
«Che sta facendo?»
Per poco la pala non gli sfuggì di mano. Nell’istante che impiegò a voltarsi, fu certo che a parlare fosse stata la creatura. La immaginò a un paio di metri, un’espressione di biasimo negli occhi demoniaci, la gola squarciata e un indice artigliato che si muoveva come un tergicristallo.
No, no, Nero, non si fa. Non si seppelliscono cadaveri nel bosco.
In cima alla scarpata dalla quale era sceso, invece, c’era il maresciallo Santo Patanè, che l’osservava da sotto la visiera. La fiamma del cappello brillava nei raggi di sole che filtravano tra gli alberi e pareva circondato da un’aura d’irreprensibilità che, ci avrebbe scommesso, non lo abbandonava neanche sulla tazza del cesso.
Maiala della sfiga! E ora che gli dico?
«Sto… cercando tartufi.»
Chiuse gli occhi. Non riusciva a credere di averlo detto davvero.
Maremma bugiarda, che troiata!
«Tartufi? Senza un cane? E quella pala a che le serve?» chiese il carabiniere, con lieve accento siciliano.
«Un sono molto pratico.»
«Può salire, per favore?»
«Una volta li compravo. Ma, sa, la crisi… l’affari non so’ quelli d’un tempo, allora mi sono detto: “chissà se ‘un trovo qualche tartufo n’i’ bosco”. Un l’è mica vietato?»
«Signor Bonelli, può salire, per favore?» ripeté il carabiniere, tenendo la mano sulla fondina.
«Qual è il problema? Ho infranto qualche legge?»
«La sua macchina è sul ciglio della strada. Temevo le fosse capitato qualcosa.»
«Sto benone, grazie» disse Nero, con un sorriso smagliante.
«Signor Bonelli, per l’ultima volta: può salire? Sinceramente, sto cominciando a pensare abbia qualcosa da nascondere.»
«Ma no! Nessun problema, si figuri». Nero, fra sé, sacramentava senza ritegno.
Aveva dei trascorsi con Patanè, e non erano dei migliori. Il comandante della Stazione Carabinieri di Castelnuovo Berardenga era arrivato da Prato un anno prima, ma aveva già la reputazione d’inflessibile servitore dello Stato. A parte Nero, lo tenevano tutti in grande considerazione.
Giunse in cima sotto lo sguardo imperturbabile del carabiniere, che teneva ancora la mano sull’arma e dava l’impressione di poterla estrarre in un lampo, in caso di necessità.
«Eccomi!» annunciò, con finta disinvoltura e un po’ di fiatone. Si domandò come giustificare, in caso, quel che aveva nel bagagliaio.
Dietro la sua macchina c’era quella di servizio. Il conducente scese a un cenno del maresciallo e Nero ebbe un sussulto di speranza nel vedere l’appuntato Rotondi, in servizio a Castelnuovo da almeno vent’anni. Aveva mangiato spesso al ristorante, accettando di buon grado “sconti” moltosimili a omaggi.
Magari ci mette una buona parola e un rompono ‘coglioni…
Il neonato barlume di speranza si spense non appena Rotondi chiuse la portiera e Nero gli vide la mitraglietta M-12 al fianco.
Allora si fa sul serio…
Era impressionato. Si chiese come Patanè fosse riuscito a trasformare quel corpulento scroccatore di frittelle alle fiere di paese in un militare che scattava al minimo cenno. Tuttavia non aveva tempo per lo stupore: era meglio pensare a qualcosa per evitare aprissero il bagagliaio.
«Le fornisco subito i documenti.» Nero si avvicinò allo sportello della Fiat Multipla color carta zucchero.
«Si allontani dall’auto, per favore.»
«Senta, maresciallo, un le pare d’esagerare? Ancora un ho capito quale sia i’ problema.»
«Le chiedo solo pochi minuti di collaborazione. Con quello che sta succedendo, siamo costretti a una certa cautela.»
Il lampo di comprensione tardò ad arrivare. Sapeva che avrebbe dovuto capire, eppure proprio non coglieva.
Gli omicidi. I’ killer enalotto.
Se avesse potuto, si sarebbe preso a schiaffi.
Come diavolo ho fatto a non pensarci?
Rivide l’intera scena e si diede dell’idiota. Sorpreso in un bosco con una pala aveva dichiarato, con atteggiamento colpevole, di essere in cerca di tartufi. Poi aveva nicchiato in tutti i modi prima di farsi controllare. Il tutto, mentre la Toscana era terrorizzata da un serial killer.
Potevo dirgli che me l’ha detto Gesù, di scavare…
A quel punto, ebbe davvero paura che Patanè aprisse il baule. «Cosa posso fare per lei, maresciallo?», si arrese.
«Per cominciare, può aprire il bagagliaio della vettura.»
Nero deglutì a vuoto.
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