
Edito da Helios Edizioni nel 2021 • Pagine: 136 • Compra su Amazon
Tredici storie di vita che riportano, attraverso un viaggio all'interno del proprio passato, chi le ha raccontate, a rivivere le emozioni di una volta.
Un viaggio che a volte può anche far male. Soprattutto per chi la sua prima esperienza sessuale non è stata positiva.
Storie conosciute sui social o da conoscenze personali. Chi le ha raccontate si è lasciato andare senza inibizioni esponendo anche nei minimi particolari, la storia della sua prima volta, avendo fiducia nell' intervistatore e liberandosi di un peso mai svelato prima a nessuno.
Molte storie, invece, parlano di una prima volta di favola come quelle dei film con un finale lieto e passionale. Ogni intervista è introdotta da una poesia quasi ad addolcire e rendere le storie, che a volte si rivelano forti e intense, più lievi.
Chi non ricorda la propria prima volta? Anche a distanza di anni non si possono cancellare quei ricordi che, belli o brutti, rimarranno nella nostra scatola dei ricordi: sta poi ad ognuno di noi decidere di aprirla o di metterla a tacere per sempre con un lucchetto.

Daniele: Ciao Luca, perché non mi racconti della tua prima esperienza sessuale? Quanti anni avevi?
Luca: Oggi posso dire che, purtroppo, la mia prima esperienza l’ho avuta troppo presto, avevo 15 anni.
Daniele: E lui?
Luca: Lui era più grande di me, ne aveva 21, anche se non li dimostrava affatto. Ma parlare della prima volta comunque è riduttivo.
Daniele: Si infatti voglio saperne un po’ di più.
Luca: Dovrei partire da molto prima allora, dire tutto quello che mi ha fatto arrivare fin là. Se hai tempo te ne parlo.
Daniele: Certo ho tutto il tempo che vuoi, non mi muovo da qui, anche se in teoria sono al lavoro. Posso farti qualche domanda? A che età hai scoperto la tua omosessualità?
Luca: Aspetta, aspetta un attimo. Preferirei raccontare tutto io senza domande, senza interruzioni, tutto d’un fiato, poi se avrai delle domande me le farai alla fine.
Daniele: Ok ok perdonami, vai ti ascolto, o meglio ti leggo.
Luca: Allora. Non ti saprei dire se c’è stato un momento preciso in cui ho avuto la consapevolezza della mia omosessualità, nel senso che spesso uno è portato a credere che ad un certo punto ci si renda conto di esserlo in maniera chiara, invece non ricordo affatto di aver provato sintomi di “diversità” da bambino, forse perché da piccoli non ci si pone questi problemi, o forse nemmeno te ne accorgi. E comunque posso dire di essere sempre stato “diverso” dagli altri bambini: non mi è mai piaciuto il pallone, non collezionavo figurine dei calciatori, non giocavo con i soldatini o con le macchinine.
Ci sei? O vuoi che ti sveglio con un trillo???
Daniele: Ci sono, ci sono. Hai detto tu di non interromperti!
Luca: Ah sì scusa, era per controllare se leggevi o ti eri addormentato.
Che palle però scrivere, non è la stessa cosa che parlare a quattrocchi.
Vabbè andiamo avanti.
Ricordo che a volte andavo davanti allo specchio e mi truccavo, impazzivo dalla voglia di mettermi il rossetto e parlare facendo finta di essere una signora, indossavo i foulard di mia madre e camminavo in giro per la casa come una “vamp”. Ovviamente quando non c’era nessuno. Per me tutto ciò era assolutamente naturale, in quel periodo non mi stavo di certo a porre il problema etero – omo, normale – anormale.
Alle elementari è capitato che qualcuno mi chiamasse “frocio” o “ricchione”, i soliti sfottò da bambocci, ma devo essere sincero, mi è capitato davvero poche volte rispetto ad altri che, poverini, sono stati presi di mira.
Il periodo delle scuole medie, invece, quando iniziavo a ragionare un po’ di più ed erano più frequenti i momenti di riflessione personale, è stato per me quello della svolta. Non pensavo di essere gay perché mi piaceva, come a tutti gli altri ragazzi, la ragazzina più bella della classe oppure in cameretta appendevo i poster di Manuela Arcuri o altre attrici e modelle super dotate; però allo stesso tempo mi capitava che mentre eravamo negli spogliatoi della palestra della scuola e mi cambiavo insieme ai miei compagni, il mio occhio curioso cadeva sui loro boxer.
Lì iniziai già a capire qualcosina però ad essere sincero non la vivevo con sofferenza, cosa che purtroppo è successa di lì a poco.
Pausa.
HAI APPENA RICEVUTO UN TRILLO DA LUCA
Luca: Ci sei Daniele?
Daniele: Hei scusami, sono al lavoro e sono appena venuti dei clienti.
Beh cos’è, ti sei già stancato di scrivere? Ahahah scherzo. Aspetta un attimo che vado a rileggere tutto quello che hai scritto.
Luca: Tranquillo. Beh si comunque anch’io ogni tanto mi devo riposare, non sono abituato a scrivere al computer.
Daniele: Ok ok dai continua, o ti vuoi riposare ancora un po’?
Luca: No no continuiamo perché il racconto ora si fa interessante.
Arriviamo al primo anno delle superiori, avevo quindici anni.
Per farti capire come la mia situazione sessuale era ancora in bilico posso dirti che quell’anno mi ero “innamorato” di una ragazza che conobbi in classe, fidanzata purtroppo. Volevo provarci ma non ebbi mai il coraggio di farlo.
A maggio dello stesso anno successe il fattaccio: io frequentavo un gruppo di amici della parrocchia in cui c’era questo ragazzo (quello con cui ho avuto la mia prima esperienza sessuale) all’epoca ventunenne.
Il primo maggio eravamo nella villa al mare di un mio caro amico, con tutta la comitiva, ad un certo punto mi prende in disparte dicendomi che voleva parlarmi di una cosa molto seria. Mi prese le mani, sentivo che le sue erano sudaticce e tremolanti, e mi confessò che da un po’ di tempo era pazzamente innamorato di me, che non ce la faceva più a tenere nascosti i suoi sentimenti. Vedevo nei suoi occhi tanta felicità, brillavano di gioia e non immagini tutto questo cosa voleva dire per me.
È stato come un riscatto per tutta la mia solitudine, non ero più solo, avevo qualcuno accanto che era come me, che aveva le mie stesse voglie. Ero troppo contento, non avrei mai immaginato che qualcuno sarebbe venuto da me a confessare il proprio amore, mi sembrava davvero un sogno in quel momento. Non me lo sarei mai aspettato anche perché non ero un bel ragazzo, a quindici anni i ragazzi sono tutti un po’ bruttini per via della pubertà e non riuscivo proprio a capire cosa potesse trovare di così attraente in me quel ventenne.
Poi col tempo ho fatto di tutto per migliorare esteticamente! All’epoca ero un tipo molto timido, introverso, di certo non espansivo o aggressivo come molti miei coetanei.
Non so se capisci quello che voglio dire.
Che rabbia parlare così però, via MSN intendo.
Daniele: Beh, sì in effetti è un po’ insolita come intervista. Però questo è l’avanzare della tecnologia. Se vuoi puoi mettere la webcam, cosi registro tutto quello che dici e non ti stanchi a scrivere.
Luca: No dai fa niente continuiamo così, ormai.
Riprendendo il discorso.
Davvero quella dichiarazione amorosa per me rappresentava un grande riscatto perché significava che, per la prima volta, una persona avrebbe potuto capirmi e avrei potuto parlarci confidandomi senza timori.
Lui rappresentava per me tutta la voglia di affetto che mi era mancata fino a quel momento e di cui avevo un immenso bisogno; tutte le mie frustrazioni potevano andare a farsi fottere, ora mi sentivo un uomo libero, libero di pensare, libero di vivere la mia sessualità e libero di parlare di me.
Questo lo devi proprio scrivere?

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata più di dieci anni fa quando iniziava ad affermarsi in Italia Facebook come Social. Allora mi venne l’idea di provare ad intervistare alcune persone in chat. Scelsi come argomento la prima esperienza sessuale perché era abbastanza comune e mi intrigava. Per raccogliere alcune testimonianze mi son dovuto iscrivere su chat impensabili. Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non è stato facilissimo contattare le persone e farsi raccontare la prima esperienza sessuale. Se un estraneo ti scrivesse in chat chiedendoti di parlare della tua prima volta anche nei minimi dettagli tu cosa risponderesti? Alcune persone le conoscevo, la maggior parte no quindi ho fatto in modo che si fidassero di me. Dopo aver raccolto tutte le testimonianze, alcune registrate anche tramite messaggi vocali, ho dovuto rielaborare tutte le storie. E’ stato un lavoro abbastanza complesso ma bello. Mi sono divertito molto e sono fiero del risultato finale.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non c’è un autore in particolare che mi ha ispirato nella stesura del libro. Posso dire però che Il mio poeta preferito è Ungaretti. Tra gli autori fondamentali per la mia crescita letteraria c’è Choelo. Ho letto quasi tutti i suoi libri ma quello che mi ha colpito di più è “L’alchimista”. Poi sono un divoratore di thriller/horror, fra i miei preferiti c’è il grande Stephen King. Ultimamente ho scoperto Joel Dicker ed i suoi lavori mi sono piaciuti tantissimo.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Trani sin dalla nascita. È una città fantastica con una caratteristica che la rende unica al mondo: ha un cattedrale meravigliosa che si affaccia sul mare.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho quasi terminato di scrivere la mia terza raccolta di poesie. Il mio sogno nel cassetto è quello di scrivere un romanzo thriller ed ho già in mente la trama, non vedo l’ora di iniziare a scrivere. Dal punto di vista musicale, sono un cantautore, sto terminando la registrazione del mio primo album di inediti. Quindi a breve tantissime novità.
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