
Edito da Amazon KDP nel 2019 • Pagine: 294 • Compra su Amazon
In un tempo in cui il Camino di Santiago talvolta assume la connotazione di esperienza irrinunciabile, più da esibire che da vivere con profondità, Riccardo Bianco – il Biancone – percorre centinaia di chilometri in un momento cruciale della sua esistenza. Così, attraverso la fatica, la prova di resistenza, gli imprevisti incontrati e superati, il Camino è il mezzo per rigenerarsi e rimettere ordine nella propria vita che si arricchisce passo dopo passo, di nuove esperienze, nuovi incontri e nuove emozioni.
I lunghi chilometri percorsi in completa solitudine, riflettendo su ciò che è, che è stato e che sarà, si alternano al confronto con una variegata umanità, da cui imparare e grazie a cui guardarsi dentro, intraprendendo il difficile e tortuoso percorso della più profonda conoscenza di sé, indispensabile per tracciare la direzione, per comprendere dove si è e dove si vuole andare, per assumere la piena consapevolezza del qui, ora e adesso.
Riccardo Bianco, da sempre il Biancone per gli amici, nasce nel 1958 a Torino dove cresce studia sino alla laurea in Economia. Entra nel mondo del lavoro nella sua città ma presto inizia a cambiare residenza Roma, Milano, Bruxelles e infine di nuovo Milano che diventa la sua città adottiva, in parallelo al suo percorso di crescita professionale che passa attraverso ruoli sempre più apicali in importanti società multinazionali e realtà dell’imprenditoria italiana. Conclusa con successo la sfida di rilanciare un’azienda gestendone il passaggio da azienda padronale a moderna PMI “managerializzata”, si prende il primo periodo “sabbatico” della sua vita per capire come e dove investire le sue esperienze e competenze e aprire così un nuovo ciclo di vita non solo professionale.
Oggi è Advisor strategico per aziende, Business Angel e Mentor di startup perché credendo che attraverso un’attività in proprio si possa trovare meglio l’auto realizzazione, vuole contribuire aiutando i giovani a raccogliere le risorse e a sviluppare le loro idee.

È questa la carta che ho chiamato dal mazzo del Cammino di Santiago di Paulo Coelho prima di iniziare a scrivere il mio racconto. L’ho comprato durante il mio Camino di Santiago, compiuto qualche mese fa e di cui parlerò nelle prossime pagine. Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio della storia, che risale a tre anni prima.
Ogni inizio è la parte più difficile di una nuova attività: fare il primo passo, rompere lo schema del momento e lanciarsi in una nuova avventura.
Dopo quindici anni di matrimonio, mi sono separato per la seconda volta. Ho due figlie: Francesca, diciottenne, nata dal primo matrimonio, e Asia, di nove anni.
Sono quel che viene definito “un uomo di successo”: amministratore delegato di una azienda posseduta da un fondo di private equity, abito in una bellissima casa nel pieno centro di Milano; ho una casa in montagna e una in campagna; viaggio con auto di lusso e ho anche due moto; vado in vacanza nei più bei posti al mondo. Ma non sono felice.
Anche la seconda relazione, coronata da matrimonio e figli, non ha funzionato. Anni di incomprensioni, insoddisfazioni e accuse reciproche per mancanze dell’uno verso l’altro, aspettative frustrate, bisogni diversi hanno portato anche questa volta alla fine della relazione, nonostante i tentativi di ricucire il rapporto fatti anche con il supporto della psicologa di turno, scelta ovviamente da colei che si stava apprestando a diventare la mia ex moglie.
Mi sentivo spesso come in una bolla o a guardare gli altri con il filtro di uno schermo. Mi chiedevo perché dovessi svegliarmi, farmi la barba, mettermi il classico abito grigio o blu, andare nell’aziendina a districarmi tra lamentele sindacali, problematiche di ogni tipo sollevate dai dipendenti, richieste di aumento della redditività da parte degli azionisti, richieste di riduzione dei prezzi e di fare oggi per ieri da parte dei clienti. La tremenda pressione sul brevissimo termine, tutto subito, la crisi generale, l’ansia per i risultati mensili, la paura di perdere tutto. Per il mio super stipendio e per i miei benefit, direte voi. Già, ma tutto questo non bastava più per compensare la crescente frattura con un modello di vita e un sistema economico non più rispettosi dell’uomo, dei suoi bisogni e delle sue caratteristiche ancestrali.
Mi chiedevo perché, al ritorno a casa, mi aspettassero solo altre richieste e altre lamentele, perché avessi scelto quella donna che, a miodire, mi aveva reso la vita un inferno. In estrema sintesi mi interrogai sul perché stessi facendo quella vita.
Sono partito da qui. Il primo passo fatto verso la consapevolezza e la miglior conoscenza di me stesso e dei miei valori è stato smettere di addebitare agli altri e al destino crudele la responsabilità di trovarmi in queste circostanze e chiedermi quali fossero il mio ruolo e la mia responsabilità e, soprattutto, perché avessi fatto certe scelte.
Dal quel giorno sono passati tre anni e la mia vita è profondamente cambiata; anch’io sento di essere cambiato e di vivere un processo in continuo divenire, che non voglio ostacolare, affidandomi così a quanto la vita mi presenta di volta in volta.
All’alba dei sessant’anni mi sento più giovane e pieno di energia.
Vivo inevitabili momenti di insicurezza e paura per il futuro, ma sono finalmente libero, padrone del mio destino e concentrato sul qui, ora e adesso. Vero è che tutti noi sappiamo quanto guardare al passato sia autodistruttivo e al futuro generi solo ansia, ma siamo talmente condizionati dal contesto famigliare e sociale in cui siamo nati e viviamo, che è un riflesso incondizionato che può essere governato solo con un cambio profondo delle nostre convinzioni, dei nostri paradigmi e con tantissima pratica.
Il bisogno profondo di capire e conoscere me stesso per superare le mie ansie e le mie paure, risolvere i miei conflitti, trovare risposta ai motivi della mia inquietudine e insoddisfazione, trovare pace e armonia capendo finalmente cosa voglio dalla mia vita, quali sono i miei veri bisogni – non quelli che ho fatto miei attraverso le esperienze della mia famiglia e vivendo in questo modello di società, ma quelli che sono connaturati nel mio essere – mi ha portato a uscire dal mio confortevole giardinetto di convinzioni e conoscenze e a confrontarmi con nuovi mondi, con le discipline più diverse, leggendo e studiando libri di generi differenti.
Ho iniziato a praticare reiki, la tecnica delle Costellazioni famigliari, danze e viaggi sciamanici, yoga, tuinà, a studiare le rune, a leggere Jung, Osho, Castaneda, Lama Ganchen, Thích Nhất Hạnh, Joe Vitale, Rüdiger Dahlke e tanti altri che ho scoperto nel corso nella mia ricerca “fai da te”, trovandone grande beneficio, sia a livello di consapevolezza che a livello fisico. Spie di un maggiore livello benessere che ho iniziato ad acquisire venivano dal fatto che tutta una serie di piccoli disturbi, quali il blocco del ginocchio sinistro, da operare d’urgenza secondo gli ortopedici anni fa, il mal di schiena ricorrente, la stanchezza cronica e il mal di testa saltuario stavano via via scomparendo.
Ho vissuto diverse relazioni che chiamavo “sperimentazioni”. Non è forse vero che negli altri ci rispecchiamo ed è attraverso il confronto con l’altro sesso che possiamo riconciliare le nostre parti maschili e femminili, risolvendo così il nostro conflitto originale con i genitori e trovare, finalmente, l’armonia?
Questo processo non poteva essere però indolore, non avere conseguenze nelle relazioni personali e professionali mettendo in discussione scelte e abitudini, eredità del passato. Molte conoscenze personali del vecchio mondo sono quindi evaporate una volta constatato che non avevamo più niente in comune e niente da dirci, mentre allo stesso tempo ho conosciuto e stretto rapporti di profonda amicizia con persone incontrate praticando le nuove attività. Ma l’impatto più forte c’è stato sul piano lavorativo, perché a inizio anno, in occasione della scadenza annuale del contratto, dopo sei anni alla guida dell’azienda, vengo informato che, con l’approvazione del bilancio 2015 prevista a metà anno, non verrò riconfermato nell’incarico e mi troverò quindi senza lavoro. Il vuoto, la paura, il senso del dovere, il sentirmi il padre di tutti, il peso della responsabilità, il rapporto con il denaro, tutti i miei sabotatori interiori iniziano a festeggiare e si fanno sotto per trattenermi nei vecchi schemi, che, sebbene senta che non mi appartengono, sono ancora ben vivi in me, alimentati dalle richieste dei famigliari e dalla responsabilità di avere due figlie. Non sono altro che parte di Matrix, dell’insieme di condizionamenti, bisogni farlocchi, sensi di responsabilità e di colpa, il brodo in cui tutti noi nuotiamo e boccheggiamo per stare a galla, prigionieri dei nostri bisogni materiali e schiavi del giudizio della società.

Come è nata l’idea di questo libro?
1) Finito il rapporto di lavoro da Amministratore Delegato e in fase di definizione del secondo divorzio, partivo per il Cammino di Santiago con l’obiettivo di trovare risposta ai diversi perché mi fossi trovato nella mia vita in certe situazioni che non soddisfacevano miei bisogni profondi e di condividerne poi, le riflessioni e considerazioni sulle esperienze vissute nel privato e nel professionale riviste e rielaborate alla luce delle esperienze e delle emozioni che, pregustavo, mi sarebbero state regalate dal Cammino. In estrema sintesi lasciare un segno indelebile ai miei cari del mio passaggio su questa terra.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Ho impiegato tre anni esatti a scriverlo e pubblicarlo…. Ho avuto momenti di blocco totale durati mesi. Quando scrivevo mi ritrovavo magicamente come sul Cammino e, al termine delle due o tre ore giornaliere dedicate alla scrittura – il massimo che riuscissi – mi ritrovavo esausto, completamente svuotato di ogni energia.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
G.Orwell, P.Roth, J.Ellroy, R.Chandler, JC.Izzo, G.Tomasi di Lampedusa, Gabriel Garcia Màrquez, L.Pirandello, E.Hemingway, etc
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Milano dal 1998; Nato e vissuto a Torino sino al 1990, trasferito a Roma e poi Brusseles.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Scrivo articoli e post principalmente su Linkedin. Ho in testa almeno due libri che approfondiscono del perché di esperienze e di stereotipi tipicamente maschili…
Ho conosciuto Riccardo nello stesso anno in cui ha fatto il cammino. Non lo conoscevo bene a quel tempo ma percepivo la sua inquietudine e il desiderio di comprensione del suo essere infelice.
Quando ho partecipato alla presentazione di questo libro, si capiva che il cammino aveva contribuito a trovato le risposte che da tempo cercava. La sua energia lasciava trasparire una pace ritrovata.
Il cammino di Riccardo, sia nella vita professionale che personale è sempre stato “diritto”, esempio di coerenza e appunto rettitudine. Questo libro permette di conoscerlo da una prospettiva diversa è davvero interessante. Ne consiglio la lettura.
L’uomo: il suo essere e il suo divenire. È importante guardare dentro noi stessi e cercare di capire perché certe volte non riusciamo ad interagire con il prossimo. Analisi da condurre con la massima onestà intellettuale, ma che porta certamente ad un risultato rivelatore.
Un libro interessante e profondo .
Da leggere sicuramente per aiutare a comprendere i veri valori di questa vita .
Riccardo è un grande, un personaggio che non passa mai inosservato in ogni contesto in cui si muova, è un leader naturale capace di motivare gli altri ( è stato un eccezionale direttore commerciale quando l’ho conosciuto io ) . Nel libro si riesce a scoprire il suo lato più profondo e la naturalezza del suo racconto riesce a portarti dentro la situazione narrata. e a viverla con lui. Fai anche tu il cammino con lui e intanto rileggi anche la tua vita
È un libro interessante, dal quale trarre spunti di riflessione. Bello è seguire il percorso di un uomo che, già in età matura, si mette in gioco e si apre agli altri e agli eventi. Occasione per un percorso idealmente insieme, utile anche per il proprio. Buona lettura, buon cammino!
Ho incrociato di sfuggita Riccardo durante la sua vita da manager; ci siamo poi persi per anni e casualmente l’ho ritrovato scrittore e camminatore. Leggendo il libro si si ritrovano tutti quanti i Riccardo che sono in lui: si coglie il pensiero da manager, si apprezza la fatica del camminare e ci si chiede quanti libri abbia scritto prima di questo, vista l’abilità nel tenere viva l’attenzione e scorrevole il racconto.
Ho finito di leggere il libro e mi sono chiesta se mai avrò il suo stesso coraggio di rompere gli schemi… Forse avrò bisogno del tuo aiuto.
Libro di grande introspezione, ma anche leggerezza e umorismo. Unisce consigli pratici per il Cammino a riflessioni stimolanti e sagge rilevanti per nostro percorso di pellegrini del mondo. Decisamente da non perdere se si è sul Cammino, di Santiago o della Vita….o entrambi!
Grazie Riccardo,
interessante ciò che hai scritto una grande svolta e credo il cammino è anche un lento avvicinarsi e ricerca della fede che Giacomo apostolo discepolo di Gesù via verità e vita ha testimoniato e oggi più di ieri propone a persone pensanti ed in sincera ricerca.
Ti ho incontrato ed ho lavorato con te dal 2006 ed apprezzato per lo stile e la passione professionale ed umana
che sai trasmettere e diffondere.
Ma ho colto il tuo cambiamento
in questi tempi.
Grazie.
Johnny
Un autore che stimo. Un libro un po’ speciale. Un libro che è stato ed è per me di grande ispirazione da diversi punti di vista, finalmente un cammino raccontato integrando il pensiero con l’esperienza reale, dando la possibilità al lettore di camminare insieme a lui, capendo che il cammino è l’esperienza del singolo, e le regole le fa lui, anzi non le fa lui, perché le regole non ci sono, il cammino è lui. Ringrazio Riccardo Bianco, io leggendolo e ascoltandomi sono tanto cambiata, oggi lascio (un po’ più spesso) che le cose siano quello che sono realmente, senza… Leggi il resto »
Ho iniziato a leggere il libro e dopo un po’ ho interrotto la lettura. Ho iniziato a leggerlo di nuovo secondo i tempi che Riccardo suggeriva nel suo cammino. Ho camminato con lui vivendo forti emozioni . Grazie Riccardo per averlo scritto.