Presentiamo oggi il romanzo di Paolo Miscia Lontano dal sole, edito da Tabula Fati nel 2015 e in vendita su tutte le principali librerie online italiane; ecco la trama/descrizione del romanzo e un consistente estratto dal testo.
Lontano dal sole, la trama del romanzo di Paolo Miscia
Augusto Di Meglio è un ironico scansafatiche e poco di buono, sposato con Gianna infermiera e padre di Yara di 14 anni con tante ansietà adolescenziali. Augusto è amico e compagno di merende di Germano, Fulvietto e Lucio. Si ritrovano maldestramente tutti e quattro in carcere più o meno nella stessa cella. Augusto scrive un romanzo ambientato nel penitenziario aiutato da Marika l’editor inviata dalla casa editrice che pubblicherà le sue memorie. La moglie Gianna dopo tre anni di solitudine lo tradisce con Cristian agente di polizia penitenziaria amico del marito e risucchiato suo malgrado in un vortice di avvenimenti imprevedibili. Insomma una sequenza di coincidenze e storie che s’intrecciano e si strecciano. Il finale è una tragedia per tutti, tranne forse per la “vittima” Augusto che una volta scontata la pena trova l’amore di Marika ad attenderlo fuori dal carcere.
Lontano dal Sole è la storia di poveri tra gli sconfitti, in cui uomini malinconici e ironici finiscono in carcere per delitti che rasentano il ridicolo. Il romanzo ha due anime distinte, la prima è un quadro beffardo, amaro, ma anche goliardico della vita dei quattro compari prima di essere condannati, la seconda è uno spaccato di contrasto tra la vita dentro e fuori dal carcere, l’autore parla di dolore, indolenza e intimità. Non racconta le esperienze del carcere, ma cerca di fotografare gli stati d’animo, i brevi piaceri e le pesanti angosce che la cella regala. Il tutto in contrapposizione con chi al di fuori del carcere sconta la vera condanna: la vita quotidiana, i problemi di bilancio, i rapporti familiari. Ed è proprio la figura di Gianna, la co-protagonista del romanzo, che esalta i sentimenti della prigionia senza essere detenuta, moglie abbandonata, madre allo sbaraglio e amante delusa, lei è la vera sconfitta dalla storia. Lontano dal sole è una denuncia sulle difficili condizioni della donna che vede la sua vita familiare sconvolta dall’incarcerazione del coniuge. Ogni capitolo è pensato come se fosse una storia a se stante, una singola pennellata, per un risultato emozionante.
Lontano dal sole: un estratto dal romanzo edito da Tabula Fati
…Buongiorno, Vigili Urbani?
Abbasso il volume del mangianastri che diffonde la celestiale voce di Pino Daniele, buongiorno mi chiamo Dell’Orefice dell’officina Razziato, devo caricare una macchina col carro attrezzi in via Sturzo, ma ho tre auto in doppia fila che intralciano, mi manda qualcuno per favore?
Eh, ma noi cosa possiamo fare? Lì ci vuole la rimozione forzata! Va bene, allora la chiami per favore e mandi nel frattempo una pattuglia.
Attenda in linea…
Comandovigiliurbanisieteinattesadiesserecollegaticollinternodesiderato – iuarueitingtubiconnettidtuteexstensionriquaird
Guardi signore, attenda lì che le mando una pattuglia.
Dopo venti minuti, arrivano due agenti motociclisti, faccio loro segno di fermarsi e quasi si tamponano. Buongiorno, qual è la macchina da rimuovere?
Salve, io devo prendere quella Porsche lì dietro. Di chi sono queste altre macchine? Uno comincia a gironzolare tra i negozi e l’altro estrae il blocchetto dei verbali. Alla vista dei vigili, improvvisamente, come topi che fuggono dalle fogne, tutte le auto in doppia fila nel raggio di un chilometro si sono dileguate, comprese una Panda con le quattro frecce, intendo accese, e una Punto che mi davano fastidio. Ma del proprietario della Golf IV nessuna traccia.
Mentre un vigile comincia a compilare il verbale, l’altro gironzola intorno al mio mezzo. Cerco di prendere le misure per caricare e il carro attrezzi in moto ostacola la carreggiata e parzialmente anche un passo carrabile, alla vista dei berretti dei vigili urbani gli automobilisti lungo via Sturzo iniziano ad incolonnarsi per sfilare diligentemente nella strettoia. Dal passo carrabile una signora educata attende di poter immettersi nel traffico con la sua fiat seicento, attende uno, tre, cinque minuti e poi pii, un breve e squillante colpo di clacson, io faccio finta di niente, piii un colpetto più urlato e come un effetto domino, si scatena il finimondo, lo strombazzamento inizia da molto lontano come fosse una banda musicale in avvicinamento, no, direi un matrimonio vecchio stampo, insomma una festa, il vigile urbano invece non la pensa come me, è spazientito, comincia a sudare. Chiama in centrale, si allontana da me e parlotta per qualche minuto, quando torna, mi fa: guardi facciamo così, lei tolga il mezzo dalla strada, faccia il giro dell’isolato e intanto la signora può uscire dal garage.
No guardi agente, facciamo così, io faccio il giro di due isolati e lei nel frattempo chiama la rimozione forzata.
L’hanno già chiamata dalla centrale, ed è già in azione da qualche altra
parte, vero? Chiede al collega che neanche lo sta a sentire. Lei intanto sposti il mezzo.
Ok, vado. Faccio lentamente il giro dell’isolato e l’ingorgo si sbroglia come acqua in un sifone, al ritorno, il mio è ancora l’unico carro attrezzi. Il vigile più risoluto e nervosetto, dopo aver fissato sul parabrezza della golf un bel foglietto verde e modulo di ccp, viene dritto verso di me con la mano alzata della serie, senta lei! Per favore, mi dice, non può fermarsi qui, non vede che blocca il traffico? Vada avanti, vada oltre l’incrocio.
E dove mi metto? E’ senso unico per tornare qua devo fare il giro dell’isolato!
E faccia il giro dell’isolato.
Sì adesso mi metto a fare la giostrina col carro attrezzi. Ma dico che siamo pazzi, io sto lavorando, devo portare quella macchina in officina e riconsegnarla domani mattina, lei lo sa di chi è? Del Dottor Presutti, capisce?
Spartaco Presutti.
Non so chi sia e non è che…, non è mia competenza,
Allora se la mette su questo piano neanche a me interessa che ci siano auto in doppia fila e non è compito mio, ma siccome io sono buono e siccome si è fatto notte, le faccio un’offerta, mi dia un piccolo rimborso spese e ve la porto io dal custode giudiziario.
Il vigile ride a denti stretti, no, io non posso, non sono autorizzato…
E allora parli con chi la può autorizzare, chiami la società che gestisce i parcheggi, perché io da qui non mi schiodo e incrocio le braccia per rinforzare il concetto. I due agenti confabulano come arbitro e segnalinee, poi parte la telefonata e dopo venti minuti arriva la risposta dalla regia.
I due si avvicino e mi dicono, Allora se la porta lei dal custode poi deve emettere fattura intestata a…
E no io ho dei prezzi imposti se emetto fattura vi faccio pagare due viaggi andata e ritorno e in più l’Iva, datemi solo il rimborso della nafta, cinquanta euro, ve la carico e ve la porto dove volete, altrimenti io da qui non mi muovo.
L’orchestra di trombe della Fiat, Renault, Citroen e via cantando dava il meglio di sé.
Va beh, ho capito garantisco io, mi fa il vigile n° 01 con le mani tutte sudate sembra più alto in grado, almeno credo perché sulle spalle brilla un po’ più dell’altro, ma facciamo presto perché si sta bloccando tutto il quartiere.
Ho l’impressione che questi soldi non li vedrò mai. Comunque…
Dal portone prospiciente esce un pensionato che probabilmente aveva assistito alla scena dal balcone e si era vestito in tutta fretta per non tradire la sua curiosità.
Mi domanda: ma cosa succede all’auto del signor Spartaco? Niente, normale tagliando periodico, sa, questa macchina lo fa ogni sei mesi e pagano un bel
po’ di soldini questi ricconi, purtroppo c’è questo delinquente che non mi permette di prenderla, ma mica è sua la golf? No no, si affretta a prendere le distanze da una condotta non corretta, lo guardo meglio, capelli in ordine piega
dei pantaloni perfetta quasi tagliente, scarpe lucide, secondo me è un carabiniere in pensione e si vede che non ha un cazzo da fare.
Mani composte dietro la schiena e pollici in rotazione, mi sta alle calcagna mentre inizio le operazioni di carico, di che officina siete? Razziato, officina ufficiale Porsche e Chrysler, la conosce?
Ah si l’ho sentita nominare.
Ecco prenda un bigliettino, venga a farci visita, ora mi perdoni.
Grazie alla scorta dei vigili, dopo mezz’ora sono di nuovo in via Sturzo con la speranza di cinquanta euro in più in tasca e c’è ancora il vecchino ad aspettare gli esiti della vicenda. Gli faccio segno di avvicinarsi. Senta, ho evitato che altre vetture parcheggiassero qui davanti, mi dice tutto fiero di essere stato utile. Io sorrido e gli stringo la mano, bravo, la ringrazio, anzi mi dia una mano visto che è così cortese, come si chiama? Aldo. Signor Aldo, mi aiuta a far manovra?
Così, prelevo finalmente la fiammante Porsche Panamera color platino, saluto il vicino di casa di quel fesso del Presutti e parto a razzo, addioooooooo.
Nella realtà non mi chiamo Dell’Orefice, mi chiamo Fulvio, Fulvietto Zanza, il zanza, per lavoro non lo uso mai, perchè sono un ladro. Quando organizzo qualche colpo, curo meticolosamente tutto anche il nome da scegliermi, di solito me ne affibbio uno di qualcuno che mi è antipatico, un ricordo spiacevole, per esempio una volta usai Arturo del Rossi, era il mio professore di matematica che in tre anni di scuole medie mi mantenne le guance morbide e paffute a suon di sberle, un’altra volta usai il nome di un bastardo di secondino, poi il parroco che non mi voleva mai in campeggio perché secondo lui ero irrecuperabile, un mela marcia, alla faccia della cristiana compassione. Per questo colpo avevo organizzato tutto così bene, sapevo che Spartaco Presutti il lunedì mattina parcheggiava la sua auto sottocasa e la riprendeva il martedì sera, viaggiava per lavoro, ricco di famiglia e lavoratore per hobby, avevo trovato anche il compratore straniero, quarantamila euro, telaio ripunzonato, dovevo portargliela soltanto alla dogana di Trieste. È che io non sono mai stato pratico di tecnologia, ho un cellulare soltanto perché l’ho rubato, ce l’avevano tutti, d’un tratto mi squilla, io rispondo pronto e quello mi fa: guarda che quello è il mio telefono.
Ah, allora se lo rivuoi mi devi dare cento euro.
Quanto? Ma che sei matto, te lo puoi tenere, ridammi solo la scheda.
La scheda? E che cos’è la scheda? Ricevevo centinaia di telefonate da persone sconosciute. Le prime volte che ho sentito la parola “internet” pensavo fosse un’astronave, una nave, dove cazzo attracca la nave spaziale internet? Di antifurti satellitari installati sulle auto? Mai sentito parlare prima di ieri! Purtroppo. Chissà che sollievo per il mio involontario complice, l’appuntato signor Aldo!
Come anticipato il romanzo di Paolo Miscia è acquistabile sulle principali librerie online italiane, da Mondadori Store a Unilibro.