
Edito da Graus Editore nel 2016 • Pagine: 320 • Compra su Amazon
Michelangelo Iossa [L’Aquila, 1974] è uno dei maggiori studiosi italiani del fenomeno-Beatles. Giornalista, scrittore e ricercatore universitario, contributor delle pagine culturali del “Corriere del Mezzogiorno” [‘dorso’ del “Corriere della Sera”] e di programmi televisivi di RAI UNO come ‘Settenote’ o ‘Testimoni e Protagonisti’, Iossa collabora sin dagli anni '90 con alcune delle più prestigiose testate italiane e con numerose trasmissioni radiofoniche e televisive. Docente del Laboratorio di Musicologia presso l’Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli, a partire dal 2003 ha firmato alcuni fortunati libri, soprattutto nell’ambito della divulgazione musicale: The Beatles (2003), Le Canzoni dei Beatles (2004), Gli Ultimi Giorni di Lennon (2005), Le Canzoni di George Harrison (2006) e Paul McCartney a Napoli (2011 – con Carmine Aymone), Cameriere, Champagne!... (2014 - con il Maestro Mimmo di Francia), Napul’è…i luoghi di Pino Daniele (2015 – con Carmine Aymone) e LOVE – Le canzoni d’Amore dei Beatles (2016).
Michelangelo Iossa è co-direttore della mostra internazionale ROCK!, che si tiene dal 2010 negli spazi del PAN - Palazzo delle Arti di Napoli. Dal 2017 è conduttore e autore della trasmissione televisiva VULCANICI – Artisti Incandescenti, prodotta da DipMusic e da Canale 9.Con LOVE – Le canzoni d’Amore dei Beatles, Michelangelo Iossa presenta un saggio critico sui Beatles e sulla loro discografia in tema amoroso. Lo studio parte dal singolo d’esordio Love Me Do del 1962 fino ad arrivare al colossale collage sonoro Love degli anni Duemila. L’analisi di Iossa è una ricerca continua dell’amore nelle canzoni dei Beatles, un tema che è stato trattato in profondità dai Fab Four ed è stato presentato nelle canzoni con disinvoltura e intelligenza. Iossa punta la propria attenzione sui testi della loro discografia, quelli che sono entrati nei cuori, nelle sensibilità e nelle menti di milioni di ascoltatori e che sono stati capaci di superare barriere sociali, linguistiche, culturali e geografiche. Il volume si presenta come un brillante studio critico del gruppo musicale più importante della storia della musica sull’amore.

Quella dei Beatles è un’autentica storia d’Amore con il mondo intero.
Dal loro timido singolo d’esordio Love Me Do del 1962 al colossale e sofisticato collage sonoro Love, firmato per il Cirque du Soleil negli anni Duemila, i Beatles hanno cantato l’Amore, ne hanno perlustrato le profondità con disinvoltura, intelligenza e gioioso entusiasmo.
Le composizioni e i testi elaborati dai quattro ragazzi di Liverpool sono riusciti ad entrare nei cuori, nelle sensibilità e nelle menti di milioni di ascoltatori, frantumando barriere sociali, linguistiche, culturali e geografiche: le canzoni dei Beatles trovano spazio nelle citazioni sui diari degli adolescenti ma anche nei riferimenti dotti della ricerca scientifica, dell’economia internazionale e della politica.
Steve Jobs ha eletto i Beatles a modello di business, Allen Ginsberg li ha paragonati a quattro evangelisti illuminati, Jacques Le Goff li ha annoverati tra i 13 documenti/monumenti fondamentali del Novecento, la NASA li ha utilizzati come colonna sonora delle sue missioni, mentre lo sport, il cinema e i fumetti citano costantemente i loro contenuti, le canzoni e perfino l’iconografia-simbolo. Da Barack Obama ai Minions, da Steven Spielberg ai Simpson, da Ron Howard all’ONU passando per Bill Clinton, le Olimpiadi di Londra, Shrek e Bee Movie, Tony Blair, Robert Zemeckis, Sister Act e Wes Anderson in un colossale frullato ultrapop, spesso gustosissimo e ricco di sorprese.
A partire dalla prima metà degli anni Novanta ho avuto il personale privilegio di dedicare una consistente parte delle mie attenzioni, di giornalista e di ricercatore, ai Beatles – dei quali sono ascoltatore appassionato sin dall’infanzia – e di dedicare alla loro carriera articoli, approfondimenti, reportage, interviste e libri. Nel 2004 è stato pubblicato “Le Canzoni dei Beatles”, il mio secondo volume, nel quale venivano analizzati i testi di tutte le loro canzoni. Da quel momento ho ricevuto costanti dimostrazioni di affetto e di interesse da parte di lettori italiani e non solo: ho avuto la fortuna di presentare i miei libri e di incontrare i lettori in decine di città, da Roma a Praga, e di illustrare i loro contenuti a testate giornalistiche, televisioni e radio di moltissimi Paesi. Ma, grazie ai tanti messaggi ricevuti nel corso degli anni, ho potuto constatare che quel mio secondo libro conservava un posto speciale nel cuore e nelle attenzioni dei lettori: ho deciso, quindi, di ripartire da quelle pagine e di concentrare l’attenzione sulla lunga e avvincente esplorazione, lungo i sentieri dell’Amore, compiuta dai quattro di Liverpool nel corso della loro carriera.
I Beatles e le loro canzoni, un rapporto inscindibile che ha caratterizzato la storia della cultura popolare occidentale degli ultimi cinque decenni in maniera irreversibile. Per un gioco di immagini riflesse, i “quattro ragazzi che sconvolsero il mondo” hanno finito per identificarsi con l’accezione stessa di forma-canzone, definendone i confini espressivi e conferendo ad essa un’identità completamente nuova.
Prendendo le mosse dall’immaginario del rock’n’roll degli anni Cinquanta, i quattro divennero immediatamente interpreti dei palpiti adolescenziali, ricorrendo all’espediente del dialogo a due voci; la capacità di disseminare i loro testi di pronomi personali (“I / me / you”) e di parlare direttamente al pubblico femminile garantì alla band un successo straordinario: From Me To You, Love Me Do, Please Please Me, Thank You Girl sono gli esempi più rappresentativi di questo approccio.
Ma la cosiddetta “Beatles formula” del triennio 1962/1964 non era destinata a durare. Nel periodo 1965/1970 la straordinaria crescita espressiva di tutti gli autori della band portò ad una progressiva evoluzione dei loro testi: la produzione di Bob Dylan della metà degli anni Sessanta, l’opera di Lewis Carroll, le “comedy song”, la cronaca inglese, i movimenti culturali angloamericani, i limericks, l’opera del predicatore “lisergico” Timothy Leary, i brani del Tao, la controcultura statunitense e gli insegnamenti del guru Maharishi Mahesh Yogi furono solo alcuni degli elementi che trovarono spazio nei testi delle canzoni dei Fab Four.
I Beatles sono senza dubbio un piccolo grande prodigio della cultura popolare contemporanea: sin dal loro scioglimento, datato 1970, non si è mai spento l’entusiasmo dei Beatlefans di tutto il mondo. È utile ricordare che il repertorio beatlesiano si è arricchito – soprattutto dalla prima metà degli anni Novanta in poi – di altri capitoli discografici ‘ufficiali’ che hanno ampliato il songbook/canone (1962 – 1970) firmato dai quattro di Liverpool; ai fini di una completa e organica interpretazione della produzione dei Beatles, nel libro sono presi in esame anche alcuni brani contenuti in dischi pubblicati molti anni dopo lo scioglimento ufficiale della band inglese.
“Se noi non riusciamo a ricordare i testi delle nostre canzoni, perché dovrebbe ricordarli il nostro pubblico?” si domandava John Lennon: ciò spiega il fatto che ogni testo realizzato dai Beatles nel corso della loro carriera è caratterizzato da parole di uso quotidiano, credibili e mai banali. Il costante utilizzo di questo approccio da parte dei quattro cantautori di Liverpool è confermato dalle parole di Paul McCartney: “Io voglio parlare, cantare a perfetti sconosciuti. (…) Pertanto, mi esprimo utilizzando lo stesso linguaggio che uso con i miei amici. Non risulterei a loro credibile se utilizzassi un linguaggio letterario altisonante e ampolloso. Voglio che essi mi credano”.
L’Amore è decisamente al centro dell’esplorazione creativa dei Beatles. Un Amore declinato in ogni sua forma e in grado di abbracciare concetti differenti e stimolanti come la conoscenza amorosa, il corteggiamento, la sensualità, l’amicizia e l’affetto familiare, il tradimento e la nostalgia, il legame con il territorio d’origine, l’amore per la natura e la ricerca della Pace interiore. “In considerazione del nostro ruolo e dell’attenzione che avevamo conquistato presso i giovani, avremmo potuto lanciare provocazioni come ‘mandate al diavolo i vostri genitori’ o ‘abbandonate la vostra casa’ ma non l’abbiamo mai fatto. Il senso della carriera dei Beatles è l’Amore. Per molti versi sia il nostro primo disco, ‘Love Me Do’, che la conclusiva ‘The End’ racchiudono un medesimo significato, l’Amore” ha ricordato Paul McCartney.
Innamoramento, Coppia, Famiglia, Amicizia, Memoria e Amore Universale sono i titoli dei capitoli di LOVE – Le canzoni d’Amore dei Beatles: sei aspetti-chiave della poetica beatlesiana, sei punti di vista, sei differenti angoli di visione sull’Amore, spesso sorprendenti per il loro straordinario equilibrio tra semplicità e raffinatezza.
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