Edito da EUROPA EDIZIONI nel 2019 • Pagine: 576 • Compra su Amazon
Sinossi: Seleth ha perso la memoria e l'unico segno evidente del suo turbolento passato sono le innumerevoli cicatrici che si porta addosso. Vive da mesi in un isolotto maledetto: “La Tomba del Viandante”. Trovato in fin di vita da Darm, un vecchio fabbro scontroso, e Kayris, una donna imponente conosciuta come lo Spettro del tumulo. I suoi salvatori non possono allontanarsi dalla Tomba, poiché condannati a una prigionia infinita, entrambi infatti sono immortali.
Nel tempo si susseguono diversi attentati alla vita di Seleth, durante l'ultimo dei quali Timas, comandante di un gruppo di mercenari i "Cacciatori", riesce a ferire Kayris prima di fuggire. L'insolita ferita è incurabile, così Seleth, per sdebitarsi con Darm e Kayris e nella speranza di fare perdere le proprie tracce, parte per il deserto del Bangor, dove si trova la chiave per la libertà dei suoi due ospiti, custodita dal famigerato Soldato Errante, una entità sovrannaturale considerata una leggenda legata alle Luci del Bangor. I Cacciatori, puniti per il loro fallimento, vengono spediti nelle miniere di Zanto, luogo crudele dove vengono confinati i prigionieri di guerra e dove la malvagità dell'uomo assume la sua forma più cruda. Sulle tracce di Seleth si mette presto Fahol, sicario formidabile al soldo del Cancelliere di Rhag’orn, mandante degli attentati. Il Cancelliere è un altro immortale ed è l'uomo che ha scatenato la guerra tra gli stati del continente: Rhag'orn, la Federazione, il Falhann e il Kalastoll, alleandosi con le selvagge Tribù dell'est.
Il Cancelliere mira al dominio su Trydes e alla morte di Kayris, la sua nemesi naturale. Per raggiungere entrambi gli obiettivi il Cancelliere deve trovare l'ultima (su tre) pietra Kual, in possesso dell'ignaro Seleth.
Durante il viaggio, Seleth incontrerà una carovana di mercanti e farà amicizia con Veritas, figlia del Capo carovana. Grazie a loro giunge ad Hanlesia, una città mercantile dove conta di trovare un passaggio verso il deserto, ma l'attacco dello Scorpione Nero (i sicari di Fahol) costringerà Seleth e Veritas a una fuga solitaria. I pericoli affrontati risveglieranno in Seleth le sue abilità latenti e un istinto oscuro, dovuto dall'influsso della pietra Kual. Il viaggio del giovane, come la guerra, si muovono sul medesimo sfondo: una lotta atavica che si protrae da 1.200 anni tra i guardiani dell'Anima del Mondo, Kayris, Reikos e Ference. Tre entità omosembianti ma in realtà draghi, in origine guardiani dell'equilibrio del mondo. Superati numerosi pericoli, Veritas e Seleth giungono nel deserto grazie all'aiuto di Ezra e ai suoi mercenari. Lì si consuma l'ultima sfida con Fahol interrotta dall'apparizione improvvisa dell'Errante.
Seleth si sentì più leggero, più in pace. Sapeva bene che quella era solo una parentesi temporanea dall’aggressione asfissiante dei suoi pensieri, così decise di abbandonarsi a quei piacevoli effluvi della natura. Con Ezra in testa, la piccola compagnia si diresse verso est per le prime ore di cammino, deviando poi a nord.
«Questa notte completeremo le ricerche in quest’area, domani ci muoveremo a nord-est, verso Fasùl» spiegò Ezra durante una breve pausa.
L’intera compagnia si limitò a semplici cenni di assenso. In quei giorni l’uomo si era dimostrato un fine conoscitore del Bangor, guadagnandosi la totale fiducia dei suoi ospiti. Dopo un’altra campana di cammino, la compagnia si ritrovò a percorrere un lieve declivio il quale, poco a poco, si trasformò in una piccola gola rocciosa, alta poco più di un uomo e mezzo.
«Strano, in questa zona dovrebbe esserci solo sabbia» dichiarò Galk perplesso.
«La pioggia e il vento portano alla luce vie e tesori ormai dimenticati» replicò saggiamente Ezra «Meglio affrettarci però. Qui “diverso”, fa rima con “rischio”» concluse, superando un’apertura buia alla sua destra. Di tanto in tanto, infatti, fori grossi come un Ek’dys facevano capolino tra le rocce. Il vento che li attraversava fischiava una melodia macabra e spettrale.
Trascorso meno di un quarto di campana, giunsero quasi alla fine della piccola gola. Un rumore quasi impercettibile allarmò Raj’hat, che chiudeva la fila. La donna si voltò appena in tempo, evitando qualcosa che solo lei era riuscita a vedere. Subito dopo, schiacciò con il piede la testa di un serpente dai colori cangianti.
«Un Boj’er!» esclamò Galk raggiungendola «Erano secoli che non ne vedevo uno! Bel colpo».
Raj’hat annuì fiera, prima che i suoi occhi individuassero qualcos’altro.
«Per tutti gli Antichi!» esclamò impugnando le armi «CORRETE!» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Il resto della compagnia schizzò in avanti senza perder tempo, un crepitio sinistro giunse fino alle orecchie di Ezra.
«Cosa?» domandò ai suoi.
«Ek’dys!» urlò Raj’hat «Almeno venti, dal rumore delle zampe!».
«Che Reikos li prenda» le fece eco Galk, sputando vigorosamente al suolo «Non erano una specie solitaria?!».
Seleth e Veritas impugnarono le loro armi, continuando la risalita faticosa per uscire dalla piccola gola alle spalle di Ezra. Raj’hat e Galk rimasero poco più indietro, respingendo gli assalti dei primi Ek’dys. L’inconfondibile rumore dei carapaci frantumati rinfrancò Ezra sull’andamento dello scontro, ma il guerriero anziano ebbe ben altro cui pensare. Ad ogni passo, infatti, sentiva la sabbia sotto i piedi vibrare, sapendo con certezza che non era un buon segno. Non ebbero il tempo di superare la bocca della gola che, pochi metri più in là,
la sabbia esplose con prepotenza.
Veritas e gli altri si coprirono il volto alla bell’è meglio quando la nube di polvere li investì, pungendoli selvaggiamente. Una bestia mostruosa, dalla corazza sbiadita e sporca, strisciava fuori dalla voragine che aveva creato; con la sua infinità di zampe si muoveva leggera sulla sabbia, senza sprofondare di un dito. Due grappoli di occhi rossastri si aprivano sopra le robuste fauci. L’essere mostruoso, alto più di tre uomini, a giudizio di Seleth, si erse con tutta la sua statura.
Non avevano mai visto qualcosa di simile, ma da tutti i racconti che avevano sentito fino ad allora dai loro compagni indovinarono subito cosa stavano per affrontare. La bestia lanciò un ruggito agghiacciante, come mille seghe raspanti su una lama d’acciaio, talmente potente da far vibrare le ossa con una tremenda intensità. Un brivido gelido scivolò lungo la schiena della ragazza. Ezra imprecò nel tipico idioma del deserto. Seleth e Veritas riuscirono a distinguere nettamente solo una parola: Swurl.
«State attenti» li avvertì l’uomo visibilmente teso, parlando di nuovo la lingua mercantile «Le sue zanne sono l’ultimo dei nostri problemi» la punta dell’arma rivolta verso la bestia immonda.
«L’acido…» ricordò Seleth serrando la mascella, pronto all’assalto.
«Esatto ragazzo. Tieniti pronto a usare i tuoi colpi migliori» ringhiò Ezra senza staccare gli occhi dalla creatura «Nella storia del Bangor mai nessuno ha affrontato uno Swurl con soli due compagni.
Nel peggiore dei casi cercheremo riparo nelle insenature che abbiamo superato dentro la gola…» cercò di rassicurarli veramente poco convinto. Lo Swurl fece schioccare le fauci a ritmo crescente, pronto a banchettare sulla carne delle sue prede.
Un istante dopo la situazione piombò nell’abisso. Il rumore di un vetro infranto e un bagliore luminoso alle loro spalle distrusse ognisperanza di ritirata sul nascere. Una grande parete di fuoco si levò per metri all’interno e ai lati della gola.
Sentirono Galk e Raj’hat urlare. Altre due ampolle caddero dal cielo, una tra Seleth ed i suoi compagni e l’altra di fronte allo Swurl.
La seconda esplose immediatamente, investendo la bestia mostruosa.
«A terra!» urlò Seleth gettandosi di lato. Ezra e Veritas erano troppo distanti per poterli aiutare. Le fiamme innaturali esplosero nuovamente, ululando selvagge in quella notte senza stelle.
Seleth sentì urlare i suoi compagni mentre rotolava in basso nel declivio dov’era caduto, la sabbia che inesorabile cedeva sotto di lui.
La sua corsa fu arrestata inaspettatamente da un basamento roccioso.
Ignorando i graffi sul volto e sulle braccia, si rimise in piedi, pronto all’arrampicata. Due pugnali da lancio sfrecciarono davanti ai suoi occhi, arrestandone l’avanzata.
«Non così di fretta» soffiò una voce vellutata, fin troppo familiare.
«Dannazione!» sbottò Seleth, impugnando la spada. Si voltò nella direzione da cui erano arrivati i pugnali. La sagoma scura del sicario era appollaiata su una roccia a diversi metri di distanza. (…)
Come è nata l’idea di questo libro?
Durante tutti gli anni del liceo mi ronzava in mente la storia di Seleth e compagni. Ogni volta che completavo un libro particolarmente bello o concludevo qualche videogioco dalla trama epica, sentivo una vera e propria “fame” che mi ha spinto a realizzare questo romanzo. Molto. Ho impiegato anni a costruire il mondo in cui si svolge la storia: paesaggi, geografia, politica, caratterizzazione di ogni personaggio. Nonostante questo, ogni volta che scrivevo scartavo quasi tutto, tornando al punto di partenza. Facendo anche il musicista e studiando, all’epoca all’università, questo progetto veniva sempre accantonato. Non dimenticherò mai la sera del 18 agosto 2016. Aprii il pc e, spinto da qualcosa di indefinito, cominciai a scrivere. Questa volta senza scartare e/o cancellare nulla.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Ho impiegato un anno e mezzo per concludere la prima storia di questa saga e al momento sto scrivendo il secondo romanzo.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Certamente in ambito letterario J.R.R. Tolkien, J.K. Rowling, B. Stoker, U. Le Guin. Ho anche attinto molto ai lavori orientali di mangaka quali E. Oda (Onepiece), Y. Togashi (Yuyu Hakusho), K. Miura (Berserk), oltre che alla filosofia ed al pensiero orientale su bene/male ed equilibrio.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Enna, Sicilia. Ho viaggiato molto ma alla fine sono tornato alle mie radici. Qui, oltre scrivere, svolgo la professione di avvocato, sono autore della mia Band, Gli Isteresi (Notte nel Cuore (2013) – Casa Nostra (2016)/Areasonica Edizioni), allo stato in produzione del terzo album in uscita nel 2021.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Completare la saga di Romanzi di cui Le Luci del Bangor costituisce il primo tassello. Il progetto prevede una tetralogia di cui il secondo romanzo è in corso di stesura. Contemporaneamente sto mettendo da parte elementi per un altro romanzo, totalmente di altro genere, ambientato in un futuro non troppo lontano.
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