Edito da Rodolfo Fontana nel 2019 • Pagine: 99 • Compra su Amazon
Cosa succederebbe al nostro rapporto con la realtà se cominciassimo a vedere cose che gli altri non percepiscono?
E se non soltanto ci trovassimo ad assistere a vicende improbabili ma diventassimo anche protagonisti di episodi folli, impossibili, quanto resisterebbe la nostra salute mentale?
Il protagonista di questo racconto, un giovane ed affermato ingegnere, saldamente ancorato alla realtà scientifica, si porrà seriamente simili quesiti mentre cerca in tutti i modi di mantenere il contatto con il mondo reale e, contemporaneamente, viene trascinato sempre più a fondo in un universo alieno fatto di magia e potere personale, nel quale chiunque e qualunque cosa può improvvisamente dimostrarsi un nemico letale.
Vedremo il nostro protagonista lottare, combattuto tra il monolitico, grigio ed insipido ma rassicurante mondo normale e la seducente, predatoria realtà alternativa, irta di ostacoli e pericoli ma anche prodiga di emozioni esasperate e doni prodigiosi.Il romanzo è stato liberamente ispirato dal mondo di Carlos Castaneda e dalle sue opere, che costituiscono solo lo sfondo su cui si sviluppa ed articola la storia.
Era una stupenda mattinata autunnale. Il vento di grecale aveva spazzato via le nubi, lasciando solo qualche candido cirro in alta quota, che sembrava messo lì, come un merletto di ghiaccio, per incorniciare un cielo terso, di un azzurro accecante.
Valerio amava l’autunno, era la sua stagione preferita: non spoglio e gelato come l’inverno, non arido e bollente come l’estate e, con i suo toni ambrati, molto più elegante della primavera, così cafone e chiassosa nella sua esuberanza di colori e suoni.
L’autunno, invece, con il sole basso ed i colori caldi, ricordava la signorilità di una certa antica aristocrazia decaduta, con lo stile e la padronanza di chi ha la nobiltà nel sangue.
Era affascinato dalla messe di colori e dalle ricche livree che sfoggiavano i platani, passando per tutte le tonalità del giallo e dell’arancio prima di imporporarsi ed infine perdere le foglie, destinate a formare lussureggianti tappeti che danzavano, sospinti dal vento, senza una meta precisa. Trovava che persino gli alberi spogli avessero il loro fascino, creature ignude prossime al letargo che, per il lungo sonno invernale, si affidavano fiduciose alla natura, attendendo il prossimo risveglio alla vita.
Valerio si strinse nel giaccone, alzando il colletto per ripararsi dal vento tagliente. L’inattesa ondata di gelo aveva sgomberato le strade, inducendo i pedoni a rifugiarsi nel tepore dei centri commerciali. Non che la via pedonale che stava percorrendo fosse di suo mai molto frequentata, spoglia di negozi ed attività commerciali com’era, ma per lui rappresentava un’ottima scorciatoia per raggiungere il centro città in fretta e senza dovere impazzire nella ricerca di un parcheggio.
Sentì una folata gelida sulla schiena e subito dopo il canto delle foglie secche e accartocciate che si avvicinavano sospinte dalla raffica. Avvertì il rumore farsi sempre più forte ed attese invano di essere superato dal tappeto autunnale. Si girò, incuriosito dall’incongruenza, e vide…… niente!
Non c’era una foglia sulla strada alle sue spalle, nemmeno una!
Eppure gli pareva di averle distintamente udite. Fece spallucce e riprese la sua strada, sottraendo il viso all’aria ghiaccia.
Dopo qualche passo udì nuovamente l’inconfondibile rumore delle foglie in balia della brezza, ma non si girò, limitandosi ad ascoltare il suono che si approssimava. Continuò così per un po’, con l’impressione di avere le foglie alle caviglie ed infine esasperato si fermò girandosi indietro.
Non c’era una sola foglia per tutta la carreggiata.
Valerio era un ragazzone di trentadue anni, in piena salute ed in perfetta forma fisica, che non aveva mai fatto e non faceva uso di droghe e quanto stava succedendo cominciava a metterlo a disagio poiché poneva in dubbio le sue capacità percettive e di analisi.
Restò fermo a lungo, scrutando attentamente la via ed ascoltando scrupolosamente i rumori circostanti.
Avvertì una coppia discutere animatamente in una casetta al piano terra, alcuni operai edili chiacchierare e martellare indaffarati nella ristrutturazione di un tetto ad un isolato di distanza, l’immancabile garrire dei gabbiani ed un motorino scoppiettante che passava in lontananza.
Niente foglie e nessun rumore ad esse collegato.
Dubbioso, rimase ancora un momento a scrutare la via dalla quale era venuto quindi, irritato, riprese la strada per il centro.
Dopo appena qualche passo ecco nuovamente lo stormire delle foglie secche alle sue spalle.
Valerio si fermò, senza girarsi, ed il suono cessò.
Stava cominciando ad innervosirsi. Mosse piano qualche passo ed il rumore riprese, svanendo al suo arresto. La cosa stava iniziando a diventare strana, e le stranezze non trovavano posto nella sua vita: Valerio era uno stimato ingegnere ed il suo mondo girava su un rigido sistema di causa ed effetto, non esisteva spazio per foglie che c’erano e non c’erano……. Che cosa stava accadendo, stava vivendo una folle gita nel mondo della quantistica!!??
Scocciato riprese a camminare di buona lena, fermamente deciso ad ignorare ogni fenomeno ridicolo ed impossibile!
Subito il suono delle foglie ricominciò, molto vicino ai suoi piedi.
Valerio resistette finché poté, poi si girò di colpo, con le mani aperte e protese verso la strada, sbraitando qualcosa senza senso, frutto dell’irrazionale irritazione che lo stava prendendo.
E le foglie erano là.
Tante foglie, di ogni tinta e sfumatura, più o meno secche ed accartocciate, e rotolavano verso di lui fino ad immobilizzarsi, malgrado il vento, davanti alle sue mani protese.
Mentre mormorava frasi senza senso Valerio, senza sapere bene cosa stesse facendo, spostò bruscamente le mani verso sinistra indicando un portoncino verde. Le foglie partirono velocissime, come animate di vita propria, e si lanciarono contro il portone, che cedette con uno schianto secco!
Subito dopo le foglie persero la loro vitalità e si lasciarono portare via dal vento, come stanchi naufraghi pigramente ingoiati dal mare.
Valerio rimase imbambolato, con le mani ancora protese verso la porta, la mascella pendula, come un deficiente e gli occhi sbarrati per la meraviglia, la sorpresa e la paura.
Dietro l’uscio si sentirono rumori di passi ed una voce irosa che si avvicinava.
Forse non era il caso di farsi trovare dal padrone di casa con le mani puntate verso il suo portone distrutto!
Rapidissimo le infilò in tasca, al caldo, e prese spedito per il centro, infilandosi nel primo vicolo che incontrò.
Come è nata l’idea di questo libro?
Sono sempre stato affascinato dalle cose strane che accadono ben immerse e mimetizzate nella realtà. Sono anche un appassionato lettore di Castaneda ed ho quindi voluto sperimentare, nell’universo ordinario dei nostri giorni, questo insolito connubio, che a me pare piuttosto interessante, diverso dalla solita storia fantasy.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Questo è il mio primo romanzo del genere urban fantasy, solitamente scrivo di fantascienza, che richiede un approccio più pragmatico e, tutto sommato, meno fantasioso; mi sono quindi dovuto forzare a dare briglia libera alla fantasia, laddove invece la mia esperienza avrebbe cercato soluzioni più “tecniche”. È stata comunque una esperienza molto interessante che replicherò nei prossimi due libri che formeranno la trilogia del mago d’autunno.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Come dicevo prima le radici della mia formazione affondano nel terreno della fantascienza ed i miei autori preferiti sono i grandi classici quali Asimov, Clarke, Vance, ma trovo assai interessante anche la Mc Master Bujold. Nel campo fantasy inserisco – forse impropriamente- l’intera opera di Castaneda, Clive Barker, Terry Brooks.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo a Livorno, ma la mia professione (Guardia Costiera) mi ha fatto conoscere le bellissime coste italiane da nord a sud, con ricordi stupendi. Un posto particolare nel mio cuore hanno sempre occupato l’arcipelago della Maddalena e l’isola d’Elba.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei progetti editoriali per il prossimo futuro prevedono il completamento della trilogia sul mago d’autunno, ma anche qualche puntata nell’universo della fantascienza, nell’affascinante “mondo di Kolko” – da me creato – ed articolato su quattro romanzi che spaziano per un paio di secoli nel futuro.
Meraviglioso….