Edito da EUROPA EDIZIONI nel 2017 • Pagine: 310 • Compra su Amazon
Il libro affronta il tema del ‘libero arbitrio’, che viene analizzato sotto il profilo di tutte quelle ingerenze esterne che possono portare alla sua compressione, inclusa l’ipotesi di un Fato/Destino che condiziona la vita degli esseri umani . Il compito di dipanare questo argomento è affidato alla storia di Sara, donna dall’indole ribelle e ostinata cercatrice di verità nascoste, la cui curiosità la porta a cadere in una trappola terrificante, a causa della quale diviene vittima di sinistri personaggi, che la inducono a viaggiare nelle sue passate reincarnazioni, che vanno dai tempi dell’antica Atlantide fino all’attuale era e veicolano una storia dell’Umanità non coincidente con la storiografia, le religioni e le dottrine ufficiali, ma piuttosto con le antiche tavole sumere e i vangeli apocrifi. La protagonista, rivisitando le sue precedenti vite, rivelerà al lettore quali siano le origini dell’homo sapiens e come lo stesso si trovi immerso in una realtà illusoria, a causa del dominio operato a livello spirituale e materiale da un sistema di controllo esterno, che perdura da secoli e da cui ci si può affrancare solo attraverso la conoscenza della verità e l’azione e non mediante la meditazione, la fede cieca o la razionalità materialista. Il libro affronta, tra l’altro, il tema del Bene e del Male insito nella natura umana, che trova espressione nel confrontarsi di Sara con le sue passate esistenze, durante le quali la protagonista ha fatto scelte polarizzate verso l’uno e l’altro estremo, per poi giungere ad un’esperienza che le spalancherà le porte della più importante delle consapevolezze. Il libro, in altre parole, ha la veste di uno psyco-thriller, ma anche la sostanza di un saggio. Il libro ha conseguito i seguenti riconoscimenti:
-Oscar + menzione per ‘alto merito letterario’ - Premio Letterario Internazionale GOLDEN BOOKS AWARDS 2019 di Napoli
-Diploma da Finalista nel Concorso Letterario ‘Mario Soldati 2018 X edizione’ del CENTRO STUDI E RICERCHE ‘MARIO PANNUNZIO’ di Torino
PROLOGO
Vervain o ‘Verbena officinalis’ è una pianta molto particolare, che cresce sui terreni aridi e secchi, nelle vicinanze di vecchi muri inumiditi, sui bordi delle strade. I suoi fiori sono piccolissimi e non belli, le sue foglie scarse, ma gli steli sono lunghi e robusti, nonché capaci di allungamento orizzontale e verticale, grazie al quale persuade altre piante a seguire il suo tragitto. Verbena non viene acclamata dai poeti, né ritratta dai pittori, non la troverete sulle copertine dei giornali. Non si tratta di una pianta ornamentale, come avrete capito, ma di un arbusto capace di percorrere i terreni più impervi, pur di raggiungere la sua meta, Vervain non desidera essere rimirata in un portafiori, ma solo raggiungere il suo scopo, travolgendo altre piante, affinché anche esse possano tagliare traguardi più lontani di quelli usuali.
Vervain rientra in una delle categorie di fiori, individuate dal dr. Edward Bach, per riequilibrare eventuali disarmonie, presenti nelle varie personalità. Queste sono le parole dell’illustre scienziato su Vervain: “per coloro che hanno idee e principi ben radicati, che essi ritengono giusti e che sono disposti a cambiare molto raramente. Desiderano sempre convertire ai loro punti di vista tutte le persone che li circondano. Possiedono una forte volontà e molto coraggio, quando sono convinti di ciò che desiderano insegnare. Nella malattia lottano più a lungo di altri, prima di arrendersi e di tralasciare i propri compiti.”. La personalità Vervain è quella di chi insorge contro le ingiustizie del mondo, dell’idealista, del missionario, di colui che cerca di persuadere gli altri a seguire le sue convinzioni, con il proposito di cambiare il ‘sistema’, arroccato sul potere di pochi e sullo sfruttamento dei più. Il tipo Vervain, dotato di intramontabile coraggio, è disposto al martirio, pur di tenere accesa la fiaccola dei suoi ideali, al servizio degli altri. La figura archetipica corrisponde a quella del GUERRIERO, che vuole trasformare il mondo in un luogo migliore. Nel perseguire tenacemente questo suo intento, l’individuo Vervain fa grande spreco di
energia e, sovente, si ammala, soprattutto, quando si sente impotente, dinanzi alle prevaricazioni sui più indifesi.
La letteratura e le opinioni anche telematiche, presenti su Vervain ne fanno il ritratto quasi di un folle, di un individuo accecato da ideali irrealizzabili, che intende imporre agli altri e che, pertanto, necessita di riequilibrio, ma io so che Vervain non è uno scellerato, lo sono molto di più coloro che lo giudicano pazzo. Non me ne voglia il dr. Bach, è vero che un Vervain può gravemente ammalarsi e squilibrarsi, nell’intento di persuadere chi ha intorno della bontà del proprio pensiero e questo non è giusto, ma non risponde al vero, come alcuni sostengono, che egli sia un fanatico che soffre di idee fisse, che non è disposto a cambiare. Vervain conosce la verità, egli è la spada della verità, non ha idee preconcette o pregiudizi, per rigidità mentale, Vervain vede nel buio ed è faro nelle tenebre ed egli vede ciò che agli altri non è dato scorgere con facilità. La pervicacia con cui lotta per condividere le sue conoscenze non è dettata da fanatismo irrazionale, ma dalla ferrea consapevolezza di vedere ciò che è vero.
Sbaglia chi epiteta Vervain come fanatico, stolti sono coloro che non lo ascoltano, perché per loro è più facile seguire la strada già battuta, che tracciarne una nuova. “Veritas vos liberat” significa la verità vi rende liberi, una frase utilizzata anche dai cavalieri Templari e mutuata da quella proferita da Gesù nel Vangelo di Giovanni: “conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi” ( Giovanni, 8.32). Questo è il tormento insaziabile di Vervain, far conoscere a tutti la verità, squarciando il velo dell’illusione, da cui l’Umanità è avvolta da sempre e a cagione della quale, sono pochi a dirigere le sorti di tanti ignari schiavi. No, Vervain non è un santo, forse in alcune vite lo è stato, ma ora si guarda bene dall’illusione della santità assoluta.
Vervain è luce e ombra, egli ha esplorato gli abissi più abietti dell’animo umano, così come gli strati più luminosi della coscienza e sa che la luce e basta può essere accecante e sbagliata quanto la tenebra. Non ha la velleità di detenere la verità assoluta, per Vervain il cammino dell’illuminazione è ancora lungo, ma è consapevole di poter ritagliare la verità, come la maggior parte degli altri sulla Terra non sanno fare e questo egli fa con il cuore, non con la mente o lo studio delle religioni e delle dottrine. La forza ineguagliabile di Vervain sta nel fatto che egli sente la verità, ancor prima di leggerla con l’intelletto. Ciò che è vero si staglia chiaro nel suo cuore, senza necessità di apprendimenti cabalistici o biblici. Vervain conosce la verità per un semplice motivo: ha sperimentato ogni sorta di violenza morale o fisica sulla sua pelle, nel corso di secoli, durante i quali si è reincarnato per vivere, in prima persona, ogni forma di illusione e di limitazione, anche a costo di restarne schiavo, per intere esistenze. Tanto ha fatto, pur di liberare gli altri dalle nebbie della mente ingannevole e per affrancare sè dal giogo della sua coscienza. Vervain è stato un guaritore energetico, una strega, un predicatore, uno scrittore, un uomo di scienza, comunque un ribelle e sempre, dico sempre, ha pagato duramente la sua scelta di opporsi al ‘sistema’ e di mostrare agli altri la strada del libero vissuto. Vervain è stato insultato nelle piazze, tacciato di pazzia e relegato nei manicomi, vilipeso, torturato senza sosta, Vervain conosce il freddo della ghigliottina, così come i topi delle prigioni, ha patito il rogo, l’impalamento e ogni forma di persecuzione e, tuttavia, egli è sempre tornato a destare gli altri dal sonno, quegli stessi uomini e donne, che hanno inneggiato nelle piazze alla sua esecuzione capitale e alla sua tortura. Vervain è, dunque, un distillato di coraggio, incoscienza e amore incondizionato, ma non commettete l’errore di identificarlo con il bene assoluto, egli è luce e ombra insieme, la sua bellezza sta nell’essere, al contempo, forza e paura, bontà e meschinità, ma la meschinità potrà solo affacciarsi sulla sponda della coscienza, mai dell’azione concreta, perché Vervain ha imparato una dura lezione dai suoi errori e non potrebbe più ripeterli!
L’individuo Verbena conduce un’esistenza psicologica solitaria, benché grande sarebbe il desiderio di condivisione con gli altri. Può intessere numerose relazioni e amicizie, ma è consapevole che nessuno potrà capire cosa sente nel cuore, che nessuno potrà comprendere la triste rabbia, che può leggersi nelle sue iridi. Egli è pronto a tendere una mano al prossimo e ad illuminare il suo cammino, con la luce della sua coscienza, ma sa anche che, quando egli stesso si troverà avvolto dalla tenebre e da nemici ostinati e occulti, non potrà fare affidamento che su se stesso, se riuscirà a ritrovare la sua fede, facendo appello alla sua forza e a quella che gli viene dal Cielo. Vervain ha imparato che il male odia il bene e farà di tutto per piegarlo con la paura e le persecuzioni, ma ha ancora qualcosa da apprendere su se stesso, sulle sue divisioni interne. La sua lezione verrà compresa quando dentro di lui luce ed ombra verranno a sfidarsi, forse per indietreggiare dal loro reciproco radicalismo, appropriandosi ciascuna parte di lembi dell’altra.
Ecco, io ho scoperto da poco di essere un Vervain ed ora racconto la mia storia.
Come è nata l’idea di questo libro?
In un momento molto particolare della mia vita, coincidente con la morte di mio padre e altri inusuali accadimenti , ho avuto necessità di pormi domande e darmi risposte, alla luce delle mie accanite ricerche personali sul tema del libero arbitrio su questa Terra.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Il libro ha richiesto un grande studio di approfondimento anche storico, oltre che filosofico, ma il filo della storia si è dipanato da sé, come se già preesistesse, non è stato ponderato.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Shakespeare, Edgar Allan Poe, nessun altro in particolare, leggo ciò che mi interessa di volta in volta.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Poggiardo in provincia di Lecce, ho studiato e vissuto anche a Bari, per frequenza Università.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto scrivendo il sequel del libro, in seguito deciderò di continuare solo se avrò ispirazione a farlo.
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