
Edito da Argento Vivo Edizioni nel 2019 • Pagine: 410 • Compra su Amazon
Luna, Mare delle Ombre, colonia mineraria di Pitagora. Un operativo muore ubriaco in servizio. Qualcuno gli ha venduto whisky sottobanco, cosa illegale poiché lo smercio di alcolici e narcotici è regolato unicamente dalla compagnia proprietaria. Il governatore Jack Mackintosh incarica la direttrice Monique, responsabile del reparto ricreativo, e il colonnello Bachmayer, comandante delle forze di sicurezza, di scoprire chi è il contrabbandiere. I due scopriranno un legame tra la morte del minatore e l'Aquila Bianca, un'organizzazione di mercenari intenzionata a destabilizzare il fragile equilibrio sociale dell'insediamento per ridurne le capacità produttive.

«Sono parecchi!» soppesò una voce alla sua sinistra.
Gli si era seduto accanto un segaligno in completo nero, olezzante di dopobarba da quattro soldi. Dava l’idea di essere un pezzo grosso imbarcatosi all’ultimo momento in una categoria inferiore al suo invidiabile conto in banca. Erling l’aveva solo intravisto sulla nave, adesso aveva la possibilità di rimirarselo con calma. Era più basso e più vecchio di lui, ma anche più infido e più scaltro. Capelli corvini corti, mento e naso aguzzi.
«Da quando è stata data la notizia dell’apertura di un nuovo sito estrattivo, le richieste di inserimento sono raddoppiate», continuò l’uomo. «Non creda a quello che si dice sulla terra. Le nuove opportunità di occupazione pubblicizzate dai nostri politici sono solo favole. Ho letto alcune statistiche. È in aumento la percentuale di quelli che proseguono in quest’esperienza lavorativa. La verità è che la gente a spasso nel nostro vecchio mondo è ancora tanta e la luna è molto meglio di Marte, dei satelliti di Giove e degli avamposti esterni.»
«Ci conosciamo?» interruppe lo svedese controvoglia.
«Siamo gemelli siamesi, stella nascente», ridacchiò lo smilzo. «Voi dell’Aquila Bianca mi piacete. Avete un modo discutibile per fare soldi, ma chi non ce l’ha al giorno d’oggi? E poi lasciate sempre qualcosa di sostanzioso anche agli altri.»
Erling abbassò il capo immusonito.
«Puoi smettere di recitare, Nordahl.»
«Secondo il piano non avremmo dovuto incontrarci adesso, anzi non avresti dovuto nemmeno sapere di me.»
«Lo so, ma ho deciso di non staccarmi da te fino a quando non vedrò il mio schirm.»
Erling deglutì. «Non rispettando il nostro handel, non ti ci avvicini, Carter.»
Il secco non smise di sorridere. «Ma io lo sto rispettando, miroir. La merce è al suo posto e pronta per te. Deve solo sbrigare la formalità di superare la dogana. Il mio vagel è che da un po’ di tempo ho un sogno ricorrente. Mi vedo abbandonato in una latrina con le vene recise dopo averti consegnato la roba.»
«Vuoi più soldi o vuoi tirartene fuori?»
«No, non sono uno che ruba il bastone. Inoltre non ho intenzione di alienarmi un rapporto di fiducia buono per nuovi affari.»
Nuovi affari? Non erano questi i progetti in serbo per il complice.
«Ci sono nuove regole», spiegò Carter. «Prima di partire ho contattato un amico e gli ho detto di stamparsi nella mente il volto della persona con cui mi vedrà passeggiare.» Erling ebbe l’impulso di aggrottare la fronte e muovere le iridi glauche verso gli altri passeggeri. «Non ti sforzare. Potrebbe essere qui, potrebbe essere alla dogana. O magari dopo.»
«Stai bluffando», scattò lo svedese. «Non puoi essere stato così stupido da raccontare tutto a un altro.»
Carter allargò le braccia accomodante e irrigidì la spina dorsale nel tentativo di apparire più alto. «Infatti. Io non ho raccontato nulla. Gli ho semplicemente detto di aspettare mie notizie. Se mi sarà capitato qualcosa, riferirà alle autorità il tuo identikit.»
«Preoccupati della tua famiglia, Carter.»
«E tu preoccupati di te stesso. In Svezia come Alfabeto puoi rifugiarti dove vuoi. Qui invece non puoi scappare. La polizia ti beccherà alla fine e non ci metterà molto a capire con chi stai.» Carter smise di sorridere solo con le ultime parole. «Sai quanto vale uno come te? Ci saranno molte domande a cui rispondere. Del tipo che ci fa una stella nascente su Pitagora? Perché ha ucciso un dirigente di secondo livello come me? Quanti ce ne sono come lui? Poi tireranno fuori da qualche parte una mia registrazione in cui racconto nel dettaglio quello che ho fatto per te.»
«Dunque sei astuto! La sai lunga.»
«Prima di accettare l’handel, ti ho annusato, Nordahl. Grazie a un altolocato ho fatto una scoperta. Sei stato tu a mettere la bomba al municipio di Sundsvall. Il servizio segreto svedese sarebbe molto contento di incontrarti per discuterne.»
«Hai detto quel che avevi da dire o c’è altro?»
Carter fece spallucce e si grattò il naso. Nel corridoio dei lagartos, tre ID-pulitori a forma di idrante spazzavano il pavimento.
«Avrai i tuoi soldi quando io avrò la roba che ti è stata affidata», sentenziò Nordahl. «Se ci hai mentito quando giuravi di poter eludere le perquisizioni all’ingresso, pagheranno quelli che hai lasciato a Taunton.»
Carter si inumidì le labbra con la lingua.
«Un’ultima cosa: chi ti ha detto di me?»
L’individuo sospirò annoiato. «Un amico molto gentile qui su Pitagora. D’altronde da queste parti si riesce a campare solo grazie alle amicizie.»
Non aspettò risposte. Si rialzò e tolse il disturbo. Erling accese il suo W-P e riferì lo spiacevole colloquio ai suoi superiori. C’era stata una fuga di notizie, una cosa grave. Avrebbe comunque raccomandato di utilizzare l’omino per altri trasporti. Al momento era più pericoloso morto che vivo. Dopo dieci minuti la musica del sassofono cessò di colpo e l’immagine del suonatore fu risucchiata dentro il suo basamento. Le luci diminuirono d’intensità e una voce da un altoparlante avvertì che era giunto il momento di sgombrare. Si entrava in Pitagora.

Come è nata l’idea di questo libro?
Mi ero stufato di libri di fantascienza distopici con una terra collassata, politici filonazisti e giochi di morte. Volevo un thriller ambientato nel futuro e che potesse essere inserito in un contesto sociale plausibile e non estremo.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Le difficoltà più grosse sono state reperire le informazioni tecnico-scientifiche necessarie per il romanzo. Mi sono reso conto che in realtà viaggiare nello spazio e camminare su un altro pianeta non è così immediato come ci propina il cinema.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Ho sempre apprezzato Andy Weir di cui ho letto “L’uomo di Marte” e “Artemis”. Accanto a lui: Stephen King. Mi piace il modo in cui descrive la società in cui vivono i personaggi dei suoi romanzi.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Sono cresciuto a Corsico (MI) fino al giorno del mio matrimonio. Da allora mi sono trasferito a Milano.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mi piace troppo il thriller, il noir e il poliziesco. Penso che continuerò su queste strade.