
Edito da Robin Edizioni nel 2020 • Pagine: 230 • Compra su Amazon
Gesù di Nazareth è davvero risorto?
Oppure il suo cadavere è stato misteriosamente occultato?
Un sacerdote, non più giovanissimo, e una studiosa di letteratura antica indagano sulla veridicità di un papiro contenente una sconcertante confessione di Pontius Pilatus, che potrebbe minare la plausibilità delle testimonianze evangeliche.
In un vortice di mistero e passione, tra desideri proibiti e sensi di colpa, questo percorso di profonda crescita umana e spirituale ci condurrà alle incerte origini della cristianità.

59
“La nostra storia deve finire.”
Non era il momento, lo sapeva. Ma non ci sarebbe stato un momento giusto.
Erano davanti al computer. La donazione per il nuovo pozzo. Le modalità del bonifico bancario.
Le immagini scorrevano. Lui non le vedeva. Il pensiero sempre lì. A quella frase che doveva dire.
Lei percepì la sua distanza.
“Ti vedo un po’ assente. Ce ne occupiamo un altro giorno?”
“Ma sì. Meglio.”
Nicola spense il computer e lo richiuse. Si girò verso Lucia. Quel pomeriggio portava una allegra camicetta gialla a fiori. Dalla scollatura si intravedeva la trasparenza del pizzo che metteva in evidenza il seno. Quando aveva voglia di lei, era lì che la sua fantasia andava a parare, tra quelle rotondità.
Non era il momento, ma doveva dirglielo. Lei accavallò le gambe, il tessuto leggero si appoggiò alle cosce, aderì, si tese, diventando come pelle nuda. Il corpo di lei. Seduttivo. Accogliente. Materno e trasgressivo. Avrebbero potuto fare l’amore. Lei forse lo avrebbe voluto.
Lucia si accorse che lui la stava guardando senza dire nulla, ma i suoi occhi, parlavano.
“Che c’è? Perché quella faccia?”, chiese con una punta di curiosità mista a un’ombra d’ansia.
Lui esitò, poi sussurrò: “La nostra storia deve finire.”
Lei per un attimo rimase in confusione, riuscì a dire solo: “Cosa?”, l’angoscia le strinse la gola.
“Lucia, non possiamo continuare la nostra relazione. Sono roso dal rimorso. Sento di tradire la mia missione, di rinnegare una scelta di vita.”
“Scusa… non ho capito… Mi stai dicendo che…”, la frase le si spezzò lì e non riuscì a continuare.
“Ti va di parlarne serenamente?”
“Serenamente?”, sbottò rauca.
“Mi sono lasciato andare”, bisbigliò. C’era rammarico nella sua voce.
“Sì, è vero, ti sei lasciato andare alla tua natura di uomo.”
“Dobbiamo ragionare. Abbiamo vissuto momenti meravigliosi, ma vedi, il mio ruolo mi impedisce di avere legami con una donna.”
“Ammettilo! Sei ostaggio della tua fede!”
Quella frase gli bruciò come la ferita di un coltello. Ma sorvolò sul tono duro che lei aveva calcato sulle ultime parole.
“No, Lucia, è una scelta consapevole.”
“L’uomo è un’anima e un corpo. È così che ci ha fatto Dio”, protestò, vicina al pianto.
“Lucia, io ti amo veramente. Continuando ti farei soffrire e…” Lei provò a interromperlo: “Ah sì? E cosa pen…” ma Nicola non le diede il tempo di proseguire: “È così ti dico! Credimi.”
“Ma per piacere!”
Nicola si portò le mani sul volto. Non riuscì a replicare. Cercava le parole, si stava perdendo nel vuoto dei pensieri. Seguì qualche momento di silenzio.
“Sai una cosa?”, disse Lucia, c’era disprezzo nella sua voce, adesso: “Mi disgusta una Chiesa che guarda al mondo femminile con timore e forse rancore.”
“Basta! Smettila!”
Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco, si capiva che stava cercando di tenere a bada la rabbia.
Lucia si alzò di scatto facendo stridere la sedia spinta indietro con forza. Andò alla finestra, Nicola le si avvicinò, la prese per le spalle e l’obbligò a voltarsi. Voleva guardarla negli occhi. Lei aveva le guance rigate da lacrime di disperazione.
“È evidente che non ho diritto alla felicità.”
A quelle parole, che lacerano, feriscono, corrodono, Nicola avvertì un dolore acuto, come una scorticatura
“Mi chiedo perché Dio ha acconsentito che avessimo pulsioni sessuali, e che conoscessimo l’amore, con tutto ciò che questa parola può significare di bello, di intenso e di pulito, se poi ci nega questi desideri. Solo per darci l’opportunità di peccare?”
“Ma cosa dici, Lucia?”
“La nostra vita si riduce a una lotta tra bene e male. Ma l’amore è il male?”
“Il sesso è peccato, se è fuori dal matrimonio.”
“No, non mi convince, Nicola. Se esistesse un Dio buono lo permetterebbe.”
“Sei dura.”
“No, sto solo facendo un ragionamento logico.”
“Ecco, la logica! Siamo alle solite. La ragione che spiega tutto!”
Lucia non aggiunse altro, lo guardò per qualche secondo, come se avesse deciso di imprimersi per sempre il suo viso nella memoria. Poi si avvicinò alla credenza, prese la borsetta e si avviò verso il corridoio. Nicola le prese il braccio, ma lei si divincolò con uno strattone.
La porta sbatté forte. Un colpo secco, dilatato dal successivo silenzio.
Se qualcuno fosse passato nei pressi della canonica un attimo dopo, avrebbe sentito bicchieri che si frantumavano, stoviglie che si scheggiavano sul pavimento. E il singhiozzare rabbioso di don Nicola Parmeggiani.

Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea mi è venuta dopo aver letto un articolo su una rivista nel quale l’autore sosteneva la indimostrabilità storica e la non indispensabilità teologica della risurrezione.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Ho scritto questo romanzo in due mesi, ed è stata vera emozione. È seguita una fase serrata di confronto con un editor prima della presentazione all’editore. No, nessuna fatica.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
In realtà non ho un autore di riferimento.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Ho vissuto sempre a Parma.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto portando a termine la storia di Giuda, partendo dai vangeli e dai pochi documenti storici. L’obbiettivo è proporre una rappresentazione plausibile di una realtà sostanzialmente inconoscibile.
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