Edito da Placebook nel 2021 • Pagine: 212 • Compra su Amazon
Federica è una ragazza spagnola, felice di trascorrere il suo Erasmus a Bologna. Il primo semestre trascorre senza emozioni, fino a quando incontra Silvia e Alessandra, due ragazze che tra di loro non si conoscono e con cui instaura, separatamente, un rapporto di amicizia. Ma Federica è diventata amica loro per un motivo ben preciso: conoscere Luca. Infatti, le ragazze, seppur non essendosi mai incontrate, sono innamorate di questo bellissimo ragazzo ambiguo, all’inizio molto sfuggente e schivo, ma a poco a poco, diventa amico di entrambe. Allora, Federica subdolamente farà in modo di conoscerlo e diventargli amica, per poi far in modo di far litigare le sue amiche con Luca, il quale nel frattempo ha instaurato un profondissimo rapporto d’amicizia con Alessandra. Luca è sempre enigmatico con tutte le ragazze, e mai si espone anche quando Alessandra si dichiara a lui. Federica con le sue congetture e piani diabolici, farà di tutto per conquistare il bello e impossibile Luca, che alla fine dei conti, nasconde un segreto, che farà impazzire ancora di più la folle Federica.
Il romanzo non parla del classico rapporto di amicizia tra ragazze che si innamorano dello stesso ragazzo e se lo contendono, al contrario, vuole denunciare l’invidia, egoismo e doppio giochismo consapevole di Federica, che per la sua ossessione, è disposta a tutto, come usarle e fare loro del male. Ogni personaggio è amico di un altro per un motivo ben preciso. Storie di intrecci e di vissuti, raccontati direttamente da Federica, la protagonista ingannatrice. “Il mio amore per te” è un romanzo psicologico, che denuncia raggiri, stalking, e il timore di vivere la propria vita fregandosene del giudizio della gente. Alla fine, c’è chi avrà il suo lieto fine, ognuno a modo suo.
comune, o perché erano coetanei e lavoratori, mentre noi eravamo ancora delle studentesse universitarie.
Infatti, grazie alle confidenze di Silvia, seppi che Luca con lei era sempre nervoso, come se fosse a disagio, e che capitava molto spesso di essere protagonisti di silenzi imbarazzanti. Ma, nonostante ciò, Silvia faceva sempre degli sforzi enormi nel trovare argomenti interessanti per farlo parlare un po’ e rilassare.
Al contrario, Alessandra mi raccontava che la situazione iniziava a pesarle e che voleva dichiararsi a Luca, e io secondo il mio piano, la incoraggiai dicendole che avrebbe fatto bene.
Così Alessandra chiese a Luca di andare a fare una passeggiata per il centro semi deserto in un caldo martedì sera per le vie di Bologna. Si incontrarono in piazza Maggiore, e dopo una passeggiata e un gelato, Alessandra chiese a Luca di provare il gioco del telefono senza fili sotto gli archi che stanno a palazzo Re Enzo, e lui ovviamente accettò.
Erano completamente soli, in quanto nessuno stava passando per di là. Per Alessandra fu il momento giusto per dichiararsi.
Per prima cosa, Alessandra fece posizionare Luca con il viso rivolto all’angolo del muro, come vuole la legge della fisica affinché il fenomeno del “telefono senza fili” funzioni, mentre lei, si collocò all’opposto di quell’angolo, e gli disse:
«Luca non barare!! Non ti devi girare o non mi senti!»
«Non mi giro, tranquilla! Non ti fidi mai di me!»
«Non è vero che non mi fido! Se non mi fidassi di te non sarei arrivata a fare questo…»
«Questo cosa? Parlarci faccia al muro con qualche metro di distanza?»
«Anche, ma mi sembrava un modo carino per dirti che mi sono innamorata di te e non avevo coraggio di guardarti negli occhi»
A quel punto Luca non proferì parola, e si voltò verso Alessandra. Alessandra rimase ancora per qualche secondo con il viso rivolto al muro, e poi si girò e vide Luca immobile e in silenzio appoggiato al muro.
Rimasero così per qualche minuto.
Lui che continuava a toccarsi la fronte, come per dire “e adesso che faccio?”, mentre Alessandra guardava imbarazzata in basso.
Dopo qualche minuto, Luca prese coraggio e interrompendo quel silenzio, disse ad Alessandra:
«Sai, avevo paura che arrivasse questo momento. In un certo senso lo avevo capito, ma non avevo la certezza. Sai benissimo, come ti ho detto varie volte, che con te ci sto benissimo, che mai con nessuna persona sono arrivato a raccontare cose private sulla mia vita. Ti ho raccontato cose che nemmeno Giuseppe sa di me, e lui è il mio migliore amico, e ci conosciamo da diciassette anni. Noi invece ci conosciamo da circa quattro mesi, stiamo ogni giorno a parlare, e abbiamo condiviso delle cose stupende. Ma come ti ho già accennato, io sono andato via dalla Sardegna non perché avevo bisogno di lavorare come molti, anzi, sai benissimo come ti ho confidato che avevo un lavoro a tempo indeterminato, ottima paga per un ragazzo della mia età e per la condizione lavorativa che c’è al Sud. Sono andato via perché, dopo che è finita con la mia ex, ho sentito la necessità di capire chi sono, allontanandomi da quella realtà in cui sono nato e cresciuto.
Tu hai potuto viaggiare, sei indipendente e mi piace tantissimo questo lato di te. Io, al contrario, non ho esperienza e non ho viaggiato quasi per niente, e quindi imparando dagli errori che ho fatto soprattutto con la mia ex, ora voglio andarci piano. Ti sto conoscendo, mi interessi, ma ti chiedo del tempo. Non voglio correre. Ho bisogno di fare chiarezza dentro di me, capire davvero chi sono e cosa voglio. So solo che ho una certezza ora: non voglio perderti».
Alessandra mi raccontò che a quelle parole lei reagì male, rimarcando il fatto che quattro mesi potevano essere stati abbastanza per capire se la vedeva come un’amica o qualcosa di più.
A differenza degli altri ragazzi con cui lei era stata, Luca non l’aveva usata per il sesso, e questo lo apprezzava, ma almeno un bacio lo avrebbe gradito.
Anche perché, come lei gli aveva spiegato, baciare una persona ti fa capire cosa provi realmente, se c’è chimica e attrazione sessuale, e non solamente mentale, come era certa che Luca provava nei suoi riguardi.
Così, delusa, e con lo sguardo basso, lo salutò e gli chiese del tempo in cui loro non si sarebbero parlati, scritti nemmeno un messaggio, con la speranza che quel periodo, nel bene o nel male, avrebbe dato loro le giuste risposte. Luca accettò.
Così, quando il giorno dopo Alessandra mi raccontò per filo e per segno della serata, volutamente le domandai se secondo lei, in qualche modo, Silvia potesse essere la causa di quell’indecisione di Luca.
All’inizio Alessandra sembrava di non capire, ma poi quando “involontariamente” le ho confessato che magari la gita tra Luca e Silvia avesse contribuito in qualche
modo a farlo tentennare, Alessandra scoppiò.
Presa dalla gelosia, rabbia e sentimenti simili, la povera illusa si mise in testa di essere stata presa in giro e che in realtà Luca voleva stare da sempre con Silvia, ma dal momento in cui questa lo respingeva, si era riversato su di lei, fino a quando Silvia non si sarebbe resa disponibile.
Alessandra arrivò persino al punto di confidarmi che con Luca avesse chiuso definitivamente e che non lo avrebbe mai più cercato, e mi aveva per giunta ringraziato, per la mia lealtà e di averle aperto gli occhi informandola su come Luca trascorresse in realtà le giornate, dato che lei non aveva mai saputo nulla delle loro gite. Finalmente stavo assistendo al capolinea del rapporto tra Luca e Alessandra, anche se ancora c’era qualcosa da sistemare.
Come è nata l’idea di questo libro?
Marzo 2020, lockdown e il voler scrivere qualcosa che a sua volta si ispirasse a “You” e “L’amica geniale”.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Abbastanza, la parte più difficile è stata trovare la casa editrice.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Verga in quanto sosteneva che la storia si scrive a mano a mano, si può avere un’idea, ma quando si scrive ci si rende conto se quell’idea funziona o meno. Per i moderni, i miei preferiti sono Coelho, Faletti, ma mi piacciono tantissimo vari romanzi e apprezzo tanto D’avenia e la saga dell’amica geniale della Ferrante.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo a Bologna e proprio qui, ho ambientato il mio romanzo. Sono di Palermo, ma ho vissuto a Forlì, Pisa, Svezia, Grecia, Bologna…
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
avrei scritto un altro romanzo molto diverso da questo mio primo, uno stile “Bridget Jones” ma non con un finale ovvio, ma più moderno…
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