Edito da Brè Edizioni nel 2020 • Pagine: 316 • Compra su Amazon
The Monsters Circus affronta il tema del pregiudizio e della diversità dal lato dei mostri del circo in maniera decisamente particolare, infatti è scritto tutto in rima baciata. Una lunga filastrocca che scorre e cerca di aprire il cuore delle persone.
Sinossi: William è il Dottore di un fantomatico paese che potrebbe essere il vostro. Abituato a essere qualcosa, vive la propria vita dimenticando di essere qualcuno. L’arrivo in paese del circo porta in lui uno sconvolgimento, è affascinato da una mitologica figura, la Diva, metà donna e metà mostro, una moderna arpia, affascinante quanto pericolosa, anche perché doppia: sono due donne racchiuse in una. Costei cela un segreto e da quel momento William non si dà pace fino a che non lo svelerà. Nel frattempo si accorge di una tremenda affinità con queste figure del circo, comprende come siamo più mostri che animali. Il Dottore, abituato ad approcciarsi con pazienti e malattie, scopre presto che in quella loro diversità non c’è nulla di anomalo, ma che anzi, lui ne è parte! E insegnerà che a esser diversi non si fa torto a nessuno, e si può scoprire un mondo fantastico che affascinerà anche voi. Benvenuti al circo! Anche se dei mostri! (Tenetevi stretti i vostri bambini)
una storia capovolta,
dei mostri parlava
e non li vessava.
Voi direte: che falsità,
invero è la verità.
Il circo c’è ancora
né andrà in malora,
immantinente lo saprete
e non ditelo al prete.
Divertiva grandi e piccini,
con giochi e palloncini,
e se erano viziati,
capricciosi o maleducati,
il circo perdeva i propri affanni
niente più fili niente più inganni.
E così la notte incombeva
sul circo che nessuno vedeva.
Giunsero in città con i calessi,
bardati di tutti gli eccessi,
e ciascun bimbo volle venire
urlando e facendosi sentire.
“È arrivato, venite di fretta!
Lui mica ci aspetta!”
Strillavano gli infanti
incantati dai fanti.
Carrozze con tende tirate
e gabbie ben celate,
nascondevano qualcosa:
doveva esser mostruosa.
“Quali creature si celan lì sotto?”
Chiese il sindaco col suo panciotto.
Caramelle e palloncini
furono dati ai bambini,
e come in ogni paese
c’era pure il marchese.
Scese il buio, calò la notte,
s’udirono ciance a frotte.
Chi aveva visto i leoni,
ma eran solo i beoni;
chi aveva visto i trucchi,
ma eran solo i bacucchi;
chi aveva visto i giganti
ma eran solo i malpensanti.
Giunsero in paese
con giochi e imprese,
senza avvicinarsi
poterono solo accontentarsi
d’aspettare l’indomani
per vedere gli arcani.
Il giorno seguente
fu appariscente:
strilloni e menestrelli,
con i loro canti sì belli,
al pari della colla
attirarono la folla
e regalarono biglietti
distribuendo i dolcetti.
“Venite, grandi e piccini,
ci saranno gli omini;
di magie e mostri vedrete
e siam certi ne racconterete.”
Cadde il tramonto, venne la sera,
e col circo parve leggera.
Il mattino arrivò
e l’entusiasmò recò:
di certo sarebbe stata
una splendida giornata.
Gli acrobati provavano
e gli gnomi giocavano,
il pagliaccio si preparava
il trampoliere si sistemava.
Fremevano i cittadini
e con loro i bambini,
incantati dal tendone
speranzosi di cogliere il leone.
Giunsero gli omini
con dolci per i piccini,
assiepati all’ingresso
e si arrangiò un compromesso.
Con cordiale simpatia
e qualche trucco di magia,
chi era rimasto fuori
placò gli ardori:
domani avrebbero ammirato
lo sfoggio del circo incantato.
L’attesa era alle stelle,
si cianciava di strane damigelle,
di belve feroci
e di bislacchi incroci.
Ebbene, le voci durarono
finché le luci calarono.
Passarono i secondi e i minuti,
si trattennero sino gli starnuti,
poi un brusco rumore
e di seguito un bagliore.
Davanti a tutti,
belli e brutti,
apparve un gobbo
il bastone d’appoggio.
Simile a un baronetto
aveva il doppiopetto,
l’abito elegante
e un farfallino gigante.
Le code lunghe
come due prolunghe,
il cappello da signore
che tolse con rigore.
E sotto la tesa
una faccia inattesa:
il naso schiacciato,
il tratto marcato:
come una caricatura
studiata su misura.
E poi la zoppia,
la strana anatomia,
la pancia evidenziata
dalla schiena arcuata.
Ma il peggiore
fu quel grigiore,
la pelle colorata
come di cenere sporcata.
Forse era il cerone
a colorare il padrone,
o forse l’aspetto
era un suo trucchetto?
“Che siano benvenuti
i piccoli e i cresciuti,
i bravi bambini
e i più birichini.
E poi i genitori,
che non abbiano timori;
il sindaco e il locandiere,
giunti a vedere le fiere.
Non abbiate dolori
per questi orrori,
ma solo incanto
e nessun rimpianto.
Gioite e ridete
di ciò che vedrete,
finché il sipario non cala
al frinio della cicala.
Ma non temete,
vi divertirete,
poiché questa magia
vi seguirà sulla via.”
Dopo un sorriso
sul suo strano viso,
il buio calò
e solo polvere lasciò.
Come è nata l’idea di questo libro?
The Monsters Circus è nato per caso, dopo aver visto un video sui Freak Show del passato. Mi sono immedesimata in loro e in tutti quei personaggi più o meno famosi che trattiamo e abbiamo trattato come tali. Mi sono fermata e mi sono chiesta “Sono davvero diversi da noi? E poi noi chi? Cosa ci fa credere migliori?” “Cosa si prova ad essere derisi o a spaventare le persone per qualcosa che non puoi controllare?” Avevo questa profonda necessità di dire alla gente “No, non siamo migliori, non è una colpa avere un difetto, o essere fisicamente differenti. Non bisogna giudicare una persona senza prima averla conosciuta!” A quel punto la deriva fantasy è stata immediata, anche se inizialmente doveva essere un normale racconto con qualche strofa ad inizio capitolo. Poi, pian piano le rime hanno trovato spazio e hanno preso il sopravvento ed è diventata una lunga filastrocca in rima baciata.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non avevo mai scritto nulla in rima, figuriamoci 300 pagine, eppure la stesura è stata allo stesso tempo complicata e facile. Complicata perché era per l’appunto la prima volta e in molte occasioni la frase non si incastrava bene o non trovavo la rima adatta. Facile perché avevo un ritmo in testa, un ritmo che se riuscivo a seguire, rendeva tutto più armonioso e fluente. Terminarlo è stato difficilissimo: ero troppo affezionata al circo, ai personaggi e alla storia e volevo sul serio che non finisse mai, ma ahimè ho dovuto. Mettere il punto finale è stato come distaccarsi da qualcosa a cui si tiene per il suo bene, sospingerlo verso la sua libertà.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Ammetto di essere una dei tanti, tantissimi seguaci di Tolkien e se amo il fantasy è proprio per merito suo. So che la mia opera è molto diversa e non sussistono le proporzioni, ma lui è stato il mio pilastro. La nota dark/horror ( molti si spaventano quando dico horror, ma io sono la prima fifona, quindi vi assicuro non c’è nulla di che ) me l’ha prestata Poe. Poe è capace di raccontare una scena normalissima, ma di modo da fartela apparire distorta e macabra a volte, quindi ho cercato di rubare questa sua arte. Se ci sono riuscita saranno i lettori a dirlo. In ultimo, ma non meno importante John Connolly, autore di thriller esoterici che seguo senza pietà alcuna. Connolly è bravissimo nell’arte di lasciarti in sospeso, sta al lettore scegliere se quel che accade è realtà o immaginazione, lui da giusto gli indizi e qualche spintarella e io ho cercato di sgraffignare anche questo. Alla fine credo di dover restituire un sacco di arte agli scrittori sopracitati!
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Io ho sempre abitato a Camogli, in provincia di Genova, piccola città meravigliosa che si affaccia sul mare da un lato e dall’altro sull’impervio territorio ligure. Abito in campagna, adoro la pace che si respira nella mia zona, lontana dal centro abitato e immersa nella natura. Devo però dire che dentro di me ci sono multipli mondi, multipli palcoscenici sui quali gli attorni di turno interpretano la loro parte. Oggi sono qui, domani sono là, dopodomani da un’altra parte. Io non mi sposto eppure viaggio più di tanti giramondo.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto cercando di definire un’idea, anzi: di definire una frase che mi è balenata in mente. Voglio delinearla bene e comporre qualcosa che cerchi di portare alla luce la mia lotta per l’uguaglianza. L’ho fatto con The Monsters Circus e lo farò con questa nuova opera. Vedere come vengono trattate le persone solo perché di sesso, etnia o religione diversa mi da il voltastomaco e così ho deciso di scrivere qualcosa in merito. Forse l’ho deciso inconsciamente, ma devo rendere qualcosa a questo mondo e lo farò. Ah, ovviamente sarà in rima!
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