
Edito da Gruppo Albatros nel 2020 • Pagine: 304 • Compra su Amazon
MORALE è una raccolta di racconti che affronta vicende fuori dall'ordinario, un po' assurde e surreali ma sempre simpatiche ed esilaranti. Un perfetto connubio tra avventura e ironia che tiene il lettore incollato alla pagina emozionandolo sempre con il sorriso sulle labbra.

“SPACCA“
Mi ricordo che quel giorno stavo facendo giardinaggio, perché avevo letto da qualche parte che il giardinaggio aveva l’effetto di rilassare. Francamente, vista la fatica che stavo facendo, non capivo dove stesse la fase rilassamento; probabilmente sarebbe venuta in seguito, per esempio tra la doccia e il divano con birra.
Però il giardino effettivamente ne aveva bisogno, già da tempo lo avevo lasciato in balia dell’erba infestante, di rami troppo cresciuti e di siepi troppo alte; più che giardino, quel posto stava prendendo le sembianze di una giungla e io non intendevo diventare il tarzan del quartiere, perciò mi rimboccai le maniche e via di vanga, cesoie e tutti gli utensili necessari.
Avevo un albero di piccole dimensioni, dalla chioma folta e priva di forma. All’inizio avevo deciso di dargli una sistemata, giusto da farlo assomigliare a quegli alberi che i bambini disegnano sempre di fianco ad una casa con il camino che fuma e mamma e papà che si tengono per mano davanti alla porta di entrata, ma poi (e per fortuna non iniziai nemmeno) mi venne l’idea di “scolpire” la chioma dandogli una forma che ancora non avevo deciso, forse un pavone o una tortora piuttosto che una ballerina intenta in chissà quale figura artistica, in pratica stavo per commettere una stronzata.
Quindi presi in mano la motosega e cominciai a studiare la chioma. Ero tranquillo per due motivi, primo, l’albero era mio e anche se lo avessi rovinato nessuno avrebbe potuto dirmi niente o ancora peggio chiedermi i danni; secondo, l’albero si trovava nel mio giardino, lontano da sguardi indiscreti, che, comunque, avrebbero dovuto farsi i cazzi loro per i motivi al punto uno.
Come stavo dicendo, ero pronto a partire, quando dietro di me una voce cavernosa disse -Ciao-
-Cazzo!- esclamai voltandomi di scatto e spaventato.
-Ma come diavolo ti viene in mente?! Non vedi che ho una motosega in mano?-
-Deformazione professionale- mi rispose.
-Vabbè, lasciamo perdere; non so se hai notato, ma siamo in pieno giorno, perché sei mascherato?-
-Ho un problema-
-Uno solo? Che fortuna, io molti di più-
-No io uno solo, gli altri me li risolve Alfred-
-Grande Bruce, bella…-
-Non sono Bruce-
-Sì che sei Bruce-
-No, indosso il costume-
-Io sono vestito da giardiniere, ma sono sempre io-
-È diverso! Tu sei vestito, io indosso il costume, articolo determinativo “il” costume; quindi quando indosso il costume chi sono?-
Avevo probabilmente perso la possibilità di rovinare un albero ma in compenso avevo guadagnato una mattinata di merda… bel cambio.
-Direi che ad occhio e croce sei Bat…- mi interruppe immediatamente.
-Mister B!-
-Chi è? Ti sei preso un partner?-
-No, sono sempre io ma con un nome diverso! C’è chi cambia vestiti, io cambio il nome-
-Mister B?…-
-Già, ti piace?-
-Ti sei dato al rap?-
-No-
-All’hip hop?-
-Nemmeno-
-A qualsiasi cosa che finisce con “yo” piuttosto che “one time, two time” e stronzate simili?-
-Neanche-
-E allora da dove salta fuori Mister B?-
-Una mattina mi sono alzato e ho deciso di dare una svecchiata al nome del personaggio che porto, avevo diversi nomi in lizza, allora ho chiesto consulto ad Alfred, ed insieme abbiamo deciso per Mister B-
Peccato, pensai, avevo dato fiducia al maggiordomo ma ho potuto constatare che era sciroccato quanto questo qui davanti a me o forse lo doveva essere in quanto stipendiato da questo pagliaccio.
-Quindi Alfred anziché darti una botta in testa e rimetterti a letto, ha contribuito a cambiarti nome?-
-Ha dovuto, è il mio maggiordomo, deve fare quello che gli dico-
Che stronzo che sei ,pensai.
-Ma scusa, non sei esattamente un giovane di vent’anni, ma non sei neanche vecchio decrepito, cosa ti serve darti una svecchiata?-
-L’ho fatto per i miei fan; tutte la star della televisione, periodicamente, cambiano look per rinfrescare l’immagine, per attrarre nuovi fan. Ora, se lo fanno loro, perché non dovrei farlo io?-
-Francamente credo che tu non abbia capito la differenza tra il tuo ruolo, chiamiamolo così, e quello delle star-
Capii che il tempo del giardinaggio era volto al termine, per tutto il giorno avrei dovuto sopportare questo pagliaccio.
-Le star, del cinema o della musica, devono farlo, per una questione di marketing, di soldi; tu invece di soldi ne hai già da buttarne via, non fai marketing e soprattutto non hai fans-
-Ah no?-
-Ma Cristo Santo certo che no! Tu sei un super eroe, un paladino della giustizia a servizio del bene; ecco, sei un servizio! Ecco quello che sei, sei un servizio pubblico a favore dei più deboli. La tua è una missione che va ben oltre al tuo volto su un poster nella camera di un adolescente. Tu non firmi autografi o fai la pubblicità di qualche prodotto per capelli, tu sei un simbolo, sei un baluardo dietro cui la gente si schiera per difendersi dal male-
-Non stai esagerando? Non basta dire che alla notte vago per le strade a fare il culo a strisce alla maggior parte dei delinquenti?-
Ci pensai un secondo poi -Volgare ma ammetto che riassumendo sia proprio così; comunque ho ragione-
-E chi ti dà torto? Anzi, mi sento più gasato- ma il suo sguardo, anche se nascosto dalla maschera, comunicava malinconia.
-Dimmi la verità, stai ancora pensando a lei, vero?-
-Diciamo spesso…-
-Ed è per questo che ti stai dando una, come hai detto prima? “svecchiata?”- virgolettai il termine.
-Penso di sì…-
B abbassò lo sguardo, io lo guardai con compassione, in fondo non era passato molto tempo.
-Ti capisco e non sai quanto mi dispiaccia, ma non credo che basti cambiare, come si può dire, nome d’arte per mettersi tutto alle spalle e ripartire-
-Allora che cosa dovrei fare?-
-Per esempio prendere quel delinquente e consegnarlo alla giustizia, so che lo fai continuamente, ma prendere questo sicuramente avrà un effetto positivo su di te più di quanto lo abbiano gli altri delinquenti messi insieme-
-Non so se ce la farò-
-Ma certo che ce la farai, hai solo trovato uno un pelo più astuto di te che ha saputo colpirti, a sua insaputa, dove eri più vulnerabile, e ora sei confuso; ma è adesso che devi tirare fuori il meglio di te e contrattaccare-
-Lo so…-
Nel mentre, ripresi a fare giardinaggio, posando la motosega ed armandomi di forbice da potatura.
-Certo che lo sai… oppure puoi sempre cambiare nome e darti al rap, con il risultato che lui avrà vinto e tu forse avrai successo e… un’altra cosa, non è che queste conversazioni le posso avere con te ma nella versione Bruce? Francamente mi sento a disagio a parlare con uno vestito da pipistrello-
Finii la frase voltandomi verso di lui per fargli capire il mio disagio, ma era sparito; mi alzai in piedi chiedendo al vuoto -Ma dove sei?-
-Qui!- A momenti mi viene un infarto, quell’idiota era comparso dietro di me all’improvviso.
-Ma ti sei completamente bevuto il cervello?!-
-Scusa, deformazione professionale-
-Cazzo, a momenti mi viene un infarto, rifallo e ti pianto la forbice dritta nelle palle- brandii la forbice con fare minaccioso.
B alzò le mani in segno di resa aggiungendo un
-Ricevuto!-
-E poi un’altra cosa, quando parli con me, evita di usare quella voce cavernosa, non mi devi impressionare, né tantomeno nascondere la tua identità, so chi sei-
-Quando sono Mister B lo sono fino in fondo, sono un professionista-
Mi stavo rendendo conto che probabilmente il trauma della perdita lo aveva segnato profondamente e mi resi anche conto però che sotto a quel costume batteva comunque un cuore umano, quindi vulnerabile come il mio e di qualunque altro essere umano.
-Senti un po’, prima stavi dicendo che hai un problema, di che tipo?-
-Ti va di accompagnarmi ad una intervista per una rivista di nicchia?-
-Ma che diavolo stai dicendo? Sei sempre stato sfuggente con le autorità ed i giornalisti evitando qualsiasi tipo di contatto se non sporadico con quel tuo amico ispettore e adesso rilasci addirittura un’intervista?- non credevo a quanto avevo appena sentito.
-Cambiato nome, cambiato stile di vita!-
-Già che ci sei datti una sistemata al costume e perché no al parco mezzi- ironizzai.
B per tutta risposta si portò il polso vicino alla bocca e poi -Alfred prendi nota: valutare cambiamenti al costume e contattare Lucius per quanto riguarda i mezzi-
B aveva visto che lo stavo guardando con curiosità.
-Lascia fare, ho un maggiordomo che spacca-
-Ma il maggiordomo fa proprio tutto tutto quello che gli dici?-
-Ovvio! È il mio maggiordomo, deve farlo-
-E se si rifiuta?-
-Beh… non lo so, non è mai successo-
-Ligio al dovere insomma-
-Ligio al dovere sì, ma manca di polso, per farti capire ti racconto questa: ieri sera ero in discoteca, in abito formale si intende, quando, ad un certo punto, mi è venuta sete. Allora mi sono rivolto ad Alfred…-
Lo interruppi subito -In che senso “ad Alfred?” È venuto anche lui a ballare?-
-Lascia fare, è un maggiordomo che spacca, comunque ti stavo dicendo, mando Alfred a prendermi da bere, un Coca e Havana per l’esattezza; questo prende e va, dopo un po’ torna con un bicchiere pieno di un liquido leggermente ambrato. Lo assaggio e praticamente era Coca Cola con tracce di Havana, allora chiedo spiegazioni e lui mi risponde “Vede signore ho fatto le mie rimostranze al barista (B lo stava pure imitando quel poveretto) ma egli mi ha risposto che un bravo barista non fa sentire la parte alcolica”.
Io lo guardo e gli dico “Alfred… ti ha fottuto in pieno. Comunque tranquillo ci vado a parlare io con il barista”-
-E come è finita?-
-Io ho avuto il mio drink e lui non ha più avuto il posto di lavoro-
-Ah ecco; lo hai fatto licenziare per un dannato drink del cazzo; comunque, al di là di quello, Alfred ha fatto il suo mestiere, è un maggiordomo, non una guardia del corpo o un picchiatore della malavita. E poi come cazzo sei messo a portarti il maggiordomo in discoteca?-
-Sono ricco ed è un mio diritto avere il maggiordomo e portarlo dove mi pare!-
-Sei un ricco e viziato per la precisione! E comunque avere un maggiordomo è un privilegio, non un diritto, è diverso; se fosse un diritto ci sarebbe una legge che stabilisce che i ricchi devono avere il maggiordomo-
Detto questo tornai a dedicarmi al giardino.
-Davvero?-
Dio quanto era stupido a volte, tornai a voltarmi verso di lui -Cosa vuol… Ma dove sei?- era sparito nuovamente.
-Qui!-
Quell’idiota era di nuovo comparso dietro di me facendomi prendere l’ennesimo colpo; ma come cazzo faceva?
-Sei proprio un decerebrato! La prossima volta ti prendi una roncolata nei testicoli!-
-Scusa, deformazione professionale-
-Tu di deformato non hai solo la professione, fidati; comunque, a proposito dell’intervista, per che ora è fissata?-

Come è nata l’idea di questo libro?
Nonostante i miei 42 anni, non ho ancora iniziato a prendermi sul serio; però decisi di farlo qualche anno fa volendo scrivere un libro strappa lacrime o, almeno, che trattasse un tema serio. Arrivato alla seconda pagina (circa), ho capito che non sarei andato da nessuna parte; perciò una sera, guardando un film d’azione di supereroi mi sono chiesto “possibile che a questi non accada mai niente di compromettente? Certi personaggi sono poi così perfetti?”, ed ecco l’idea che ha dato origine a questo libro
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Non essendomi dato delle scadenze ne delle prospettive di vendita, direi che scrivere questo libro non è stato poi così difficile. È anche vero che non ho esattamente scritto il ” grande romanzo americano”. Se dovessi trovare la parte difficile, direi che è stata quella di creare battute che riuscissero a strappare un sorriso al lettore (spero di esserci riuscito).
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Tendenzialmente leggo i romanzi di King, Cooper e Deaver, ma non disdegno anche altri autori che però trattino lo stesso genere dei sopra citati.
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Attualmente vivo in provincia di Bologna e sono sempre vissuto a Bologna.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dopo aver scritto un libro umoristico, mi piacerebbe scrivere un thriller soprannaturale; a dire il vero ho già iniziato a scriverlo, vediamo dove andrò a finire.
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