I Mozart, come erano (Una famiglia alla conquista dell'Europa) - 2 volumi
Edito da Diego Minoia nel 2020 Compra su Amazon
Nel nuovo saggio in due agili volumi di Diego Minoia troviamo vita, morte e … miracoli della famiglia Mozart. Tutto, ma proprio tutto, ciò che c'è da sapere per conoscere questi straordinari personaggi e la loro epoca. Un racconto interessante e curioso che narra un trentennio della loro vita: viaggi e incontri, trionfi e delusioni, piccoli imbrogli e genialità, ribellioni e sconfitte. La vita dei Mozart raccontata da loro stessi, grazie alle informazioni contenute nel ricco epistolario, arricchita con approfondimenti che consentono di comprendere a 360 gradi il mondo in cui si mossero, tra viaggi e raccomandazioni, intrighi e amicizie, sottomissione ai potenti e desiderio di autonomia. L'affresco di una famiglia e di un Continente europeo che ci aiuta a capire un secolo, il '700, dalla parte di chi l'ha reso uno dei periodi più fecondi per la musica.
I Mozart, come erano, di Diego Minoia, è disponibile su Amazon e nelle principali librerie online, in versione cartacea o ebook.
I Mozart, come erano Il racconto della loro vita fino al 1775, seguendoli passo passo, per conoscerli e per capirli. Vuoi essere un loro compagno di viaggio? Inizieremo da Salisburgo, dove la famiglia si forma e dove nascono Wolfgang Amadeus e la sorella Maria Anna (detta Nannerl), per proseguire accompagnandoli nei primi viaggi, a Monaco e Vienna. Li seguiremo poi nel lunghissimo Grand Tour europeo che farà conoscere i due piccoli Mozart come bambini prodigio, attraversando le principali Corti di Germania, Paesi Bassi, Francia e Inghilterra. 5200 chilometri percorsi, 80 città toccate in 1269 giorni: nessuna star del pop/rock ha mai realizzato una tournée simile!
Nel Volume 1 seguiremo i Mozart a Monaco, a Vienna e fino a Parigi. Nel Volume 2 vedremo il ritorno a Salisburgo partendo da Londra e riattraversando Francia e Svizzera. A quel punto, però, le ambizioni di Leopold Mozart si sono fatte più ardite. Bisogna che Wolfgang Amadeus si formi come compositore e per farlo c'è un solo posto: l'Italia. Ecco quindi che padre e figlio, questa volta senza le donne di famiglia, affronteranno ben tre viaggi nel Bel Paese, dove troveranno amicizie e apprezzamento, ma anche qualche giudizio meno lusinghiero. Continueremo ad accompagnare i Mozart nelle diverse tappe dei viaggi italiani che toccheranno, solo per citare le città principali: Verona, Mantova, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Torino, Venezia. Scopriremo insieme a loro tante curiosità sul modo di vivere nella Patria del Belcanto. Nel frattempo il giovane Amadeus da bambino si è fatto un giovane musicista in crescita, già svezzato e smaliziato avendo composto le sue prime opere liriche ma che sa anche destreggiarsi nella creazione di musiche vocali e strumentali sacre e profane. Il vecchio Arcivescovo-Principe che aveva sostenuto i Mozart è nel frattempo deceduto, sostituito da Hieronymus Colloredo, con il quale i rapporti si fanno via via più tesi. La piccola e provinciale Salisburgo sta stretta al giovane Wolfgang, che sogna la Capitale e un impiego prestigioso alla Corte imperiale.
4^ di copertina
In un secolo dominato da sovrani assolutisti e aristocratici prepotenti la famiglia Mozart attraversa l'Europa alla ricerca di una consacrazione artistica e di un impiego prestigioso. Basteranno l'ambizione del padre Leopold e la genialità del figlio Wolfgang per raggiungere l'obiettivo?
Il racconto della loro vita, per conoscerli e capirli, seguendoli passo passo nelle tappe degli avventurosi viaggi compiuti. Vita e avventure della famiglia Mozart nell'Europa del '700: oltre il Mito per vedere la loro umanità.L’autore
Minoia Diego (1956) pianista, compositore, scrittore
Dopo gli studi pianistici e compositivi ha iniziato prestissimo esperienze musicali nei settori più diversi: dalla musica di consumo alle realizzazione di musiche di scena per il teatro, dalla creazione di colonne sonore per documentari alla composizione di musiche da concerto.
Tra le composizioni eseguite in concerto : Palingenesi, Oris-sha, Burlesque, C-Astor, Fantasia eclettica n° 2, Little ballad, Fantasia eclettica n°1, Transla(c)tions (musica elettronica) …
Parallelamente all'attività compositiva va ricordata la produzione editoriale, una trentina di titoli fra libri, composizioni e arrangiamenti, pubblicati da DeAgostini, Loescher, Curci, Berben, Sinfonica, Eurarte, Carish, Eco, Da Vinci Edition (Japan).
Svolge inoltre attività didattica e divulgativa nel campo musicale attraverso Conferenze e Corsi. Significativi gli inviti a tenere Corsi sul Melodramma per tre Anni Accademici presso l'Università Bocconi nell'ambito di Sapere a tutto campo.
Le ultime novità letterarie: Il segreto della Dominante (spy-story musicale), I Mozart, come erano (saggio divulgativo in due agili volumi sulla vita e i viaggi della famiglia Mozart alla conquista dell’Europa).
Salisburgo e i Mozart
Il racconto delle vicende legate alla famiglia Mozart potrebbe essere definito, prendendo in prestito il sottotitolo del Don Giovanni, un “dramma giocoso”. Un ossimoro che penso divertì Mozart, che amava i giochi di parole e che, indubbiamente, ben si attaglia alla vicenda del seduttore protagonista dell’opera. Ma la definizione si può adattare anche alla parabola mozartiana, sebbene forse sia più adatta l’inversione dei termini definendo il percorso su questa terra dei Mozart una “Commedia drammatica”. Gli inizi infatti furono, seppur non facili, certamente gioiosi e ricchi di soddisfazioni per il giovanissimo Wolfgang, fanciullo prodigio insieme alla sorella Maria Anna detta Nannerl: concerti presso le principali Corti europee, complimenti e doni da parte di regnanti e del Papa, ammissioni a prestigiose Accademie musicali (Bologna, Verona), onorificenze (Cavaliere dell’ordine dello Speron d’oro, concesso dal Papa Clemente XIV), viaggi avventurosi e pieni di incontri interessanti, la scoperta del mondo oltre i confini del piccolo Principato di Salisburgo.
L’intera famiglia partecipò, almeno per i primi anni, alle tournée per lanciare i due fratelli prodigiosi, compreso il lunghissimo viaggio europeo che toccò Germania, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra e Svizzera. Per i tre viaggi italiani, invece, si mossero soltanto Wolfgang e il padre Leopold, ormai deciso a completare la formazione del solo figlio maschio per prepararlo alla carriera di compositore, portandolo ad “abbeverarsi direttamente alla fonte” della musica dell’epoca: l’Italia.
Avventure e viaggi che intrapresero con tante speranze, con curiosità e orecchie aperte, per ascoltare, capire, assorbire la musica, gli stili, le mode che avrebbero fatto del piccolo “fenomeno” un gigante della musica. Non tutto però andò come sperato e la vicenda, da commedia gioiosa, si trasformò piano piano in dramma.
Dopo i grandi successi si avviò, nella parte finale della vita di Wolfgang, negli anni della ricerca di una consacrazione a Vienna, la Capitale dell’Impero, un processo di “rimozione” progressiva del musicista salisburghese dalla mente modaiola e superficiale del pubblico viennese, atteggiamento che diede certamente molte amarezze e delusioni al musicista e all’uomo. Di tutto questo parleremo a tempo debito, come anche della musica di Mozart, ma è mio parere che, per conoscere veramente un Artista, sia necessario capire i luoghi da lui frequentati, i modi di
vivere e di pensare della sua epoca, gli incontri e le idee che l’hanno formato.
Senza queste informazioni certamente potremmo gustare l’ascolto delle composizioni mozartiane ma rischieremmo di limitare la nostra comprensione all’ambito musicale, al musicista ma non all’Uomo nella sua interezza, data appunto dagli apporti dei luoghi, delle persone e delle idee. E’ bene quindi partire dall’inizio, e l’inizio è Salisburgo, la città che fu culla prima e prigione in seguito nella percezione dei Mozart.
Salisburgo: dove tutto ha inizio
Il mio racconto inizia, inevitabilmente, da Salisburgo. In questa bella cittadina, ora austriaca ma all’epoca rientrante nei territori bavaresi, stesa sulle rive del fiume Salzach nasce infatti, il 27 gennaio 1756, Johannes Chrysostomus (il santo del giorno) Wolfgangus (nome del nonno materno) Theophilus (nome del padrino) Mozart. Il Theophilus (dal greco Theofilos, amico di Dio, che ama Dio) venne poi ben presto trasformato in Amadeus e, in seguito, a volte vezzosamente ridotto ad Amadé. Si può trovare nelle lettere del padre, a volte, anche la versione tedesca
Gottlieb, così come il vezzeggiativo Wolferl.
Salisburgo era all’epoca la piccola capitale (contava circa 16000 abitanti) di uno dei molti Principati facenti parte del Sacro Romano Impero delle nazioni germaniche, una federazione di Stati indipendenti (alcuni governati da sovrani laici e altri da Arcivescovi-Principi) che riconoscevano la supremazia all’imperatore. L’arcivescovo-Principe di Salisburgo era di diritto Primate di Germania e capo dei vescovi bavaresi quindi, per essere precisi, il tanto rivendicato (dagli austriaci) Wolfgang Amadeus Mozart in realtà nasce tedesco di Baviera. E’ lui stesso che lo
conferma (ma anche il padre Leopold, tedesco di Augusta, fa lo stesso), quando, nelle lettere dell’epistolario, paragonando usi e costumi dei paesi stranieri che percorre, li confronta dicendo “non è come in Germania” o “noi tedeschi”. Ulteriore conferma ci viene da una lettera, spedita da Leopold Mozart da Parigi e inviata a Maria Theresia Hagenauer (moglie dell’amico Johann Lorenz Hagenauer) con il seguente indirizzo: “Alla signora/ signora Maria Theresia/ Hagenauer / Salisburgo / in Baviera”.
L’impronta religiosa a Salisburgo era ben evidente anche architettonicamente, data la presenza di numerose chiese e di un Capitolo della Cattedrale che contava ben 24 canonici. Il Principato fu per secoli legato alla Baviera, culturalmente ed economicamente, e solo nel 1816, dopo alterne vicende, fu assegnato territorialmente all’Austria a seguito delle decisioni prese nel Congresso di Vienna. Nel Principato il Vescovo-Principe aveva (come del resto il Papa nello Stato della Chiesa) sia il potere spirituale che quello temporale. Le origini dell’insediamento si fanno risalire a un monastero presente fin dal secolo V ma la città iniziò a svilupparsi dopo che S. Ruperto vi si trasferì nel secolo successivo. Col passare dei secoli la città visse molte contese di potere ma crebbe con aspetto medievale, cupo e grigio, sia nel Castello sia la sovrastava dalla cima della collina che nella zona urbana sottostante, solcata da anguste e buie vie.
La svolta architettonica e culturale della città ebbe però inizio con il Principe – vescovo Wolf-Dietrich von Raitenau (1559-1617), parente della famiglia De’ Medici in quanto nipote di Giovanni Angelo de’ Medici, Papa Pio IV. Fu von Raitenau, fortemente Controriformista e di cultura legata all’Italia perché formatosi negli anni giovanili a Roma, a progettare la trasformazione barocca in stile italiano di Salisburgo, continuata poi dai suoi successori. L’ambizione di fare di Salisburgo una “piccola Roma” si vede anche dalla Cajetan Kirche (Chiesa di S. Gaetano) commissionata all’architetto italiano Gaspare Zugalli, che richiama S. Pietro e nella quale fu in seguito creata una Scala santa che richiamava quella romana
presso San Giovanni in Laterano. Von Raitenau ristrutturò la Residenz, il Palazzo di città dove più comodamente si viveva e si amministrava rispetto ai freddi locali del Castello e assegnò l’incarico di progettare il nuovo Duomo all’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi (lo stesso che progettò il Teatro di Sabbioneta, primo edificio in muratura a uso teatrale dell’età moderna). Fece demolire e ricostruire buona parte del centro abitato in forme d’ispirazione italiana, con ampie piazze e case dai colori pastello che richiamavano, pur senza negare le tradizioni locali,
aspetti e caratteri di tipo più meridionale.
Il legame culturale con l’Italia è dimostrato anche dal fatto che proprio a Salisburgo venne eseguito, nel 1614, il primo melodramma fuori dai confini italiani: si trattò di “Orfeo” (verosimilmente quello di Monteverdi, che lo aveva creato nel 1607 per la Corte mantovana dei Gonzaga e che ne aveva pubblicato lo spartito nel 1609). Il personaggio di von Raitenau però, insieme agli indubbi meriti, non mancava certo di lati contrastanti con la sua passione per l’arte: dalla predisposizione bellicosa (ebbe una lunga contesa per il controllo delle miniere di salgemma presenti sul territorio, vera fonte di ricchezza) all’indulgenza verso aspetti mondani che esulavano dall’ambito ecclesiastico (ebbe un’amante, Salome Alt, dalla
quale fu ripagato con quindici figli e per la quale fece costruire il Palazzo Mirabell, con i suoi splendidi giardini).
A von Raitenau succedettero vari altri Principi – vescovi che completarono la trasformazione della città in quel piccolo gioiello che ancora oggi possiamo ammirare, fino a giungere a Sigismund III Christoph von Schrattenbach (1698-1771). Di nobili origini e di formazione culturale romana, fu amante delle arti ed ebbe al suo servizio Leopold Mozart ma anche Johann Michael Haydn (fratello del più famoso Franz Joseph Haydn), che fu Maestro di cappella a Salisburgo e influenzò musicalmente i primi lavori compositivi di Wolfgang Mozart. A Schrattenbach fece seguito Hieronymus Joseph Franz de Paula Colloredo von Wallseey und Mels (1732-1812) che resse il Principato dal 1772 al 1803, quando il dominio fu secolarizzato e affidato prima a Ferdinando d’Asburgo e poi direttamente amministrato da Vienna, la capitale dell’Impero asburgico. Colloredo, di carattere autoritario benché seguace di un certo Illuminismo paternalistico,
fu uomo di cultura e amante dell’arte, oltre che violinista dilettante.
La diffusione di alcune idee illuministiche presso i Principi europei è testimoniata dal fatto che Colloredo teneva nel suo studio i ritratti di Rousseau e di Voltaire.
Egli aveva idee precise e gusti ben delineati, seppure non certo avanguardistici rispetto all’epoca, riguardo alle musiche che voleva fossero usate nelle situazioni civili e religiose del Principato. A un certo punto, per ridurre le spese, eliminò le attività teatrali cui Wolfgang invece aspirava come compositore. La relativa competenza musicale di Colloredo può forse spiegare il concetto non proprio alto che aveva di Leopold Mozart come musicista, forse infastidito anche dalle insistenti pressioni dello stesso che aspirava ad essere promosso da vice maestro di cappella alla carica superiore. Cosa che, per altro, non avvenne mai nonostante i racconti di trionfali successi che Leopold certamente aveva diffuso in città ricordando le tappe del Grand Tour europeo svolto pochi anni prima.
Il carattere riottoso e sfrontato del giovane Amadeus poi, insieme alle insubordinazioni a stento trattenute (nel frattempo era stato assunto come musicista presso la Corte arcivescovile e, in seguito, come organista), non lo resero persona gradita tanto che alla fine Wolfgang “ottenne” di essere licenziato, con in sovrappiù il famoso calcio nel sedere ricevuto dal Conte Karl Joseph Felix Arco, Ciambellano dell’Arcivescovo. Di questo e molto altro parleremo più avanti seguendo le vicende mozartiane tramite il ricco epistolario giunto sino a noi.
Ma com’era organizzata socialmente Salisburgo all’epoca dei Mozart? La piccola cittadina principesca, come tutte le altre capitali dei tanti Stati indipendenti e confederati dell’Impero, aveva al centro il Principe e la sua Corte, cui facevano corona, come le onde concentriche formate da un sasso lanciato nell’acqua, fasce sociali che presentavano livelli culturali ed economici via via inferiori più ci si allontanava dal centro. La prima fascia era costituita dalla parte più alta dell’aristocrazia locale, insignita di nomine e di cariche che riguardavano la gestione del Principato (sia spirituale, con i Canonici del Duomo, sia temporale, con i responsabili dei vari uffici) e delle attività pubbliche e private dell’Arcivescovo (Gran Ciambellano, Consiglieri, Ministri ecc.). In una cerchia successiva, che agiva su indicazioni precise del “cerchio magico” decisionale, uno stuolo di funzionari che poteva gestire un suo piccolo potere nei confronti dei sottoposti e che quindi aveva un certo prestigio sociale legato al ruolo: i funzionari di palazzo, le alte gerarchie militari, i musicisti con cariche apicali (Maestro di cappella, Maestro dei concerti, Compositore di Corte).
Più lontani ancora dal potere ma che dipendevano economicamente, almeno in parte, dal Palazzo vi erano i borghesi, medi e piccoli (artigiani, commercianti, professionisti vari) che facevano affari e fornivano servizi a chi disponeva di denaro.
Infine c’era il popolino, che andava dal garzone al servo, dall’uomo di fatica fino a coloro che vivevano alla giornata: costoro non avevano né diritti né prospettive e si ritenevano fortunati se riuscivano ad ottenere qualche sovvenzione che aiutasse a sopravvivere. Spesso, infatti, venivano rivolte agli uffici principeschi suppliche di ogni genere, che potevano andare dalla richiesta di un posto di lavoro a quella di un sussidio di disoccupazione, dalla richiesta di esenzione da qualche tassa (vedremo che lo stesso Leopold Mozart ne fece riguardo alla tassa sul vino importato) al permesso di sposarsi. Quasi ogni aspetto della vita dei cittadini era sottomesso alla volontà (a volte al capriccio) dei potenti. Vero è che la maggior parte di quelle richieste di sussidi era in genere esaudita (il venti per cento della popolazione di Salisburgo godeva di qualche sussidio), magari in misura minore rispetto alle richieste, e questo permetteva al Principe di mantenere una certa tranquillità sociale facendo però chiaramente capire che non erano diritti ma elargizioni graziosamente concesse ai sudditi.
Come è nata l’idea di questo libro?
Ho scritto “I Mozart, come erano”, semplicemente, perchè un testo con queste caratteristiche, pur nella sterminata produzione sul salisburghese, non esisteva. Innanzitutto “I Mozart, come erano”nasce dalla mia lunga frequentazione con Amadeus, prima come studente al Corso di pianoforte in Conservatorio, poi come studente al Corso di Composizione e, infine come musicista dedito alla divulgazione. Molte coincidenze mi hanno sempre portato verso Mozart: ambedue del ’56 ( a 200 anni di distanza), ambedue pianisti e compositori, ambedue con un padre violinista che ci ha iniziato prestissimo alla musica. Ognuno di noi, poi, ha fatto nella vita quello che le doti individuali gli hanno consentito. L’ambizione di questo saggio divulgativo è di portare Wolfgang Amadeus Mozart (e i suoi familiari) verso l’ampio pubblico che desidera conoscere meglio come si viveva, come si pensava, come si viaggiava nel secondo ‘700. Seguendo i viaggi europei della famiglia Mozart il lettore verrà a conoscenza di tante informazioni, curiosità e approfondimenti che gli permetteranno ci “entrare” nella vita quotidiana di quella straordinaria famiglia.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
“I Mozart, come erano” è il frutto di anni di letture, studi e approfondimenti, non solo biografici e musicali, ma più generalmente culturali sui Mozart e sul loro secolo. La difficoltà maggiore (che a detta dei lettori è stata superata positivamente) è consisitita nell’allontanarsi dalle trattazioni specialistiche o ristrette ad un solo ambito (le composizioni, la biografia, i viaggi) per far convergere tutto in una trattazione piana e di gustosa lettura. Partendo dalle preziose informazioni contenute nell’epistolario mozartiano, ho approfittato di ogni annotazione, evento, osservazione fatta dai Mozart nel corso dei loro viaggi, per allargare la visione del lettore con informazioni e curiosità legate a quegli stessi fatti ed eventi. Ne è risultato un testo divulgativo che si legge quasi come un diario di viaggio. Una novità assoluta rispetto a quanto offre l’editoria mozartiana.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Per documentarmi e realizzare “I Mozart, come erano” ho, naturalmente, letto tutto quanto ho potuto recuperare tra le pubblicazioni relative al salisburghese (dalle più recenti alle più datate, alcune ormai introvabili): libri, saggi, atti di convegni, tesi universitarie … ai quali ho aggiunto i miei studi personali e gli approfondimenti relativi ad ogni situazione interessante evidenziata nell’epistolario mozartiano, fino all’anno 1775. Ho consultato tutti i testi classici su Mozart (Hildesheimer, Solomon, Nissen, Rosen, Schlichtengroll …) ma anche una notevole quantità di pubblicazioni sulla vita quotidiana nel secolo XVIII, sul pensiero dell’epoca…
Dove vivi e dove hai vissuto in passato?
Vivo in provincia, nelle vicinanze del lago d’Iseo e delle belle prealpi lombarde, con frequenti presenza per attività professionali o per eventi culturali a Milano e nelle città lombarde.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nei due volumi de “I Mozart, come erano” racconto le vicende della famiglia Mozart dalla sua costituzione fino al 1775, seguendoli nei primi viaggi, fatti con la famiglia al completo, a Monaco e Vienna, nel Grand Tour europeo (Germania, Paesi Bassi, Francia, Inghilterra, Svizzera) e nei tre viaggi in Italia, effettuati solo da Amadeus e dal padre Leopold. C’è ancora molto da raccontare, dal 1775 fino alla morte di Wolfgang, ma per questo serve ancora molto altro lavoro.
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